Molto bella questa flashfic a metà tra il dolce e l'amaro.
Nella prima frase mi sembra quasi di cogliere un chiasmo nascosto: "labbra che ridono fragilmente", come se la risata fosse forzata oppure fosse costantemente velata da un turbamento o da una malinconia più profonda e "pianto che screpola le labbra", chiaramente per via del sale ma anche per l'aridità dell'assenza dell'amore, o di un affetto qualsiasi, su quale la fic verta non sono riuscita a capirlo perché il finale mi ha lasciata un po' perplessa su questo punto.
La seconda frase, insieme alla terza, è molto suggestiva perché si può cogliere sia un innalzamento, dal desiderio, che l'uomo può provare anche verso piaceri bassi come il cibo, al sogno, che comunque è molto comune negli uomini, anzi, è intrinseco in quanto ognuno segretamente cova un sogno nel cassetto, infine al volo, la versione più alta dei desideri poiché l'uomo non ha la capacità di volare. Inoltre il volo rappresenta la libertà, la quale si pensa sia raggiungibile con l'amore.
La terza e la quarta frase sono molto poetiche ed ho apprezzato molto come esse richiamino sia profumi che colori forti. Per esempio, nella terza frase compaiono ben tre colori: il bianco del gabbiano, il rosso del sangue che sgorga dalla ferita ed il nero del catrame; immagini che richiamano anche delle sensazioni olfattive-gustative, il gabbiano richiama all'odore fresco del mare, la ferita, attraverso il sangue, evoca il gusto aspro e forte del ferro, sensazione sgradevole che viene peggiorata dall'odore trasmesso dal catrame, un odore caldo e nauseabondo. Inoltre il catrame richiama anche l'idea di una sostanza appiccicosa che si attacca alle piume del gabbiano.
Nella sesta frase mi è piaciuto il richiamo tra "occhi intensamente scuri" con l'universo della frase successiva, universo che è ciò che c'è "nel" cielo oltre le nuvole e che è profondo come lo sguardo.
Delle frasi nove e dieci ho trovato molto bello il contrasto tra la sinfonia, che sarebbe la ragazza e che viene richiamata dalla ninna nanna, simbolo di semplicità e dolcezza, con il suono dell'infrangersi del cuore. In queste frasi vi è anche il contrasto, assai bello, tra la culla e l'abbraccio. Il primo che richiama, come la ninna nanna,la dolcezza ed il calore materno, ed il secondo che, stravolgendo l'idea generale dell'abbraccio che porta affetta, diventa "una culla" crudele.
L'ultima frase, per quanto non la possa analizzare come il resto della fic, è davvero un capolavoro, non so spiegare bene il perché, ma l'immagine del mondo come pianista e della ragazza come spartito è davvero evocativa ed affascinante.
Conclude dicendo che il "ti voglio bene" finale riesce a spazzare via quasi del tutto l'amarezza che ha accompagnato l'intero testo e sembra voler sostituire l'abbraccio che ha spazzato il cuore.
Scusa per il poema ma visto che su EFP spesso scarseggiano le recensioni fatte bene, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere riceverne una un po' più articolata ^^
In particolare perché io so quanto sia appagante leggerne una.
Ultimo semplice commento:
sei molto brava a esprimere le emozioni e le sensazioni attraverso delle immagini richiamate dalle parole!
A presto! |