Ok, rieccomi con una nuova recensione. Ribadisco ciò che ho già scritto: la storia inizia ad essere avvincente, tuttavia, devo ammettere che nel corso della lettura alcune cose mi hanno fatto storcere il naso, nel senso che mi hanno lasciata un po’ perplessa. Mi spiego subito.
La prima cosa riguarda un errore che ripeti per due volte nel giro di poche righe e cioè “LINGUINE”: immagino tu volessi scrivere “L’INGUINE”.
Per il resto, mi sembra piuttosto strano che Daniel sia l’unico ad accorgersi a della rottura improvvisa del termometro e che Jack lo apprenda solo nel momento in cui l’archeologo glielo riferisce, rispondendo alla sua domanda.
Secondo punto: l’atteggiamento di Teal’c é, a mio parere, un po’ troppo rigido. Non so in che periodo tu abbia ambientato la storia rispetto la serie canonica ma, avendo citato gli eventi accaduti su Netu, ciò che descrivi deve quasi certamente svolgersi dopo l’episodio “The Devil You Know” e, seppure Teal’c mantenga sempre un modo di fare assai formale e rispettoso, già nella terza serie perde un po’ del distacco e della formalità che lo caratterizzavano nei primi episodi.
Ultimo punto: perché se la situazione di Carter è così preoccupante O’Neill non decide di far subito ritorno allo Stargate? Mi pare quanto meno insolito che non preferiscano affidarla alle cure della Squadra Medica del Comando Stargate, optando invece per un rimedio improvvisato sul momento.
Be’, è probabile che quest’ultimo punto verrà chiarito in seguito. Naturalmente, quelli qui esposti non vogliono suonare come una critica, sono solo i miei dubbi.
Sono curiosa di leggere come si evolverà la vicenda.
A presto.
Creusa. |
