Splendida e difficilissima da digerire.
Non perchè mi aspettassi un lieto fine, sarebbe stato irreale oltre che terribilmente falso e fastidioso.
Però...wow.
Alla fine ho tirato fuori un sospirone di quelli grossi!
Innanzitutto hai descritto i personaggi esattamente come li ho immaginati, Matt con la sua spontaneità, i suoi pensieri e le sue azioni dirette, la sua rabbia che esplode e che non riesce a rimanere confinata in una maschera, non a lungo.
Che ha trovato più gestibile la situazione finchè non si è ritrovato davanti il suo ex e sono riesplosi in lui la delusione e il dolore della perdita, una perdita senza motivo.
Alla fine, questi sei capitoli sono la ricerca di Matt, una ricerca disperata di risposta a quel perchè che Brian non è stato capace di dargli. è buffo, perchè, quando per la prima volta, all'inizio della storia Matt ha domandato io non avevo intuito che alla fine tutti i suoi gesti sarebbero stati come finalizzati a quello: ad ottenere la sua risposta.
Inconsapevolmente Matt, non accontentandosi della crudele risposta di Brian ("liberarmi di te"), ha voluto ritornare nei luoghi della loro storia, sviscerarla fino all'ultimo flash, deja-vù, fino all'ultima sensazione-pensiero-parola, per chiedersi "How did it come to this?".
Alla fine ha avuto la sua risposta, non gli è piaciuta e allora ha deciso che doveva seppellire tutto per il bene suo e di Brian. Da un lato è istinto di conservazione (non potrebbe sopportare quel comportamento infantile di Brian... si è infantilismo tentare di dimostrare al mondo che si è forti e non si ha bisogno di nessuno nonostante il contrario sia palese) dall'altro è quasi crudeltà, perchè di fatto lui, alla fine, trova il coraggio, quasi stoicamente di andarsene da quell'appartamento e nemmeno guardare il suo amante addormentato, sereno, riesce a dissuaderlo.
Il coraggio di Matt non dura; le parole di addio di quella canzone gli vomitano addosso tutta la delusione, l'odio e il dolore della perdita del compagno e Bellamy ha bisogno di rifugiarsi di nuovo in qualcuno, preferibilmente Dom che in un modo nell'altro è sempre lo zerbino preferito di Matt, sia che sia una DomBell, sia che sia qualcos'altro.
Come d'altronde Stef è quello di Brian: è evidente nella scena al tavolo, davanti al the, in cui Brian, dovendo mantenere il punto mente e recita alla perfezione la sua parte, come se avesse superato anzi, scacciato il vecchio chiodo con la sua nuova fiamma. Amo il povero Stef che, come al solito, per non soccombere davanti all'arroganza del suo cantante, che ovviamente lo tira in ballo solo per pararsi il culo (concedimelo, Bri è un gran paraculo ù.ù), quel pover'uomo si alza e se ne va e tanti saluti! è stato anche troppo paziente...
é impressionante, nel quinto capitolo, la metamorfosi di Brian, graduale ma non per questo così inaspettata;
da glaciale, manifesta pian piano le stesse emozioni e commozioni di Matt che rievoca i "loro momenti", e poi, una volta che ha compreso che l'infatuazione di Matt è ancora viva, il ferro è ancora caldo, da battere, muta immediatamente, in modo quasi viscido, in un essere languido con l'innocenza di una lolita (al maschile, non c'è molto di femminile in questo tuo Brian, o almeno io non me lo sono immaginato così), così come dimostra tutta la storia del "No".
L'ultimo capitolo è davvero straziante. Abbinare la traduzione delle lyrics alla parte introspettiva su Matt e quel pianto finale che lui si fa fa talmente immedesimare che è capace di deprimerti la serata! Anche se questo dovrebbe essere un punto a tuo favore perchè questo vuol dire che trasmette forti emozioni e quindi è scritta bene... Ad ogni modo, non conoscevo il significato del testo di "a song to say goodbye" e non mi ha mai entusiasmato (ho sempre preferito i vecchi Placebo, e spero che, al concerto del 2 agosto non mi propongano solo roba di "Battle for the sun", potrei avere da ridire ù.ù) ma adesso che l'ho sentita e letta qui, associata alla tua storia, mi è sembrato aprisse una specie di baratro nero, davvero desolante e allo stesso tempo sublime (e questo non è dovuto alla canzone, per quanto loro possano essere bravi...uff, insomma )
era un complimento! xD ).
Due parole sullo stile così chiudo in bellezza ;)
E dico in bellezza perchè ho amato i tuoi dialoghi, sferzanti quelli di Brian, terribilmente sinceri (da rasentare il masochismo) quelli di Matt, tragicomici negli scambi feroci fra i due. Ho amato anche i momenti di descrizione di Londra anche se era trasfigurata dal punto di vista introspettivo prima dell'uno e poi dell'altro mentre ho trovato un po' pesante tutta l'introspezione e il moment-missing del quarto capitolo, quando Matt si dirige a casa di Brian e entra, con la chiave di scorta.
Oppure un po' retorico e volutamente ripetitivo il pezzo:
* Non poteva essere quell' ossessione che gli impediva di respirare [...] Non poteva permetterselo ancora. Non poteva.*
ma in realtà sono io che, dopo un po', comincio a stufarmi del genere.
E poi la parte finale dell'addio di Matt che non mi ha commosso, mi è sembrato un momento di vuoto, bianco e insignificante, come quando ti arriva l'annuncio che qualcuno è morto e tu riesci a dimostrarti solo tremendamente apatico e fuori luogo. Ancora ripetitivo e un po' irritante il "Prima di andare" che mi è sembrato un ossessivo post-it da frigorifero.
Nel complesso è davvero stupenda! anche se penso che passerà mooolto mooolto tempo prima che mi venga voglia di rileggerla. Well done, darlin'! *_*
Alla prossima,
Neal C. |