L'aspetto che più mi ha colpita di questa poesia è il ritmo lentissimo che fa da perfetto sostrato al messaggio che intendi comunicare. Siamo sospesi in un tempo monotono, noioso, sempre uguale a se stesso e il ritmo del tuo componimento è simile a quello di una nenia drammaticamente triste. 

Anime morte ma ancora viventi,
resti terreni d'ottenebrate vestigia
fluttuano da un giorno all'altro


Ho pensato a Nietzsche, al suo Dio è morto, tu qui fai un'operazione meno violenta, forse, ma non per questo manchevole di schiettezza: L'UOMO è morto. L'uomo con le sue ambizioni, con le sue motivazioni, i suoi sogni, i valori, la consapevolezza di se stesso, è morto.
A tratti mi è sembrato che avessi un tono sarcastico, come di chi ha capito come il gira il mondo e solo dopo tanto tempo decide di farlo presente a tutti. Ma poi, alla fine, ho pensato che di sarcastico non c'è proprio nulla: è tutto troppo reale per farci dell'ironia. 
Complimenti con tutto il cuore,
Alessia

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E' triste come nel leggere la tua poesia mi sia immaginata una scena che di fantastico o irraggiungibile non ha niente.
Basta guardare fuori della proprio casa, ogni giorno, per vedere persone che camminano, dove abito io non ci sono grattacieli, ma non è questo l'importante.
Il fatto è che camminano avanti a sè, lasciando che il tempo gli scorra tra le dita, senza fare niente per fermarlo, per imprimerci la proprio impronta.
E poi che succede? Niente, un bel niente.

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L'ho trovata molto carina. Bella l'immagine che dai. Personalmente la interpreto pensando che queste anime fluttuanti siamo tutti noi, che ci ritroviamo ad errare senza meta nello squallore dei nostri giorni. Di certo non si può dire che è un'immagine improntata all'ottimismo, ma veritiera sicuramente.
N. F.

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