Recensione/valutazione valida per il contst "E fece...il gran rifiuto" indeto sul contest di EFP
Grammatica e ortografia: 10/10
Assolutamente lodevole, non vi ho trovato nulla di particolare degno di segnalazione, ho già letto delle tue storie e posso dire con cognizione di causa che è molto difficile trovare qualcosa che possa essere riportato in questa sezione.
Stile: 10/10
Nulla da dire, alla fine del testo alludi alla “prolissità”, io invece la chiamerei attenzione per il dettaglio, dato che non tutti quelli che si avvicinano alla storia possono avere una preparazione (almeno di base) sulla seconda guerra mondiale e sul fronte occidentale.
Non male la scelta delle frasi in francese, non solo per il bene dell’ambientazione, ma anche perché permette di capire il ruolo dei vari personaggi, in bocca ai prigionieri fa un certo effetto…
Originalità: 10/10
Ottima, tutti sono bravi a esecrare gli atti immondi compiuti dalla parte sconfitta, estremamente più difficile farlo quando sono stati compiuti dai vincitori (in questa storia si rievoca un episodio in qualche modo minore, ma la storiografia ufficiale ha avuto molta difficoltà a trattare argomenti “spinosi” come le fosse di Katyn o il bombardamento di Dresda), come se ricordarli sminuisse in qualche modo il fascino della vittoria (nell’antica Roma erano più coerenti, i nemici venivano costretti a ornare il trionfo del vincitore per poi finire nel carcere Mamertino, dove nessuno rimpiangeva la loro sorte, ora invece si pensa che il vincitore debba avere anche l’etica dalla sua parte, cosa estremamente difficile, se non impossibile).
Gradimento personale: 10/10
Massimo, davvero, mi è piaciuta molto sia l’idea di fondo, in primis perché contrasta con l’ideale manicheo che in guerra ci siano “buoni” e “cattivi”dove i primi non compiono mai azioni riprovevoli e i cattivi invece compiono ogni sorta di atrocità (questa storia dimostra che al momento opportuno ognuno può compierle); il secondo conflitto mondiale poi da questo punto di vista ha assunto una caratteristica da “guerra di religione” (o di visioni del mondo).
Ho trovato molto bello il particolare del crocifisso, non solo o non tanto da un punto di vista etico o religioso, ma perché mi ha fatto venire la scena finale (con tanto di foto di riferimento, almeno nell’edizione in mio possesso) degli Ultimi giorni dell’umanità di Kraus, là si parla del primo conflitto,ma la sostanza è tragicamente la stesso, almeno a mio modo di vedere)
Bellezza e potenza delle associazioni d’idee, questa storia mi ha fatto venire in mente un telefilm tedesco, Heimat, storia di una famiglia renana dagli anni ’20 fino agli ’80 (in uno degli episodi uno dei personaggi finisce appunto nelle mani dei maquis, ma riesce comunque a riportare a casa la ghirba, anzi, non viene nemmeno maltrattato, non troppo almeno).
E, notizia che forse potrà far piacere al tanto bistrattato Matthew, dalle mie parti viene ricordato eccome (almeno dai più anziani) il suo apporto alle forze alleate, dato che un reparto di canadesi fu acquartierato nella villa comunale durante la campagna d’Italia.
Caratterizzazione dei personaggi: 4/5
Ottima davvero, allora come mai un voto non massimo? Sostanzialmente per il lieve contrasto che c’è tra la caratterizzazione canon dei personaggi di Himaruya e quella presente nella tua storia, in APH, pur prendendo vagamente spunto dai fatti del secondo conflitto mondiale, c’è un’atmosfera sostanzialmente scherzosa/parodistica, difficilmente vengono mostrati in momenti drammatici o sarebbero capaci di fare quanto descritto nella tua storia.
Non male anche il modo in cui hai presentato i morituri, molto lontani dall’idealizzazione dei soldati della Wehrmacht come automi spietati modellati dall’ideologia nazista, che ora si trovano dalla parte del mirino e non da quella del grilletto, eppure dovevano pensare che non è salutare trovarsi prigionieri in un paese da anni sotto occupazione, perdipiù quando i carcerieri hanno deciso di non attenersi alle regole imposte dalla convenzione di Ginevra…
Attinenza al tema: 1/5
Uhm, dov’è? Davvero, ho letto la storia più volte, e non escludo possa aver fallito (o fallato) nelle mie capacità ermeneutiche, e mi dispiace immensamente dare una voto così basso per questo aspetto del giudizio, ma davvero non sono riuscito a trovarlo, mi pare che nessuno all’interno della storia si rifiuti di fare alcunché, semmai lo fa a malincuore, almeno che per “gran rifiuto” non s’intende quello di non rinunciare alla rappresaglia contro i prigionieri, ma se è questo non si è nello spirito del contest, che doveva essere la rinuncia a qualcosa che in teoria dovrebbe essere positivo per il/la protagonista, rinunciare a una vendetta non può considerarsi tale, soprattutto nella particolare ambientazione nella storia (da “pietà l’è morta”, come si sarebbe detto da altre parti, più o meno nello stesso periodo dove si svolge la tua storia, e verso gli stessi nemici).
Così la penso, non credo che ti mancherà chi avrà capito meglio la storia e ti darà un giudizio migliore del mio, ma questa (a torto o a ragione) è l’idea che mi sono fatto.
Totale: 45/50 |