Panda, come fai?
A scrivere cose che scorrono così, inevitabili, fino al movimento finale che si conficca rapido in mezzo ai polmoni? Come arrangi il ritmo di tutte queste vocali?
Come faccio io a non mettere ogni singola parola di questo in un grande cassetto con una sciocca etichetta, "preferito"? Preferito non vuol dire molto, se ci pensi. Vorrebbe essere come "ti ho scelto fra tanti: sei il mio preferito", ma è diverso, i due punti non sono segno di uguaglianza. È meno di scegliere, preferire. Preferire mi è sempre sembrato qualcosa di passivo: lasci che tutta una serie di avvenimenti, sensazioni, gusti di gelato, film ti sfilino davanti e poi alla fine, stordito, sventoli una mano in una direzione a caso e fai "toh, quello lì, il quarto che è arrivato, quello a fiori. Il mio preferito".
Non credo granché nelle liste, Panda (PlaysFlute). Però mi piacciono le parole. Ci sono, fra le tue storie, pezzi che prenderei e presenterei ad un tatuatore con le parole "ecco, queste frasi. Nel carattere che vuoi. All'interno delle palpebre. Quanto viene?" per poterle leggere sempre, e vederle vorticare fosforescenti.
Scusa, sarà che sto leggendo un libro di fantascienza ed è meraviglioso. Grazie di questa storia.
Gatto Magro (Recensione modificata il 05/03/2014 - 09:39 pm) |