Ehilà ^^! Eccomi qui a lasciarti la recensione per il Misfit Contest (ho appena pubblicato i risultati e ora sto lasciando le recensioni!)
Posso dirti fin da subito che la tua storia è stata probabilmente, una delle più originali e Alessandra una dei miei ribelli preferiti. Ma partiamo subito con la valutazione:
1) Grammatica: su questo punto non ho praticamente nulla da dire, tranne per il fatto che alcune delle virgole messe accanto alle "e" congiunzione erano un po' superflue e spezzavano un po' troppo spesso il flusso della lettura. Per il resto, invece, sono strafelice di potermi complimentare con te per la cura che hai evidentemente riservato a questa storia! Mi fa sempre piacere leggere racconti dalla grammatica limpida e ricontrollata.
2) Stile e lessico: ho trovato il lessico decisamente appropriato per i personaggi che popolano questo racconto, specialmente per la ragazzina. Parlando dello stile, invece, questo è probabilmente il punto più controverso: perché sebbene la narrazione sia, senza ombra di dubbio, intrigante e ben costruita non l'ho trovata adatta al tema affrontato e al tipo di storia. È un discorso un po' complesso, ma cercherò di spiegarmi come meglio posso. Lo stile narrativo che, secondo me, sarebbe stato il più adatto è quello neorealista: meno emotivo, più razionale.
L'effetto che la storia ha ottenuto su di me, e forse anche su altri ipotetici lettori, è stato quello di un momentaneo coinvolgimento emotivo: insomma, ho provato solidarietà, stima e dispiacere per la ragazza finché la storia è durata, ma chiuso il racconto è finita lì. Questo perché alcuni elementi dello stile, soprattutto le numerose considerazioni e le opinioni della voce narrante, rendono il punto di vista più soggettivo che oggettivo, quasi come se il racconto fosse stato proposto in prima persona, anziché in terza. In questo modo, il lettore si concentra troppo sul personaggio principale e suo suoi problemi e troppo poco sulle importantissime tematiche affrontate, prime fra tutte l'incapacità di ascoltare e l'egocentrismo.
Un buon modo per focalizzare l'attenzione razionale e non emotiva su queste tematiche serie e importanti è adottare uno stile "meno narrativo", facendo meno considerazioni, dando meno spiegazioni e lasciando che i personaggi e le tematiche affrontate emergano da sé, attraverso i dialoghi e le azioni, in maniera quanto più neutra e impersonale possibile, in modo da non imporre con troppa forza il nostro punto di vista, ma permettendo al lettore stesso di cercare la sua propria verità, attraverso una riflessione razionale sulle situazioni proposte. In questo modo, inoltre, si può anche evitare di cadere nel banale e anche un po' nel patetismo, come secondo me è successo nel passaggio riflessivo, subito prima che Alessandra vada a parlare alla vecchia.
3) Personaggi: essendo il racconto tutto incentrato su Alessandra, posso concentrarmi solo sulla nostra protagonista. Per quanto la sua decisione di smettere di parlare sia alquanto immatura e infantile, lei è un curioso tipo di ribelle, perché il suo è un problema che, purtroppo, tanti altri ragazzi della sua età si ritrovano a dover affrontare, ma in genere la maggior parte di essi ha la più naturale inclinazione ad "urlare più forte di tutti gli altri" (dai bambini iperattivi, agli adolescenti che arrivano a gesti estremi, come fare uso di droghe pesanti o adottare comportamenti violenti). Alessandra invece fa l'opposto, una protesta non-violenta, se vogliamo. Come prevedibile, però, in una società come la nostra, dai sensi attutiti e costantemente proiettata verso il futuro e verso sé stessa, così poco attenta a ciò che ha sotto gli occhi al momento, il risultato è controproducente. Ma nonostante ciò, Alessandra sembra rimanere fedele a sé stessa fino alla fine, raggiungendo una sorta di compromesso: il fatto che nel finale lei decida di parlare alla vecchia, secondo me, non lascia intendere che lei si sia arresa e che abbia deciso di ricominciare a parlare con tutti, ma solo con chi se lo merita, con chi sa che la ascolterà davvero. E questo compromesso è veramente ammirevole e più maturo.
4) Trama: essendo una breve one-shot, non c'è molto da dire sulla trama, anche se il racconto riesce comunque a tenerti incollato fino alla fine, per scoprire se e quando la protagonista riprenderà mai a parlare e c'è da dire che hai scelto probabilmente il finale migliore!
5) Premio Great "F": questa storia non poteva non meritare il premio Great "F": Alessandra è senza dubbio il miglior personaggio femminile di questo contest, così giovane, quasi "piccola", eppure così "intellettualmente indipentente" e capace di rimanere coerente e fedele alla propria decisione fino alla fine, decidendo di venirle meno solo per qualcuno che lei sa che ascolterà le sue parole e saprà meritare il suo gesto. |