Ma lei è sicura, o mia amata consorte, d’essere affetta da quell’odiosa patologia consistente nel non riuscire a tramutar pensieri ed immagini in un testo narrativo, comunemente conosciuta col nome di ‘blocco dello scrittore’? A me pare – no, non si tratta di un’impressione, è così – che i lavori che ha sfornato in questo periodo siano MILIONI di volte superiori a quelli di coloro che scrivono senza questo peso *assente con fervore*
Questa storia è magnifica e lo è perché ti mostra TUTTO: ti porta indietro nel tempo e dritto dritto nella testa di Tony, in quei ricordi che sono immagini e sentimenti tangibili e in quella speranza puerile che riemerge con prepotenza, stroncando la sagacia e la boria che è solito ostentare – le maschere dietro cui si nasconde – e rivelando – smascherando, appunto – i suoi pensieri, espressi con una sincerità priva di fronzoli e di sarcasmo: nelle battute finali (“Finalmente, eh. Ce ne hai messo di tempo, Capitano”) c’è tutto questo, e c’è anche, a mio parere, una sorta di senso di rivalsa, quello che scaturisce da una lunga attesa finalmente giunta al termine.
Howard e Maria sono due figure tridimensionali, nettissime malgrado assenti e, di fatto, soltanto accennate. Hai racchiude in una manciata di righe dinamiche familiari molto complesse e dolorose e l’hai fatto magnificamente.
Scrivi così bene che io muoio male su ogni singola riga – anzi, su ogni singola parola TT La naturalezza con cui racconti è veramente RARA (dov’è il blocco, DOVE?!) e io mi incanto ogni volta, nel leggerti, e ti invidio da morire – per la bellezza delle immagini che usi, per la scelta oculata dei termini e perché sì, oh.
Ultima vagonata d’amore per la citazione di Lilo&Stitch, che mi ha trasformato in una pozzanghera di feels e d’ammmmmore e di versetti fangherlosi *sparge ‘aw’ a profusione*
E niente, SEI BRAVISSIMISSIMISSIMA ♥♥♥♥♥ |