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Normalmente non inserisco smile così elaborati nelle recensioni, ma non mi è venuta in mente un'interiezione adeguata da scrivere. Sono molto stunned. Non posso dire che l'idea in sé di un soliloquio rivolto all'Amore fosse originale e inedita, ma il modo in cui l'hai sviluppato e contestualizzato, almeno per me, è nuovissimo. Hai strappato un concetto astratto come pochi e l'hai costretto all'interno di un ambito del tutto concreto, dandogli anche il volto di una creatura, ho creduto fino alla fine, umana... L'Amore incastrato in una figura -un bel ragazzo- che è quella in cui molti vedono l'Amore. E' un po' arzigogolata ma questa frase dovrebbe avere un senso.
A parte che ho ancora mal di testa dopo aver cercato di leggere la prima parte (hai sadicamente scelto un carattere molto ostico da decifrare! :) ), ma questo tuo pezzo mi ha lasciato un nodo in gola, un fastidioso prurito di quelli che cerchiamo di ignorare perché riconoscerne l'esistenza potrebbe farci troppo male. Alla faccia di chi dice che l'Amore arriva per tutti.
Premesso che io dell'Amore ho una concezione molto mia, se non unica, sicuramente speciale, e che non basterebbero milioni di caratteri per esprimerla... Nel tuo pezzo sei stata abbastanza vaga sulla natura dell'Amore da far sì che quasi chiunque possa riconoscersi in esso. Infatti anche io, che normalmente sento un po' d'attrito tra i pezzi d'amore che leggo e il MIO amore, mi rispecchio in questo scritto.
Lasciamo stare il "Per Sempre", che non dovremmo sfiorare praticamente mai in nessun discorso, a mio parere. Ma hai messo in evidenza come non sia affatto scontato che l'Amore arrivi per tutti. Non sarebbe così speciale altrimenti. Una volta mi chiesero di darne una definizione (cosa pressoché impossibile), e io non riuscii a dire che "L'apoteosi di una vita intera". E' una meta che non va cercata, ma che raggiunge solo qualcuno: se non pochi, certo non tutti.
Molto brava. |