Comincio con il ringraziarti direttamente per aver partecipato fino alla fine. Poter leggere la tua storia è stato un vero piacere.
La grammatica è ottima – hai accentato il “sì” affermazione e già avevo le lacrime agli occhi, con il “sé” pronome mi hai dato il colpo di grazia. Mai provata tanta gioia –, giusto un paio di “bé” che richiedono l’accento… grave? Sì, insomma, quello dalla parte opposta – “bè”.
Hai scelto, per la trama, di affidarti all’infanzia dei protagonisti. Li hai resi bambini, rischiando molto. Gestire la caratterizzazione dei bambini è molto difficile, nella mia esperienza: si corre il rischio di farli sembrare troppo adulti o troppo sciocchi. Ricreare una gestualità credibile e mettergli in bocca discorsi strutturati nel modo giusto è difficile. Ci sei riuscita molto bene. La seconda parte mi è piaciuta particolarmente. La prima è sembrata quasi un riscaldamento, una ricerca dello stile adatto, che hai trovato solo una volta preso il via. C’è tutta la spiegazione iniziale della curiosità di Makoto che non è stata sempre fluida – sono rimaste anche un paio di ripetizioni con “bambino/i” e “dall’aria” –, la sensazione è stata quella del troppo raccontato e poco mostrato. Poi sei andata migliorando, raggiungendo il meglio nello stile e nella caratterizzazione negli ultimi due paragrafi.
A proposito della caratterizzazione, come accennato, i personaggi vanno costruendosi con il testo. In principio sono fatui e acquistano con il procedere della lettura i loro tratti distintivi, concludendo con l’empatia di Makoto – quell’istintivo cogliere i pensieri di Haruka senza che trovino voce – e la gentilezza silenziosa di Haruka stesso, che ancora bambino comincia a interessarsi, nel suo personalissimo modo, all’interazione con qualcosa che non sia l’acqua.
Hai strutturato bene la storia, il fatto che vada in crescendo aiuta a mantenere viva l’attenzione e ad apprezzare ogni momento.
Sicuramente una lettura che vale la pena di fare. Mi è piaciuto soprattutto il non vedermi spiattellato davanti un qualche shonen-ai o yaoi, che tende a mettere in secondo piano tutti gli aspetti che caratterizzano l’amicizia fra i personaggi – un’amicizia che supera qualsiasi fantasia dei fan, proprio perché tangibile sia nell’anime che nella novel. |
