Recensioni per
Leira
di Faervel

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/04/20, ore 20:27
Cap. 1:

Dato che mi trovavo qui ho letto anche questa. Mi dispiace vedere che non pubblichi più, sono molto cariche le tue poesie, trasmettono molto, anche questa mi è piaciuta molto e speravo infattii di leggerne altre tue dopo averla letta. Spero ne pubblicherai altre. Complimenti.

Recensore Junior
17/08/16, ore 15:36
Cap. 1:

Tanti tanti complimenti, in poche parole hai espresso tantissimo. Una storia meravigliosa, straordinaria.
Nella sua crudezza esprime a pieno la crudeltà di questa donna che rappresenta a pieno la morte, ma anche l'umiliazione, la vergogna, la disperazione. L'orgasmo che è avvenuto troppo presto probabilmente rappresenta una vita troppo breve che avrebbe voluto durasse di più. Il pene flaccido che sfrega contro le natiche rappresenta l'impotenza davanti allo stra potere di questa donna (cioè la morte) che, ineluttabile, gli viene incontro. Sono davvero colpito positivamente, straordinario! 

Saluti,
Angelo_92

Nuovo recensore
12/11/14, ore 17:32
Cap. 1:

Questo racconto, quasi una poesia, mi ha spiazzata.
In senso buono, ovviamente.
Seppure così breve mi ha trasmesso tante emozioni contrastanti: irrequietezza, passionalità, paura, rassegnazione, dolore, violenza.
Sembra quasi che Leira interpreti la morte che viene a prendere il protagonista.
Racconto molto particolare, bello bello.

Recensore Veterano
12/02/14, ore 13:11
Cap. 1:

Bella!
Molto concitata ma soprattutto con phatos!
Breve ma intensa, diciamo!!!

Recensore Master
15/12/13, ore 01:54
Cap. 1:

Allorur... da dove cominciare?? *-*
Sono abbastanza sopresa, devo ammetterlo.... di solito non leggo storie così brevi (poesie a parte che hanno un altro gusto ù.ù) ma devo dire di aver trovato e letto questa praticamente per caso. Breve, cruda - come da premessa - e incredibilmente inquietante °A°
Non so, in pochissime parole hai tratteggiato una scena incredibilmente tragica a mio parere: tragica e con un retrogusto amaro che sa di malattia, quella malattia...... un sesso piuttosto sporco, spogliato di qualsiasi sentimento nobile e piuttosto spento e umiliante, un po' come l'augurio finale del protagonista che avrebbe voluto far piangere la donna.
Mi ha colpita il pene flaccido che, alla fine del rapporto, corona l'immagine di degradazione... quasi che tutto il desiderio che aveva provato, che lo aveva torturato, non avesse davvero peso; non era qualcosa di veramente così impellente come sembrava... una volta finito tutto - nel giro di pochi istanti - non rimaneva nulla di duraturo, solo un fuggevole ricordo.
E questa donna? Fredda ed insensibile, che consuma un atto nel silenzio, sconsacrandolo e rendendosi "peccato" (l'immagine di demoniaco è denunciato piuttosto chiaramente); mi ha fatto venire in mente il delirio di un morente che ha un'allucinazione di qualcuno che ha tormentato da sempre la sua vita e che persino in quel momento critico si trova lì a pungolarlo ma in qualche modo non sia reale, nonostante le immagini piuttosto concrete degli occhi, delle occhiaie e dei seni.
Inoltre mi è piaciuta la fine: chiara, breve, concisa.... come tutto il resto del testo.
Complimenti =)

Rita <3