Recensioni per
Amami alla vigilia della Festa dei Morti
di Feles 85

Questa storia ha ottenuto 104 recensioni.
Positive : 104
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
17/04/14, ore 20:13

Ciao cara, eccomi finalmente a recensire il nuovo aggiornamento.
Tanto per cominciare, sono sincera, questo capitolo penso che sia uno dei miei preferiti. Già dalla descrizione iniziale, davvero ben fatta, con un'orrima scelta di parole, ci si cala completamente nell'atmosfera della storia. Ottima descrizione anche del personaggio di Pullo, che viene mostrato come uno fra i pochi animi fedeli, genuini(?), della Roma di quegli anni, e uno fra i pochi di cui Ottavia sembra fidarsi davvero.
E finalmente siamo arrivati all'incontro in teatro, dove tutti sembrano più tesi che mai. Marco Antonio, così serio, fa quasi impressione (soprattutto, e forse paradossalmente, perché in compagnia di Licoride), ma ciò non entra in contrasto con il personaggio che hai trattato finora. Bruto e Ottavia, invece, sono sempre più tormentati dai dubbi. Cesare, invece, pare che in fondo campi già alcuni segnali fra i tre.
Altro particolare che ci tengo a sottolineare: sempre belli e interessanti i riferimenti alla cultura romana, è davvero un piacere leggere una storia che non lascia indietro questo aspetto.
Ora ttendo di scoprire cosa accadrà prossimamente, a questo punto ormai la storia assorbe completamente. :)
A presto!
Ambra

ps: scusa per la recensione tardiva!

Nuovo recensore
15/04/14, ore 19:57

Ed ecco uno scioglimento della vicenda molto potente, in cui tutto lo struggimento si risolve in un amplesso estremamente focoso, in cui Bruto stesso diventa molto più virile di prima, proprio perché l'amore sincero tra Bruto e Ottavia si rivela nella sua pienezza.

Bella anche l'introduzione sul trionfo di Cesare; perché si inserisce molto bene nella mentalità del tempo, ovvero spiega l'ammirazione per i Celti legati alle antiche tradizioni e la visione di Cesare come l'uomo che avrebbe riportato l'ordine anche a Roma

Nuovo recensore
14/04/14, ore 23:59

Però; una svolta molto forte, due uomini tanto diversi ma che riescono a prendere con stoicismo un'avversità quale un triangolo amoroso. Un modo di intrecciare la trama che non fa altro che invogliare a leggere un altro capitolo :)

Recensore Veterano
14/04/14, ore 19:32

Carissima Feles,
un altro intrigante capitolo, raffinato e ben costruito .
Mi piace molto la prima parte, dove è protagonista il rude Tito Pullo, legionario tutto d’un pezzo, uomo rusticus fin nel DNA. E’ apparentemente grossolano, ma profondamente leale e sensibile: non è il civis Romanus che prende sul serio la politica, come l’inflessibile e catoniano Voreno. Per lui contano le persone a cui tiene, e a cui dona la sua FIDES, e in questo si trova ad essere anche lui parte dello spirito autentico della Romanità, pur agendo in maniera istintiva e a volte molto irrazionale. E’ un gigante buono indistruttibile, capace di atti di violenza –si ricordi la tortura e l’uccisione di Evandro-, ma anche di grande tenerezza e protezione, come nei confronti dei giovani della gens Ottavia o della bella Eirene.
Nella seconda parte metti in atto un complesso gioco “di ruoli”, un triangolo che è diventato un quadrilatero: Ottavia – Bruto – Antonio – Licoride, anche se quest’ultima ovviamente è una figura molto sbiadita, quasi una “donna dello schermo”.
Ottavia nel suo abito da sera è bellissima ed è inevitabile che quello scostumato (passami il termine) di Antonio scappi la battuta sulla “lupa”. Bruto che è fatto di ben altra pasta rivede in lei Tanaquil rediviva… La chiusa di capitolo trova tutti i personaggi della tresca in un profondissimo imbarazzo… e mi lascia con una grande curiosità per gli sviluppi successivi.
Un caro saluto, KK

Nuovo recensore
04/04/14, ore 14:54

Ad ogni capitolo le tue abilità descrittive si affinano sempre di più! Mi sono morso il labbro nella scena tra Ottavia e Bruto, chi ha orecchi per intendere intenda.

Ancora complimenti per la resa dell'atmosfera della scena; e complimenti sopratutto per come si parla della Gallia e di Vercingetorige, sfatiamo sempre di più il mito dei galli barbari! Brava!

Nuovo recensore
03/04/14, ore 22:51

Eh; ecco che torna alla carica un Antonio sempre più "luperco", finanche silvano da come si pone da "cacciatore" nei confronti di Ottavia; uno sviluppo che fa solo venir voglia di sapere di più!

Bellissima la descrizione molto "decadentista" della scena, Wilde sarebbe fiero di te!

Recensore Junior
02/04/14, ore 21:55

Ben ritrovata con il tuo nuovo capitolo! Molto denso sotto un certo punto di vista, sembra che faccia da preludio ad un prossimo ed imminente complicarsi delle cose. Insomma, dopo l'apparente stasi di questi ultimi capitoli, dove ti sei concentrata molto sulle emozioni dei tre personaggi pricipali e sul loro stato d'animo, pare che presto vedremo molte forze in azione, in questa Roma dove fidarsi è davvero difficile, popolata di tessitori di inganni e provocatori. Prima spia: la discussione fra Bruto e Cicerone.
Ottima la parte iniziale dove viene descritto il rito, ed anche il momento in cui gli occhi di Ottavia e quelli di Bruto si incontrano. Interessante anche la resa del personaggio di Cesare, che dimostra una certa acutezza, e che forse sa più di quanto non vuole far vedere (?? impressione data soprattutto dal suo sorriso enigmatico finale).
Ora attendo il prossimo capitolo, sono molto curiosa di leggere della svolta che prenderà la storia nel prossimo evento teatrale. 
A presto!
Ambra

Nuovo recensore
02/04/14, ore 11:54

Molto matura e introspettiva questa parte; perché benché la realtà storica sia ben nota, è in qualche modo un colpo di scena tutto questo amore che in Ottavia cresce per Marco Antonio; in uno scoprirsi anche lei una "luperca" come l'uomo.

Molto bella anche la descrizione del mondo delle matrone romane di quell'epoca; che era a metà strada tra la purezza del mondo antico e quella che sarebbe stata la degenerazione dell'epoca tardo imperiale

Recensore Veterano
01/04/14, ore 20:26

Carissima Feles,
un bel capitolo sostanzialmente fondato su un unico contrasto. Due grandi sezioni, due punti di vista, due eterni contendenti: emozioni e dura realtà. Vita e Storia. Ragione e sentimento (un “derby” che affonda le sue radici in un humus più profondo di quello dell’Europa preromantica). La prima parte è coinvolgente e affascinante, con la scena dei Ludi dal punto di vista di Ottavia, seduta nella tribuna d’onore al fianco del grande Cesare. Forte è la suggestione della descrizione del rituale che tu conduci, al tuo solito, con grande precisione ed eleganza. La giovane esponente della gens Iulia non può non sentire prepotentemente la malia che la cultura etrusca esercita ancestralmente su di lei. Nella seconda parte si addensano le ombre lunghe e nere della politica e della Storia: Bruto è in compagnia di Cicerone e nascono nella nobilitas le ipotesi più fantasiose – e al contempo più cupe - sul diverbio che si scatena tra loro. Ma noi sappiamo quale ne è l’origine, l’invincibile imbarazzo del giovane innamorato nel vedere la propria amata seduta in tribuna. Sogno e realtà si fondono ai suoi occhi e appaiono decisamente irriducibili. La presenza del l’homo novus di Arpino rende il risveglio ancora più traumatico. Nella serie la figura di Cicerone, complice anche l’aspetto e la postura non certo gradevoli dell’interprete, era veramente tratteggiata nel modo più meschino. Appariva come un mero opportunista, dalle azioni tutte modulate sul tono dell’ignavia e del compromesso. Un italiano ante litteram, per intenderci. È evidente che Marco Tullio non era quello –anche se in autoreferenzialità e in prosopopea non era secondo a nessuno! Ma, come sappiamo, gli sceneggiatori di “Rome” hanno caratterizzato i vari personaggi a loro modo, prendendosi varie licenze “drammatiche” rispetto al reale tessuto storico. Ad ogni modo, qui Cicero fa la sua degna figura di personaggio fictional.
Un caro saluto, KK

Nuovo recensore
01/04/14, ore 09:29

Ancora un'ottimo modo di mettere in scena il mondo dei sentimenti; mettendo a parole cose molto difficili da descrivere. Il tutto in un'ottima descrizione dell'ambientazione!

Ho fin provato pietà per questo Bruto così deluso d'amore e succube della madre

Recensore Junior
31/03/14, ore 21:24

Ciao cara, sono davvero contenta di aver cominciato a leggere la tua storia! In questa recensione ti lascio un giudizio generale su tutto, dalla prossima invece comincerò a commentare i singoli capitoli.
Sullo stile ho davvero poco da dire: testo scorrevole e assolutamente piacevole da leggere; le descrizioni sono efficaci e rendono molto bene l'idea del tempo di ambientazione della vicenda; la presenza dei loro pensieri di quando in quando, aiuta tantissimo ad immedesimarsi nel personaggio. A volte ti sono scappati alcuni piccoli errori di battutura, oppure di distrazione per quanto riguarda la punteggiatura, ma se dovessi decidere di dargli una rilettura sono sicura che li troveresti senza fatica.
Per quanto riguarda la storia in sé, invece, la sto apprezzando molto, pian piano sempre di più. Mano a mano che la vicenda va avanti si scoprono sempre piccoli dettagli in più su tutti i personaggi, che lentamente stanno evolvendo; si nota particolarmente il cambiamento e lo sviluppo di Ottavia e di Marco Antonio (che per ora oltretutto rimane il mio personaggio preferito, dopo questo capitolo soprattutto!).
Altra cosa che mi è piaciuta molto, è la caratterizzazione di Ottaviano, un modello di integrità morale già da giovane, che lo preannuncia per quello che sarà in futuro: uno fra i personaggi più grandi della storia di Roma e non solo.
Parlando di questo capitolo, beh, posso solo dire che mi è piaciuto tantissimo. L'idea di far rivolgere Marco Antonio a Licoride (personaggio che tra l'altro esercita davvero un certo fascino), per tentare di illudersi, seppur per poco tempo, di aver conquistato il cuore di Ottavia, è fantastica. Ed ancor più fantastico è quando, a fine capitolo, capisce che quell'illusione lo lascerà solo più amareggiato, nonostante (o forse proprio per il fatto che) Licoride sia così brava a portare la maschera di Ottavia.

Detto questo, complimenti, e avanti così. Aspetto il prossimo aggiornamento. :)

Nuovo recensore
31/03/14, ore 10:00

Ciao Feles.

Ho davvero apprezzato questo capitolo; molto più degli altri due, poiché qui non solo si ha, come prima, un'ottima descrizione dei sentimenti dei due personaggi; ma fai notare molto bene il contrasto tra la mascolinità di Marco Antonio e la femminilità di Ottavia; lui marziale e virile, lei ninfesca e semplice. Un contrasto tra i due personaggi decisamente ben reso e molto intrigante!

Nuovo recensore
31/03/14, ore 09:58

Ciao Feles,

complimenti davvero! In questo capitolo non solo riesci molto bene, come nel primo, a mettere in parole il mondo turbinante delle passioni; ma il lettore si immedesima molto nei personaggi, il rapporto tra Ottavia e Bruto è davvero ben reso e il tutto completamente privo di volgarità, cosa purtroppo estremamente rara. Tu dimostri egregiamente che la carnalità travolgente può essere così finemente descritta. Complimenti davvero!

Nuovo recensore
31/03/14, ore 09:56

Ciao! Ottima storia davvero; riesci con molta abilità a rendere i sentimenti di Ottavia per Bruto... hai un modo di mettere a parole i sentimenti che fa invidia a molti.

Complimenti anche per la resa di quell'atmosfera estiva della Roma antica; riesci a far immedesimare il lettore molto bene!

Recensore Veterano
24/03/14, ore 15:42

Carissima Feles,
continua la “lunga estate calda” della tua Roma sempre più decadente –in senso sia letterale che letterario-, rinfrescata appena da un provvidenziale temporale che ha spezzato la cappa d’afa che cingeva il caput mundi.
In questo capitolo sposti saggiamente l’attenzione su Antonio e sulla sua intrigantissima amante Licoride: ben altro rapporto rispetto a quello tra l’eterea Ottavia e l’inquieto Bruto. Qui tutto è finzione e il luogotenente di Cesare propone alla cortigiana un rapporto “en travesti”. Dopotutto, puntualizza acutamente lui per farsi docilmente obbedire – il virilissimo Antonio non è certo uno che ami sentirsi dire di no-, ognuno ha il proprio mestiere e il proprio ruolo: lui è un guerriero, lei una donna di spettacolo. Unicuique suum… Ha interpretato tanti ruoli, che cosa le costa indossare una parrucca e “fare” la nobile romana? Ci conduci però per mano a comprendere che questo invito non è un semplice “lo famo strano!”, ma nasconde tutta l’inquietudine che il coinvolgimento per Ottavia ha gettato nel cuore dell’inossidabile soldataccio. E per un soffio lui non si tradisce. Molto raffinata e intrigante anche la schermaglia tra i due amanti, con Licoride che lo stuzzica e sbeffeggia un po’.
Leggendo questo nuovo capitolo, di finissima trama e prosa al tuo solito accurata e preziosa , mi si sono affacciate tre reminiscenze artistiche di varia natura. Non so se c’entrino qualcosa, ma le voglio ugualmente condividere con te.
1. Antonio che traveste la sua amante mi ha rammentato la parte finale di “Cent’anni di solitudine”. Aureliano, innamorato della propria zia (ma quasi coetanea) Amaranta Ursula, sposa di un affascinante belga di nome Gaston, le ruba il profumo per spruzzarlo addosso alle giovanissime prostitute da quattro soldi che frequenta e per farsi gridare all’orecchio “Gaston! Gaston!” durante l'amplesso;
2. “Amami, Antonio” mi fa riecheggiare il celeberrimo “Amami Alfredo” di Violetta Valéry: ça va sans dir…
3. La repulsa finale di Antonio mi ha strappato un sorriso (che forse era fuori luogo, non so), poiché mi è venuta in mente Sofia Loren nell’ultimo episodio di “Ieri, oggi e domani” quando, nei panni della prostituta Mara, si sottrae al suo cliente bolognese (Marcello Mastroianni) a metà spogliarello (sulle note di “Abat-jour, che soffondi la luce bluuu…”) con un simile pretesto religioso.
Chiedo venia per queste varie elucubrazioni.

Un caro saluto, KK

P.S. Osservo con piacere che stai facendo grandi progressi nell’uso dell’html. Questo capitolo è graficamente più compatto. Ora è piacevole su tutta la linea, nella sostanza e nella forma!
(Recensione modificata il 24/03/2014 - 03:44 pm)