Non credo che questa si possa chiamare "recensione".
Insomma, il tuo pezzo scritto è grammaticalmente corretto e bla bla bla, ma soprattutto vorrei rispondere all'appello nella descrizione, in cui dici di voler sapere altre opinioni dalle altre starlight.
Se sono una Starlight? Boh, non saprei bene come definirmi. Se per starlight si intende una tizia che ascolta e loro canzoni a ripetizione e ride come un'ossessa tutte le volte che il suo bias fa qualcosa di stupido... allora sì.
Non sono una fanatica, però, sono solo una persona che li ama come cantanti e artisti, come uomini di spettacolo, e che pensando al concerto, ora, a distanza di mesi, rischia di piangere come una fontana.
...forse sono esagerata. Chissenefrega.
Beh, morale.
Avevo appena scoperto i VIXX con hyde, fino a quel momento mi ero concentrata ossessivamente su altri gruppi e... beh, la notizia che lo showcase stesse arrivando anche in Italia mi ha lasciato di sale. Mi piacevano, ho scaricato la discografia, mi sono messa d'accordo con un'amica, ho organizzato il viaggio con lei arrivando a sacrificare un giorno e mezzo di Lucca Comics [ci vado tutti gli anni] e... ho preso i biglietti.
Devo essere sincera.
Dai VIXX non mi aspettavo granché, non li "conoscevo" davvero, sono andata per curiosità, perché volevo vedere "dei coreani" dal vivo.
Modalità spettacolo da baraccone, mi dispiace parlarne in questi termini, ma era la verità.
Insomma, a me sembravano il tipico gruppetto messo su dalla casa discografica come ce ne sono tanti in Corea.
Così sono partita il sabato da Lucca, ho fatto tappa a Bologna da quest'amica e il giorno dopo, il tre novembre, siamo partite alla volta di Trezzo Sull'Adda alle otto del mattino.
Arrivate, il gruppo si è dovuto separare -io avevo il parterre, tutte le altre il biglietto VIP- e... beh, ho fatte parecchie ore di coda, ho perso il conto... ma le ho sentite TUTTE.
E' stato un incubo.
Non mangiavo dalla sera prima causa di forza maggiore -Lucca e il viaggio mi avevano completamente privato dei miei risparmi, in più non ho avuto proprio tempo-, ho avuto una crisi isterica quando l'organizzazione ha iniziato a obbligare la gente a mettersi in fila per numero, ho pianto di stanchezza e stress, mi sono chiesta che diavolo ci facessi A TREZZO SULL'ADDA, poi...
Dio grazie. Le porte si sono aperte. L'agonia dell'attesa era finita.
Sono entrata e ho lasciato al guardaroba il mio zaino -c'erano dentro COSE per cinque giorni fuori casa- spendendo gli ultimi spicci, poi mi sono accodata.
La mia resistenza fisica era stata già ampiamente messa a dura prova, la mia voglia di essere lì era pari a zero, ero preoccupata per il viaggio di ritorno in un modo mostruoso, avevo voglia di scappare, mi sentivo abbandonata e avrei ucciso tutte le dodicenne infoiate che avevo accanto.
Poi è successo un miracolo.
Un dannatissimo MIRACOLO.
Le luci si sono spente e ho dimenticato tutto: ansie, dubbi, isteria e preoccupazioni.
Ero nelle ultime file [già, non sono potuta stare davanti perché appena finito lo showcase dovevo SCHIZZARE a prendere l'autobus], ma poco importava: mi sono lasciata coinvolgere da subito, ancora prima della loro comparsa e poi...
Sono impazzita. Li ho amati. Perdutamente, senza possibilità di scampo, in quell'ora e mezza sono arrivata a piangere dal ridere, a urlare di gioia come una bambina davanti ai regali di Natale, sono andata in iperventilazione ad ogni parola, mi sono divertita come raramente mi è capitato in tutta la mia vita.
Sono stati meravigliosi, erano perfetti, erano tanto perfetti da sembrare finti... e allo stesso tempo così dannatamente REALI.
E non solo perché erano sul palco davanti ai miei occhi, non è stato solo perché per un'ora abbiamo respirato la stessa aria, ma perché erano spontanei. Spontanei davvero, non erano un prodotto discografico saltato fuori da una scrivania, erano così... VERI!
Sono impazzita, ho un black out, ricordo tutte le emozioni e la mia esaltazione, ma in quel momento... ero lì e non c'ero per il mondo. E' stato bellissimo.
Quando mi sono resa conto che erano arrivati all'ultima canzone, all'ultimo momento, mi sono messa a piangere. Ho cantato hyde con tutto il fiato che avevo in corpo, poi a metà canzone il mondo mi ha richiamato a sé e, continuando a piangere, sono arretrata verso il guardaroba, li ho guardati da lontano... e appena finita sono andata a prendere il mio zaino con gli occhi gonfi e il moccio al naso.
Sono scappata, dovevo scappare, e lì c'è stato l'attimo che più descrive tutto quello che è successo.
Davanti c'era un paninaro e, causa sbrano, mi sono fermata per una manciata di secondi, mi sono fatta fare un panino e ho preso dell'acqua.
Un padre, che probabilmente aveva accompagnato la figlia, si è avvicinato preoccupato, chiedendomi se lo spettacolo fosse finito.
Io, reduce dal pianto, ho sorriso tremolante e gli ho risposto che sì, era finito tutto, ma ero stata la prima a uscire e che probabilmente gli altri ci avrebbero messo un poco di più.
Una madre, lì accanto, mi ha chiesto se qualcuno si fosse sentito male.
E io ho risposto con un sorriso ancora più tremolante che no, non c'era stato nessun incidente.
E poi, intenerita, sempre quest'ultima mi ha chiesto com'era stato.
Mi stavo rimettendo lo zaino in spalla, mi sono fermata, ho deglutito a vuoto con il mio panozzo lercissimo in mano...
-Molto più di quanto mi aspettassi. E' stato indimenticabile.-
Manco a dirlo sono scoppiata di nuovo a piangere, ma sta volta per poco, giuro, poi ho chiesto scusa e mi sono dileguata.
Il come e in che stato sono riuscita a tornare a Torino si riassume con la parola "INCUBO", ma è tutta un'altra storia.
Adesso sono molto più starlight di prima.
E sono davvero felice di non essere stata l'unica a pensare di loro in questi termini, di aver vissuto lo showcase come qualcosa di magico e meraviglioso.
Grazie della solidarietà involontariamente dimostrata! |