Allorur... da dove cominciare?? *-*
Sono abbastanza sopresa, devo ammetterlo.... di solito non leggo storie così brevi (poesie a parte che hanno un altro gusto ù.ù) ma devo dire di aver trovato e letto questa praticamente per caso. Breve, cruda - come da premessa - e incredibilmente inquietante °A°
Non so, in pochissime parole hai tratteggiato una scena incredibilmente tragica a mio parere: tragica e con un retrogusto amaro che sa di malattia, quella malattia...... un sesso piuttosto sporco, spogliato di qualsiasi sentimento nobile e piuttosto spento e umiliante, un po' come l'augurio finale del protagonista che avrebbe voluto far piangere la donna.
Mi ha colpita il pene flaccido che, alla fine del rapporto, corona l'immagine di degradazione... quasi che tutto il desiderio che aveva provato, che lo aveva torturato, non avesse davvero peso; non era qualcosa di veramente così impellente come sembrava... una volta finito tutto - nel giro di pochi istanti - non rimaneva nulla di duraturo, solo un fuggevole ricordo.
E questa donna? Fredda ed insensibile, che consuma un atto nel silenzio, sconsacrandolo e rendendosi "peccato" (l'immagine di demoniaco è denunciato piuttosto chiaramente); mi ha fatto venire in mente il delirio di un morente che ha un'allucinazione di qualcuno che ha tormentato da sempre la sua vita e che persino in quel momento critico si trova lì a pungolarlo ma in qualche modo non sia reale, nonostante le immagini piuttosto concrete degli occhi, delle occhiaie e dei seni.
Inoltre mi è piaciuta la fine: chiara, breve, concisa.... come tutto il resto del testo.
Complimenti =)
Rita <3 |