Arrivo un po’ in ritardo, come mio solito.
Soprattutto perché volevo spendere un po’ più di 5 minuti per questa storia.
Ho iniziato a leggerla, quasi per caso, incuriosita un po’ dalla trama, e soprattutto perché avevo finito di leggere tutto il leggibile.
L’ho iniziata perché la trama mi incuriosiva.
Perché Kurt e Blaine sono la mia criptonite. E perché ad una Klaine fatta bene non si dice mai di no.
Soprattutto ad una Klaine con di mezzo Sebastian.
Prima di tutto voglio complimentarmi con te per come scrivi.
Sempre curato, lineare, semplice, ma non troppo. Sempre con un’attentissima scelta alle parole da usare, per creare la giusta sfumatura.
Ma soprattutto amo le parti più introspettive, più riflessive, più “intime” dei personaggi. Perché secondo me, lì emerge tutta la tua bravura.
Sai dare voce ad un caleidoscopio di sentimenti e di emozioni, in modo particolare e delicato.
Riesci a farci entrare in sintonia con i tuoi Kurt e Blaine, grazie alla profondità con cui analizzi il loro amore, le loro gioie, le loro speranze, le loro paure, i loro timori, le loro insicurezze.
Sei riuscita a rendere due personaggi sostanzialmente fittizi molto “veri”, a dar loro carne con cui sentire, ossa con cui affrontare ogni giorno la realtà, e un cuore con cui amare.
Ed è proprio per questo che amo i tuoi Klaine. Perché sono veri. Sono ragazzi che potremmo incontrare per strada, che potremmo osservare di sfuggita in un pomeriggio pensieroso.
Sono ragazzi immersi nella quotidianità del loro amore.
Nella costanza di un sentimento che giorno dopo giorno cresce insieme a loro.
Nella consapevolezza di aver dato alla loro relazione basi solide.
Nella speranza di continuare ad alimentare e tenere viva quella fiamma che ardente brucia nei loro occhi, ogni volta che i loro sguardi s’incontrano.
Sono ragazzi dalla personalità unica.
Blaine con le sue insicurezze. Con la paura di non poter essere abbastanza per quello che è l’amore della sua vita.
Con il timore che non essendo abbastanza, quella sua stessa ragione di vita possa rendersi conto di essere “sprecato” per lui, e lentamente, scivolandogli dalle mani, se ne possa andare per sempre.
E posso comprendere le paure di Blaine, tormentato da tanti fantasmi.
Lo comprendo perché l’amore fa paura, anche un amore così profondo e così vero come il loro.
Fa paura perché nel momento in cui metti nelle mani dell’altro il tuo cuore, non puoi mai sapere come verrà trattato, se con amore e cura, o maltrattato e ferito.
Ma forse, quello che Blaine non ricorda, ma che nel profondo sa, è che nelle sue mani, al centro del suo petto non c’è più il suo cuore, ma quello di Kurt. Perché allo stesso modo, gliene ha fatto dono.
E nel momento in cui si sono dovuti separare, nel momento in cui fra loro si è imposto un oceano, si sono resi conto entrambi di che tesoro prezioso avessero fra le mani.
E hanno compreso che nonostante il senso di solitudine, la mancanza, la sensazione di vuoto e di lacerazione, loro avrebbero dovuto prendersi cura di quel cuore. Perché è lì che pulsava incessante e inesorabile la loro vita.
Perché tutto ciò che cercavano da una vita era lì, nelle loro mani, bisognoso solo di essere confortato, coccolato, amato.
Allo stesso tempo, amo il tuo Kurt.
Non è più il timoroso ragazzo sulle scale della Dalton, terrorizzato persino dalla stessa ombra.
Adesso è un uomo coraggioso, fiero di quello che è diventato, consapevole e determinato nelle proprie scelte.
È un uomo che ama, e quando lo fa, dà tutto se stesso. Innamorato della stessa persona dopo dieci anni. Innamorato con la stessa passione e lo stesso ardore del primo momento.
È un ragazzo che sa quello che vuole, e sa chi vuole, deciso a non lasciarselo scappare. È un “guerriero”, “dietro l’aspetto di un angelo c’è un uomo che ha affrontato di tutto”, come lo definisci.
Ed è vero, penso che quello di Kurt sia uno dei personaggi più forti della storia.
Ma allo stesso tempo, è una forza che ha tante crepe, tante piccole imperfezioni, che lo portano a crollare, a cadere, sfinito sotto il peso di una delusione, delle incomprensioni, di sei mesi di distanza dalla persona che più ama al mondo.
Come la forza che Blaine dimostra di avere sostenendo Sebastian nel suo calvario, è una forza fragile, perché insidiata da tante insicurezze, da tante paure, che lo portano a cadere, non riuscendo a capire che è in grado di reggersi da solo.
Uno dei pezzi che ho amato è stato questo:
“Perché? Perché mi hai fatto questo?”
Perché mi stai costringendo a lasciarti?
Non vedi che mi manca l’aria?
Perché non hai scelto noi?
Eravamo perfetti, Blaine. Perfetti.
Nulla avrebbe potuto scalfirci, insieme avremmo continuato ad affrontare la vita.
Nonostante siano parole che mi hanno spezzato il cuore, a freddo le ho trovate come una grande dimostrazione d’amore.
Kurt è arrabbiato, pensa che Blaine lo abbia tradito, di nuovo, non sa che tutto quello che è successo è solo il frutto di un malinteso.
È furioso, perché pensa che quello che credeva irrimediabilmente suo in realtà non lo è mai stato. È straziato perché si vede costretto a riprendersi, di nuovo, quella fiducia così tanto duramente concessa.
Ma una cosa emerge, forse anche più forte della delusione.
Che nonostante tutto, nonostante il dolore, Blaine è ancora lì, ancora nel suo cuore. Lì dove è destinato a stare.
Per Kurt è inconcepibile anche solo pensare a se stesso e a Blaine, divisi solo dalla parola “senza”. Per lui, è insensato pensare a se stesso avulso da Blaine. Kurt è Blaine, e Blaine è Kurt, come avrebbe detto la Brontë.
Sa già che il suo cuore non potrà mai separarsi realmente da quello di Blaine.
Sa che se lo facesse, non respirerebbe, gli mancherebbe l’aria.
E secondo me, è proprio questo che lo fa andare avanti, dopo che si sono lasciati. Il sapere che comunque Blaine ha il suo cuore, e di quello si è sempre preso cura. Il sapere che comunque, il suo posto è accanto a Blaine.
È Blaine.
Che a differenza sua, crede di averlo perso definitivamente. E si odia per aver fatto loro quello, si odia per aver sputtanato la cosa più bella che aveva tra le mani.
E nella nebbia della disperazione, non riesce a vedere quanto la cosa sia tutto un fraintendimento. Quanto la cosa possa essere assurda. Perché un’anima sola non può separarsi. E le loro sono unite, senza buchi o rattoppi. Quindi possono solo che essere destinati a stare, ad ESSERE insieme.
Perché, per quanto il nostro sguardo possa vagare oltre l’orizzonte e la nostra mente possa spaziare nell’immensità dell’infinito, sarà sempre chi ci sta accanto a darci la forza di continuare a sognare una vita migliore. Perché l’amore, qualunque forma esso assuma, in qualunque modo si esplichi e si renda manifesto, o si custodisca nel cuore senza mai venire a galla, sarà la sola vera forza che muoverà gli uomini, in ogni epoca, e in ogni luogo. Per sempre.
E alla fine Kurt e Blaine hanno capito che solo se le loro mani si fondono e sono allacciate, solo allora i dubbi e le incertezze si dissipano, solo allora la nebbia svanisce e torna a splendere il sole nella loro vita.
Ho amato tantissimo anche il personaggio di Lucy. Nonostante la storia non sia incentrata sul loro essere padri, Kurt e Blaine devono comunque molto a questa piccola creaturina. Perché in fondo, è stata lei a farli rincontrare, a farli innamorare di nuovo (come se smettere di amarsi fosse mai possibile per i Klaine), a farli riconoscere ancora una volta, attraverso i suoi occhi puri di bambina.
Sappi che oltre ad avere un amore sconfinato per la Klaine, io adoro il personaggio di Sebastian. Non solo per quanto riguarda quello che ci hanno fatto vedere nel telefilm (cosa assai misera, a mio parere), ma soprattutto per come viene descritto nelle fanfictions.
E a volte rimango sbalordita di fronte ad una tale caratterizzazione, caratterizzazione di un personaggio di cui fondamentalmente abbiamo visto poco niente.
Il tuo Sebastian mi ha colpito moltissimo perché è completamente diverso da come solitamente viene caratterizzato.
Non il ragazzo facile e padrone del mondo, non il figlio dell’avventura e di Bacco.
Ma un ragazzo con un grave peso sulle spalle, un ragazzo vessato dalla vita, ancor più di Kurt.
Un ragazzo ferito da quelli che dovrebbero dare amore incondizionato.
Un ragazzo sofferente, sconfitto, incapace di rialzarsi da solo, perché ormai non crede più in se stesso.
E se da una parte potrei biasimare il suo attaccamento a Blaine, non posso che comprenderlo.
Sebastian vede nell’amico l’unica luce della propria vita, l’unica nota dolce, in una cacofonia di rumori stridenti.
E crede di amare Blaine, perché è l’unico che nel periodo più buio della sua vita, gli ha teso una mano, e lo ha confortato, curato, sostenuto. E gli ha ricordato che, nonostante tutto quello che la vita gli aveva riservato, lui valeva proprio per la persona che era. Valeva perché era Sebastian, con i suoi difetti, ma anche con tutti i suoi pregi.
Ed è stato molto bello quando prende coraggio e racconta la sua storia a Kurt. Oltre che per cercare di sistemare le cose fra i due ragazzi, secondo me lo ha fatto anche per se stesso. Perché in questo modo da quel momento ha iniziato a riprendersi la propria vita, a rialzarsi da solo, perché Blaine era troppo distrutto per stargli accanto, e ha capito che il cambiamento parte innanzitutto da se stessi.
Dopo essere finalmente libero da quello che avrebbe dovuto essere suo padre, e invece si è rivelato solo un mostro, cosa sarà di Sebastian?
Oltre ad avere un lavoro suo, che gli darà soddisfazioni, ci sarà qualcuno che saprà amarlo e donargli completamente il proprio cuore?
Giusto un piccolo interrogativo, che cerca risposta.
Spero di essere riuscita a farmi capire, quanto possa aver amato questa storia. A volte credo che il senso che è nella mia testa molto spesso rimane lì, e non si traduce in parole scritte.
Ti ringrazio di aver condiviso questa storia con noi.
Rileggere la dolcezza dei tuoi Kurt e Blaine a volte è un balsamo lenitivo.
Non mi resta che dire alla prossima.
Un bacione, dolcissima Nessie.
MAry* (Recensione modificata il 30/04/2014 - 07:00 pm) |