Ciao! Dopo aver finito la sessione estiva ed essere tornata da uno stage massacrante ed essere rientrata a casa dopo le vacanze estive (guarda un po'), posso riprendere con serietà a lasciare recensioni premio.
Dunque, quando si tratta delle tue storie mi sembra di essere monotona, perché ho sempre poco da dire: grammatica perfetta, lessico semplice ma non banale, stile che si adatta alla vicenda narrata (ne hai usato uno qui, uno diverso nella storia del contest, uno ancora diverso nella tua storia che ho già recensito: sono piacevolmente sorpresa e anche un po' invidiosa).
Io mi trovo molto meglio a scrivere storie drammatiche, tristi, pesanti... per cui nutro una grande ammirazione per chi sceglie e riesce a scrivere storie comiche, perché credo non sia semplice come sembra e richieda molto lavoro.
Questa storia mi è piaciuta tanto perché, come il 99,9 % della popolazione italiana (e dico "italiana" perché non posso parlare per le altre nazionalità), mi ci ritrovo parecchio. Oddio, adesso sia io che mio fratello siamo grandi, per cui le vacanze in famiglia non capitano così spesso, però ho ricordi di partenze in macchina che si avvicinano molto a quello che hai descritto.
Mi è piaciuto tanto che, poiché la storia è ambientata a Firenze, i personaggi parlino toscano. O almeno, io che sono del Nord l'ho percepito come toscano, perché ho letto "babbo", che da noi non si usa.
Mi scuso perché questa recensione arriva un po' tardi, ma dopo gli esami e lo stage volevo proprio godermi delle meritate vacanze ;)
A prestissimo! |