SPOON RIVER CONTEST di ZKaoru69
La passione brucia come le fiamme dell'inferno di Fanny_rimes {Ingiustizia}
Grammatica e ortografia: 8/10
Purtroppo ci sono un po' di errori di battitura ("ombre multicolore", "riusci", "abbastanza pura da essere protette", "lo vide. il", "C'e un'abazia", "Damien non aspetto nemmeno", "A far si", "non aveva calcolate", "si scaglio" e, nelle note, "pecatto").
Attenzione anche alle concordanze: "«Non puoi uccidermi!» ... «Sì, ma posso comunque farti del male.»" Il sì proprio non ci sta: o metti un no, oppure scrivi "hai ragione", "è vero", "è così" e via dicendo.
"Avvertiamo il loro dolore..." Dato che Jean sta parlando del dolore dei vivi, dovrebbe comprendere anche Damien e quindi dire vostro dolore.
Il nome Serge in francese non necessita di accentazione sulla e [l'accentazione serve per pronunciare la e quando si trova alla fine di una sillaba o di una parola. Dato che la divisione in sillabe del nome è Ser-ge, la e si pronuncia di suo].
Passando alla punteggiatura: prima di tutto, ti ricordo che non bisogna assolutamente mettere la virgola tra soggetto e verbo! Dato che capita svariate volte, non credo si tratti di sviste. "... la parte di me già purificata dal peccato, ha contrastato...", "Il ragazzo, fece ...", (note) "Le anime dei Peccatori, scontano...", "L'essere che lo sovrastava, aveva...", "... noi, riusciamo..." "L'ultima cosa che avvertì, furono..."
"Ci volle poco, prima che due di quelle creature, facessero la loro apparizione sul sentiero." Entrambe le virgole possono essere cancellate.
"Uno di loro aveva lunghi capelli biondi, che gli ricadevano sulla fronte e sugli occhi; ma, evidentemente ciò non intralciava la sua vista, perché non appena avvistò Gilbert, prese a correre nella sua direzione." Tra biondi e che la virgola non è necessaria, come quella tra vista e perché, e al posto del punto e virgola mi sembra abbastanza una semplice virgola. Evidentemente e non appena avvistò Gilbert sono incisi e sta a te decidere se inserirli tra due virgole, ma devono essere o con o senza, non una virgola sì e l'altra no. Io cambierei la frase così: "Uno di loro aveva lunghi capelli biondi che gli ricadevano sulla fronte e sugli occhi, ma evidentemente ciò non intralciava la sua vista perché, non appena avvistò Gilbert, prese a correre nella sua direzione."
"«Anche in un'altra città, quanto credi che ci metteranno a trovarmi o a scoprire che sono diverso!»" Qui ci va il punto interrogativo.
"«Già, lui è solo per te non è vero?»" Tra te e non è necessaria una virgola.
È vero, riguardo alla punteggiatura non si trovano due persone che la pensano allo stesso modo, ma queste correzioni mi sembrano tutte condivisibili.
Lessico e sintassi: 7.5/10
Partiamo con le cose che mi sono piaciute molto: innanzitutto il fatto di iniziare e finire i capitoli con la stessa frase è un'idea stilistica molto bella e sei riuscita a sfruttarla bene, senza forzature. I titoli in latino dei vari capitoli sono meravigliosi (e mi chiedo come mai non hai scelto un titolo latino anche per la storia).
Nel testo ci sono immagini molto evocative: la pelle che "bruciava come la cera delle candele", il "sorriso caustico" di Damien, il baciarsi "lentamente, ma con avidità".
Mi piace molto anche il suono dei "decori dorati".
Passando invece alla forma: in primis, il giustificato va e viene (ma forse è solo un problema di conversione del formato), quindi se è così anche nella tua versione, ti consiglio di cambiarlo.
"Dam. Solo Jean lo chiamava così." Dam va in corsivo. "La testa. Le ultime parole..." La testa va in corsivo.
Ci sono inoltre alcune scelte lessicali che non mi soddisfano appieno.
Per esempio, al posto di "cortile esterno" della chiesa avrei optato per un più elegante "chiostro".
"Solo pochi uomini riempivano l'enorme stanza." Dubito che riempire sia il verbo da utilizzare nel contesto (essendo appunto la stanza enorme, come possono pochi uomini riempirla?), propenderei per un più neutro trovarsi.
Piuttosto che "Sir", essendo l'ambientazione pseudo-francese, opterei per "Ser".
"Le ultime parole di Lord Arthur gli risuonavano nella mente, così come l'immagine del corpo..." Risuonare va bene per le parole, ma di certo non per l'immagine.
Occhio alle ripetizioni: "C'è un'abbazia a tre giorni di viaggio da qui. Lì c'è un gruppo di monaci..." Il secondo può essere facilmente sostituito con vi dimora.
"...non doveva commettere di nuovo lo stesso errore. Non avrebbe messo di nuovo in pericolo la vita di Jean." Uno dei due di nuovo può diventare un ancora.
"... osservò Gilbert mentre fissava l'orizzonte..." Una relativa al posto della temporale suona meglio (che fissava).
Ci sono inoltre delle imperfezioni nella coesione complessiva del testo:
"Il vento si era alzato e una lieve brezza aveva preso a soffiare sui due uomini." E Padre Serge, poverino?
"Damien voltò le spalle al ragazzo, che smise di parlare scorgendo l'espressione gelida sul suo viso." Se Damien gira le spalle, come fa Jean a scorgergli il viso?
Gli occhi di Jean sono azzurri come il cielo, come è indicato più volte, ma ad un certo punto diventano "color dell'oceano", che io associo sempre a un blu molto profondo, poi di nuovo cambiano nel "color del mare", che invece ricorda un blu/verde. Partendo dal presupposto che Jean non sia un Gary Stu il colore dei cui occhi cambia a seconda dell'umore, del tempo o di altri fattori improbabili, ti consiglierei di scegliere una sfumatura (celeste, blu, verde) e una similitudine e andare sempre di quelle.
Originalità: 9/10
Le note sono molto puntuali, ben fatto!
Dal punto di vista storico mi sono sorte alcune perplessità - ma essendo in fin dei conti un fantasy non ho dato loro troppo peso.
Per esempio, sono spiacente di informarti che i bottoni non esistevano. O meglio, esistevano unicamente come elemento decorativo e solitamente erano fatti di materiali preziosi; in ogni caso, non avevano la funzione odierna perché... non esistevano le asole. Quindi dubito che le "dita impazienti" di Damien possano scivolare "sui bottoni della camicia", al massimo gli scioglieranno i legacci.
Altri dettagli invece sono resi davvero bene: per esempio, la scena nel sotterraneo dove manca l'aria e Damien si sente svenire è molto realistica.
Per quanto riguarda l'elemento sovrannaturale, mi è piaciuto molto: sei stata in grado di mischiare magia nera e superstizioni religiose in modo da creare una serie di "poteri" molto interessanti.
La trama è ben articolata e ricca di colpi di scena: bravissima!
Caratterizzazione dei personaggi: 8.5/10
Damien e Jean rispecchiano abbastanza gli stereotipi di seme e uke; eppure Damien, a suo modo, è fragile: la morte di Jean lo rende un uomo "spezzato", e il rifiuto che gli rivolge in un primo momento rivela quanto in realtà l'equilibrio che ha raggiunto sia precario ai suoi stessi occhi.
Jean, al contrario, non ha mai un'esitazione o dei dubbi riguardo al suo amore per Damien e per lui sopporta anche la tortura e la morte. Un vero uomo, insomma!
Corentin -è una troia- è una cara ragazza che si lascia trasportare dal suo amore malato per Jean, fino alla follia. Forse è lei il personaggio più oscuro della storia (perfino più di Lord Arthur), dato che incarna il più puro dei sentimenti, l'amore, degradato fino alla gelosia più pazza ed estrema. E la sua pazzia offre un ottimo contraltare alla relazione che hanno Jean e Damien, irta di ostacoli ma sincera e vera.
Coerenza con la citazione: 4/5
Damien prova ad uniformarsi alla morale del mondo in cui vive, su questo non ci sono dubbi, ma alla fine decide di seguire ciò che il suo cuore gli dice che è giusto. Magari si poteva rendere meglio la parte del "verso la fine", ma si tratta di un dettaglio. Il senso comunque traspare, eccome.
Gradimento personale: 4/5
E' davvero stata una lettura piacevole! Mi sono rimasti impressi soprattutto i personaggi di Jean e di Corentin, mentre Damien forse è quello che non mi ha lasciato particolarmente entusiasta. Hai fatto davvero un buon lavoro; ti consiglio solo di lavorare un po' sullo stile per togliere tutte le possibili incertezze nella lettura.
Totale: 41/50 - SESTA CLASSIFICATA |