In silenzio, di Aturiel
11° posto al contest "Lacrime" (a pari merito con Alex.1996)
Grammatica: 8,5/10
Il testo è generalmente corretto, ma ho qualche osservazione da farti:
- ci sono alcuni errori di battitura (es: "spargendo i suo lunghi capelli bianchi e spettinati sulla strada e chesi confondevano con il manto candido che copriva la città ormai da settimane..."; es: "Detto questo l’uomoera aveva strattonato Jean..."; es: "... spuntando sentenze..."; es: "Ancora un passo, gliene mancava solo più uno...");
- ci sono anche delle concordanze verbali sbagliate (es: "Aveva continuato questa operazione finché nonebbe legato tutti i capelli candidi in una treccia disordinata" = così non va bene, ma puoi risolvere il problema in due modi: 1) usi il trapassato prossimo in entrambi i casi, tanto più che hai usato quel verbo in tutto il passo = "Aveva continuato questa operazione finché non aveva legato tutti i capelli candidi in una treccia disordinata"; 2) usi il passato remoto nella prima parte della frase = "Continuò questa operazione finché non ebbe legato tutti i capelli candidi in una treccia disordinata"; es: "Jean, mi erano giunte voci riguardanti il fatto che tu avessi ospitato un ragazzino di strada tra queste mura..." = anche questa frase non mi suona: così sembra che Jean abbia ospitato il ragazzo in passato ma, nel momento in cui il padre gli parla, non sia più così; invece Amio è ancora a casa di Jean. Quindi, avrei preferito una costruzione di questo tipo: "Jean, mi erano giunte voci riguardanti il fatto che tu stessi ospitando un ragazzino di strada tra queste mura..." oppure, meglio ancora, avrei usato il presente: "Jean, mi sono giunte voci riguardanti il fatto che tu stai ospitando un ragazzino di strada tra queste mura...");
- quando hai usato i nomi collettivi, hai sempre concordato verbi e aggettivi al plurale (es: "Urla di gentedisperata e povera, felici di una pausa dalla loro vita monotona..."; es: "prima che la folla urlasse cose senza senso, spuntando sentenze sulla vita di quel ragazzo che non conoscevano e che non avrebbero mai conosciuto..."). Ebbene, facendo ricerche ho scoperto che si può, quindi non lo considero un errore anche se non mi piace e preferisco in ogni caso la concordanza al singolare. Però, se scegli l'accordo al plurale, mantienilo sempre, non come in questo caso: "Urla di gente disperata e povera, felici di una pausa dalla loro vita monotona...".
Stile: 5/7
Lo stile mi piace molto, perché è chiaro e, talvolta, "vivace". Almeno, io l'ho percepito così e l'ho associato alla stravaganza del personaggio di Jean. Comunque, ho alcune cose da segnalare:
- ci sono frasi molto lunghe e ricche di particolari che rendono la lettura meno scorrevole. Faccio un unico esempio che, però, mi sembra efficace: "Avevano camminato, o meglio, il gentiluomo aveva camminato e Amio gli aveva incespicato appresso, per circa mezz’ora finché non si erano trovati di fronte a un edificio altissimo in pietra, decorato con alti capitelli marmorei su cui erano rappresentati decori complicati e talmente dettagliati da far sembrare reali anche le belve impegnate in una danza mortale, immobile ed eterna senza nessun vincitore e nessun vinto" = questa frase è lunghissima; se provi a leggerla ad alta voce, come ho fatto io, rimarrai senza fiato a metà. Per renderla più scorrevole, l'avrei spezzata con qualcosa di più che delle virgole.
- ogni tanto, ometti soggetto e oggetto della frase e, purtroppo, il fatto che i personaggi siano tutti maschi complica le cose (es: "Ma lui non vedeva questo in Jean, no" = ho capito che si tratta di Amio, ma sarebbe stato utile indicare il soggetto; es: "E dopo essersi divincolato dalla stretta di suo padre, gli aveva scoccato un veloce e morbido bacio sulle labbra sottili e se n’era andato" = anche qui ho capito che Jean si divincola e dà un bacio ad Amio, ma è poco chiaro; es: "Avrebbe voluto consolarlo ma la consolazione non la trovava nemmeno lui che, finalmente, aveva imparato ad amare la sua vita" = in questo caso, invece, non ho davvero capito chi dei due avrebbe voluto consolare chi. C'è di buono che la frase può andare bene per entrambi e il lettore può interpretare);
- due frasi la cui costruzione mi ha disturbato ("I due avevano iniziato una strana danza di mani, pelle, labbra, lingue sconosciuta ma allo stesso tempo che veniva loro naturale fare" = mi piace tanto come concetto, ma avrei costruito la frase diversamente, per esempio così: "I due avevano iniziato una strana danza di mani, pelle, labbra, lingue sconosciuta ma che, allo stesso tempo, veniva loro naturale (fare)"; "Il signore allora era entrato nell’abitazione e si era sbottonato il cappotto, lasciando per un momento il braccio di Amio che era caduto a terra privo di sensi" = qui mancano delle virgole ma, anche inserendole, sembra che sia il braccio di Amio a cadere a terra. Forse avrei semplicemente omesso l'appunto sul braccio: "Il signore allora era entrato nell’abitazione e si era sbottonato il cappotto, lasciando per un momento Amio, che era caduto a terra privo di sensi");
- delle piccolezze (es: "Solo quattro passi che lo separavano da questo" = mi è piaciuto tantissimo l'elenco con cui hai iniziato la storia, perché crea immagini molto efficaci. Penso che questa frase lo voglia riprendere, ma credo che la frase sarebbe d'effetto comunque, anche senza quel che; es: "Prima che il gentiluomo si voltasse era già corso via, tentando di evitare una punizione che non sarebbe arrivata" = hai voluto anticipare qualcosa, ma poiché nella frase successiva spieghi immediatamente quello che accade, non credo sia necessario anticipare alcunché; es: "Si era accucciato poi sotto la poltrona di velluto scuro sui cui fino a poco tempo prima era stato disteso e aveva afferrato un grosso orologio da taschino dorato su cui erano incise le iniziali J. B." = giuro che è l'ultima cosa e poi smetto! Dunque, io sono una grande fan della verosimiglianza. Questa frase non mi suona per due motivi: 1) prima si è nascosto sotto la poltrona e poi è uscito dal suo nascondiglio per prendere l'orologio da taschino? Avrebbe più senso pensare che prima vede l'orologio e lo prende, poi si nasconde; 2) dove ha preso quell'orologio? In seguito scopriamo che Jean li costruisce, quindi è verosimile pensare che la scrivania ne sia piena, ma tu non hai mai nominato orologiprima. Spero di essere stata abbastanza chiara; comunque non ho considerato queste mie paranoie un errore).
Lessico: 5/5
Sul lessico ho poco da dire, perché è semplice ma non banale, sempre corretto. La mia unica osservazione riguarda la ripetizione del verbo correre nel passo in cui Amio ricorda l'incontro con Jean.
Coinvolgimento: 18/20
Quando ho iniziato a leggere la storia ne avevo un'opinione completamente diversa da quella che ho ora, dopo aver letto.
Da divoratrice di manga/anime/libri/film a tematica gay, pensavo che fosse la solita storia dell'uomo ricco che prende con sé il ragazzino povero perché vede qualcosa di più in lui, i due immancabilmente si innamorano, ci sono degli ostacoli al loro idillio, tutto finisce per risolversi.
Invece è finita con le mie aspettative in pezzi e il mio cuoricino pure.
Questa storia è semplice e, forse, non troppo originale, ma personalmente mi coinvolto molto, perché ha qualcosa di tenero e poetico che, senza che me ne accorgessi, mi ha catturato fin dalle prime righe.
Io sono una persona cinica e negativa, quindi non è semplice coinvolgermi emotivamente, ma tu ci sei riuscita. Brava!
Gradimento personale: 8/10
La storia mi è piaciuta parecchio. La cosa strana è che mi è piaciuta senza che me ne accorgessi.
Per tutta la durata della lettura, ho avuto l'impressione di detestare Jean: è esattamente il tipo di persona logorroica, sempre allegra, entusiasta, che ucciderei se mi rivolgesse la parola il lunedì mattina alle 7. Eppure mi è rimasto nel cuore, e capisco perché ha vinto un premio come miglior personaggio.
Per quanto riguarda Amio, forse gli manca un po' di spessore e di personalità. D'altronde non parla, è difficile interiorizzarlo anche se la storia è narrata dal suo punto di vista... però questo mi piace, perché c'è molta tenerezza nel fatto che, anche se il protagonista è Amio, conosciamo meglio Jean: l'amore è così. Comunque mi ha lasciato una grande curiosità: vorrei sapere qualcosa di più su di lui! Specialmente sulla morte di suo fratello.
p.s. e che bello il bannerino!
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