[Recensione contest "Il vino buono sta nelle botti piccole"]
Il titolo contribuisce a conferire al racconto toni sfumati e fiabeschi; inoltre, la storia ha luogo proprio in inverno, stagione che, contrapposta all’estate, assume una particolare valenza simbolica. Anche i sottotitoli che precedono ogni Drabble mi sono piaciuti; in particolare ho trovato poetici “Occhi di bosco” e “Profumo di mela”.
Ho apprezzato la narrazione in prima persona, che contribuisce a costruire un pv forte e introspettivo, e anche il fatto che fosse rivolta alla fanciulla; il tutto viene a costruire un monologo interiore, con tanto di sensazioni che stimolano i ricordi d’infanzia, che introduce il lettore nella mente del protagonista.
Il particolare della mela è gestito veramente bene e in modo sfaccettato. Il suo profumo stimola proustianamente nel narratore il recupero d’un perduto ricordo d’infanzia. Ma questo frutto è anche elemento d’unione – tra le parti di racconto, tra passato e presente – che permette di collegare, senza ombra di dubbio, la bambina e la donna, identificandole come un’unica persona. Inoltre, è evidente il richiamo alla mela come simbolo di tentazione e peccato, rafforzato sia da gesti e tratti della fanciulla in bianco sia soprattutto, mi pare, dall’antico rifiuto del dono (e conseguente sparizione di lei), contrapposto alla scelta di accettarlo nel presente.
Anche il modo in cui il pensiero della ragazza prende il protagonista, fino a trasformarsi in un’ossessione è ben sviluppato.
Apprezzabile la ripresa in chiusura di “Cosa tu sia, in realtà, non mi è dato saperlo”, che conferisce una sorta di ciclicità al racconto permettendo, allo stesso tempo, di cogliere il cambiamento del protagonista.
Questa riflessione “nascondono in sé la drammaticità di un mondo che va a rotoli” mi ha colpito, da un lato perché rispecchia molto l’attuale situazione sociale e dall’altro perché, associata com’è al capitolare del giovane davanti al ‘dono’, fa pensare a come il Male sia abile ad approfittarsi delle debolezze e della disperazione umana.
Mi è piaciuto anche il contrasto antitetico tra freddo inverno e torrida estate, quasi il freddo che penetra negli anfratti e nelle ossa fosse più subdolo del caldo sfiancante.
Dal punto di vista della Lingua non ho molto da segnalarti: “So* però* che mi segui silenziosa” *virgola; “una volta soltanto soltanto” refuso/ripetizione. Inoltre, la -d eufonica si inserisce in genere solo quando le due vocali sono identiche (es. ed era; ma non ‘ed aveva’), o almeno così prevede l’uso attuale.; fanno, ovviamente, eccezione formule consolidate quali ‘ed io’ e ‘ad esempio’.Ho trovato il tuo stile molto espressivo, con un lessico ricercato e ben amalgamato e un uso sapiente delle ripetizioni: il risultato è decisamente evocativo.
La storia è scritta veramente bene e mi è piaciuta molto, anche se l’ho trovata assai triste e vagamente inquietante.
frav (Recensione modificata il 27/11/2013 - 12:01 pm) |