Recensioni per
Michael, cosa sei diventato?
di Donoma

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
19/10/18, ore 11:46

Testo molto breve, scarno ma efficace nel suo essere tagliente. Ricordo che nel finale de "Il Padrino parte II", per la precisione nella scena dell'uccisione di Fredo, non era presente Hagen assieme a Michael, eppure penso che questa scena fosse stata presente nel film avrebbe sicuramente funzionato. Ammetto di aver trovato forse un po' pesantuccio il discorso di Hagen, ma, in fin dei conti, parliamo pur sempre di un uomo che di mestiere fa l'avvocato, quindi ci può anche stare. Mi è piaciuto molto il tono accorato del discorso di Hagen, che cerca di ricordare l'aspetto umano di Michael, contrapposto con la risposta breve ma dura, evidenziandone la fine di quell'umanità che il fratellastro aveva cercato di richiamare. Il finale è il perfetto suggello della parabola bravo ragazzo\criminale spietato che caratterizza il personaggio di Al Pacino e ne riflette la freddezza e, al contempo, la tragicità.

Recensore Junior
14/06/16, ore 21:37

Al Pacino nell'indimenticabile interpretazione di Michael Corleone ci ha relegato un personaggio unico, mutevole da così a così, conoscibile anche per coloro i quali non hanno avuto la voglia o forse il tempo di leggere il romanzo di Mario Puzo. Essere padrino comporta trasformarsi in un uomo privo di scrupoli, calcolatore, giudice ed è ciò che schiaccia Michael, non si sa effettivamente quale sia la sua vera natura, buono e cattivo combattono tra di loro, e vince inequivocabilmente il male, seppure per l'uccisione del fratello Fredo conserverà sempre un rimorso incolmabile. E' proprio nel momento dell'omicidio di costui che tu hai colto il suo tormento, le parole di Tom sono quelle della sua coscienza, che egli decide di sopprimere pur di non fronteggiare la realtà, ma che rimbombano in lui come, in rovescio, a Fra Cristoforo non si cancella dalla mente il ricordo del morto per mano sua. Dialogo esile, veloce, eppure carico nella sua magrezza. Purtroppo la parte narrativa non ha lo stesso pathos della sequenza dialogica e si viene così a perdere il senso di sgomento e devastazione. Complessivamente, è gradevole.