Recensioni per
Pagine di uno spirito distrutto
di Watashiwa

Questa storia ha ottenuto 61 recensioni.
Positive : 60
Neutre o critiche: 1 (guarda)


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Nuovo recensore
30/04/19, ore 15:51

Ci sono dei sentimenti ambivalenti in questo lavoro, dei toniche passano come il passare del tempo e delle cose, anche se la descrivi come un momento breve, ma in realtà ha uno spazio molto più ampio, compre un campionario di sentimenti estesi in modo significativo.

Recensore Junior
02/06/16, ore 22:06

Ciao, sono qui attraverso lo scambio recensioni di Facebook. Quando ho visto questa raccolta di poesie mi sono detta che dovevo passare assolutamente, dato che adoro le poesie, quindi eccomi qui. Ora bando alle ciance e via con la recensione vera e propria.
La prima cosa che ho notato è che la musicalità non è uniforme in tutto il pezzo, in alcuni punti è più presente, in altri meno, forse perché per esprimere il concetto hai preferito affidarti ad alcune parole invece che ad altre.
L'inizio si apre con la spavalderia diciamo del protagonista, anzi più che spavalderia diciamo che è una forza interiore, un qualcosa che lo spinge ad affrontare la vita con una certa dose di ribellione e coraggio, a discapito delle ingiustizie che il mondo quotidianamente ci propina.
Poi arriva la difficoltà, le cose famigliari non lo sono più, si perde la stabilità.
La tremenda consapevolezza che il mondo è in realtà così, fa tremare il protagonista, ora ha capito tutto, ma la consapevolezza ha un sapore amaro e l'affetto è perso per sempre.
Molto, molto bella.
Ti devo dire la verità, più per il significato che non per la musicalità, di cui ho sentito la mancanza in questo pezzo (per me la poesia è fatta anche di suono, non solo quello, ma di sicuro è una parte importante). Nonostante ciò il mio giudizio rimane positivo.
Passo alla prossima poesia, ci risentiamo lì.

-Cass.

Recensore Master
13/03/16, ore 19:09

Ciao Watashiwa, eccomi, come promesso! Ti lascerò due recensioni che varranno come una delle tue, perché non mi sento in grado di tirare fuori tante parole tutte assieme. Farò comunque del mio meglio per essere il più esaustiva e completa possibile!
Penso sia superfluo il sottolineare che non è presente alcun errore, né grammaticale, né di distrazione o di altro. Ma d'altronde tu sei uno scrittore preciso, che ci pensa bene prima di scrivere qualcosa e ricontrolla molto bene, proprio perché ci tiene ai suoi lavori; o almeno questa è l'impressione, dal poco di tuo che ho avuto il piacere di leggere, che ho avuto.
Hai voluto esprimere un concetto molto profondo, seppur con poche parole, ossia il concetto dell'angoscia della realtà. Deduco dal titolo della storia che non saranno in generale poesie allegre, e penso che questo (scrivere poesie) sia un modo che usi per sfogare le emozioni negative. Penso che sia uno dei tanti vantaggi di saper scrivere, almeno si può esprimere il nostro malessere nei momenti peggiori e sfogarlo, perché scrivere le parole ci aiuta a metabolizzarle, molto meglio di come potrebbe essere se ci si confidasse semplicemente con qualcuno.
La poesia in sé lascia vuoto, angoscia, come credo fosse il suo scopo originale. E' cupa la figura di una strada familiare e conosciuta, magari percorsa migliaia di volte, che per via di qualcosa successo su di essa assume un significato completamente diverso.
Tutte le tue parole si sposano alla perfezione l'una con l'altra, tanto che sembra quasi di essere lì, davanti a quella strada, e sentire l'impotenza e l'angoscia che trasudano all'avere davanti una situazione come quella descritta.
E trovo davvero azzeccato il concetto di spegnersi, come una luce, perché a noi esseri umani succede proprio così: siamo una luce brillante che, con il passare del tempo, in base a come viviamo e cosa ci succede attorno, si spegne lentamente fino a lasciar posto al buio completo. Un buio che spaventa, in cui nessuno vorrebbe mai sprofondare per nessuna ragione.
Non so dire con precisione cosa mi abbia colpita, perché è stata l'intera poesia in sé a colpirmi; non immaginavo di trovarmi a leggere tanta disperazione - scritta meravigliosamente, ma questo da te me lo aspettavo - . Ciò spinge i lettori, e parlo al plurale perché penso di non essere l'unica, a chiedersi cosa possa essere successo a Quella persona per farle produrre un capolavoro così angst, ma ovviamente rimarrà tutto avvolto nel mistero, uno sfogo. Perché come ho già detto prima, immagino che l'intento di questa raccolta sia proprio quello di sfogarti quando ne hai bisogno.
Ti chiedo scusa se sono stata più sintetica del previsto, ma non ho altro da dire (sarebbero solo parole forzate) e mi gira un po' la testa. Dal resto passerò dopo :)
Bye
-H.H.-
 

Nuovo recensore
09/12/15, ore 17:20

Heilà!
Le poche volte in cui accedo durante la settimana (o le settimane) non posso non visitare il tuo profilo e andare a cercare testi che ancora non ho letto.
Parto dicendo che leggendo la data (6 Gennaio 2014) ho sentito qualcosa rompersi dentro: quell'anno io me lo porto nel cuore e quel periodo segnava l'inizio di una serie di esperienze che mi influenzano ancora oggi; tanta nostalgia, davvero tanta nostalgia. Ma questo non c'entra (semplicemente per farti capire quanto potere abbiano le date per me hahahah).
Non ho molto da dire: ho letto anche le altre recensioni e mi trovo d'accordo con chi ha detto che usi termini suggestivi ed evocativi. E' una cosa che ho sempre pensato anche leggendoti su fb, hai una vera e propria facoltà!
"qualcosa si spezza
e quella strada,
così conosciuta e battuta un'infinità di volte,
diventa uno dei peggiori percorsi dell'esistenza.
Tutto si spegne d'improvviso,
dietro di me non c'è più nessuno"
Non sai quanto capisco questi versi, quanto li senta miei. La routine che ti ha accompagnato allegramente per anni tramutata in una tortura, e nulla è più in grado di colpirti sul serio. Appassionarti, nulla.
Complimenti per questo tuo lavoro, ci sentiamo presto, un abbraccio!

r-clarisse

Recensore Veterano
24/10/15, ore 18:37

Buonasera.
Eccomi a recensire, innanzitutto volevo farti notare una svista: "un'infinita" devi mettere l'accento sulla "a", nulla di che, ma pensavo ti potesse far piacere avere una poesia scritta alla perfezione.
Passando ai pensieri in generale, non sono solita leggere Poesie su Efp tendenzialmente perché non mi fido molto della bravura. Mi devo ricredere, però, perché tu sei davvero bravo.
Usi dei vocaboli suggestivi ed evocativi, nulla è lasciato al caso.
Questa poesia mi ha un poco ricordato l'Odissea e L'Iliade per lo stato in cui mi ha lasciato, per le emozioni che mi ha trasmesso.
Quello che mi ha trasmesso è l'angoscia che permea la nostra realtà che inghiottisce i nostri sentimenti lasciandoci al buio.
Spero di non aver detto cavolate :(
Vado alla prossima poesia
Kore

Recensore Master
22/10/15, ore 10:48

Ciao.
Sono qua per lo scambio di su fb.

Allora premetto che non sono solita a leggere Poesie qua su EFP, quindi mi è anche difficile dare un vero e proprio pare.
Come testo è molto bello, trasmette perfettamente le emozioni, ed è scritta in modo impeccabile.
Non posso che farti i complimenti. El.

Recensore Veterano
15/09/15, ore 12:08

Ciao!
Eccomi qui, scusa il ritardo.
Allora, non sono una grande esperta di poesie, ma qualcosa, forse il titolo, mi ha ispirato molto e quindi...
Tralasciando tutto ciò, la poesia mi è piaciuta molto, mi ha ricordato in un certo senso un poco dell'Odissea o dell'Iliade, quando gli eroi attraversano momenti orribili nei loro cammini, momenti dai quali spesso non capiscono come uscire.
I termini utilizzati sono molto evocativi e descrivono un'immagine profonda ed allo stesso tempo inquietante.
Come scorcio mi è piaciuto, anche se credo sia importante riuscire a risalire, una volta toccato il fondo. Spero tu ci sia riuscito, essendo questa una raccolta autobiografica.
Che altro dire, non ho notato errori grammaticali nè di sintassi, e devo dire che sono stata molto positivamente colpita. Complimenti.
Baci e a presto,
Nox

Recensore Master
04/09/15, ore 19:56

Ciao Watashiwa!
Ammetto di aver conservato questa raccolta in "da recensire" per troppo tempo. Vedendo il tuo aggiornamento sul gruppo mi sono decisa a recensire.
Avevo già letto un paio di poesie di questa raccolta, forse troppo avanti comunque, ignorando le prime. Scusami.
Non recensisco quasi mai la poesia, anche perché credo sia un qualcosa in cui ognuno di noi si rivede in modo diverso. Nonostante le giuste interpretazioni, nonostante tutto.
Potrei farti due precisazioni grammaticali, ma essendo poesia potrebbero essere tue scelte. Te le segnalo comunque: se senza accento e "senza che io non dica niente" puoi metterlo senza non perché c'è già senza a sottolineare la negazione.
Per quanto riguarda quel che io ho visto leggendola: ho visto la sicurezza di una strada e di un mondo a cui hai fatto affidamento e che poi è crollato. Chi prima era nella tua vita, chi parlava e seguiva i tuoi passi, è scomparso come quando va via la luce e rimane solo buio.
Metto la raccolta tra le seguite e ti avverto che ripasserò!

Recensore Master
04/09/15, ore 12:28

È strano che tu abbia pubblicato questa poesia nello stesso giorno in cui mi sento davvero così. Sai che amo il tuo modo di scrivere poesie e che ti definisco "poeta maledetto", il mio poeta maledetto, e che riesci sempre a farmi immedesimare in quello che scrivi, quindi non aggiungo altro su questo.
Avere un mondo sul quale ti appoggi sempre ed essere sicuri che qualsiasi cosa accada lui non cadrà è una bella sicurezza, un bel muro sul quale appoggiarti; vederlo mutare, vederlo cambiare in negativo è uno shock, e trasforma noi "eroi", o meglio i nostri sentimenti, in qualcosa di buio e tetro senza felicità. Ci inghiottisce in quella che è la verità, la realtà, l'angosciante realtà come hai fatto notare. Adoro il modo in cui l'hai espresso, quella sicurezza iniziale che nonostante il mondo sia corrotto e malato vagava nel nostro animo donandoci emozioni positive, ma poi svanisce, puf, e tu svanisci un po' con lei. Ho notato quel "6 Gennaio 2014"... questo non l'ho capito, onestamente, insomma: sono pensieri vecchi che sono tornati alla luce?
Posso solo farti notare alcuni errori che ho notato e poi mi dileguo perché non ci sono parole per dirti quanto mi è piaciuta questa poesia, che va nelle ricordate.
Innanzitutto ti consiglio, come la volta scorsa, di evitare il bold nei testi, se non nell'angolo autore. "perchè" si scrive con l'accento acuto, non so se lo hai fatto apposta, tipo per evidenziare il fatto che tutto è cambiato, tutto ciò che è regolare è mutato, anche la grammatica... ma non credo, ahah. Infine quel "" dove l'accento non andava (e anche se andava, andava acuto). 
Immeggermi nella poesia non è stato affatto difficile, non so se questo è positivo o meno, ma comunque gran parte del merito è tuo, che hai una scrittura decisamente evocativa. Bel lavoro.
Ale 

Recensore Master
01/09/15, ore 07:27

Eccomi qui :-) Allora io non sono bravissima nel recensire in maniera eccezionale le poesie, ma posso dire nella mia semplicità che ho trovato questa poesia davvero molto bella e profonda, in quanto hai saputo cogliere il senso di una realtà che sembra intrappolarti, verso quei sentieri che si sono battuti e che nel contempo sembrano sconosciuti, camminando verso quelle parole di affetto che si sono perse e che si vogliono recuperare, per poi ripiombare in un angosciante realtà che sa di solitudine e amarezza...Bravissimo, i miei complimenti :-)))

Recensore Master
13/08/15, ore 01:43

Io ho un rapporto conflittuale con le poesie: per quanto mi piacciono non sono arte per me, rischio di comporre i soliti versi da bimbi delle elementari.
Questo è già un grande complimento nei tuoi confronti, perché hai una abilità che non tutti hanno, tipo me. Apprezzo il fatto che hai sottolineato il titolo nella poesia ed evidenziato la parola cuore.
Ho anche trovato suggestiva l'immagine della strada sempre percorsa con sicurezza che si trasforma in un incubo. Io ho visto come una sorta di allegoria riferito alle persone di cui ci fidiamo, facendoci del male. Che poi ho trovato sottolineata nella domanda retorica, quindi spero sia una intuizione corretta (se così non dovesse essere, chiedo venia).
Penso che in un altra occasione, quando il mio umore si trovava sulle stesse onde di questa poesia, avrei potuto apprezzare ancora meglio questo componimento. Complimenti vivissimi.

Nuovo recensore
19/01/14, ore 11:26

Incisiva, ma in certi punti, a mio parere, fin troppo enfatizzata. Sembra che le emozioni siano amplificate a tal punto da deformare la caratteristica immagine di un percorso esistenziale simile a un paesaggio post-nucleare. Se fossi in te toglierei assolutamente l'espressione "guerrieri quotidiani", a mio avviso puoi trovarne una migliore. Buona fortuna, hai sicuramente del potenziale.

Nuovo recensore
08/01/14, ore 14:53

Ciao, sono sempre io!
Sono qui perchè mi ha attratto il titolo e quindi ho deciso di dare una spulciata a questa poesia, pensando fosse qualcosa di immediato e forte.
Lo è, ma è come se fosse l'inizio di una storia da raccontare, un percorso che desideri farci presente e che hai deciso di rendere esplicito e chiaro agli occhi di tutti, come se non ti preocupassi più.
Per questo reputo la poesia molto carina e attinente al genere da te scelto e proposto (o meglio, i generi), spieghi il cambiamento della vita in maniera repentina e improvvisa e questo è vivere la vita attivamente, anche il fatto della solitudine che arriva tutta d'un tratto nei momenti angoscianti e struggenti della nostra esistenza.
Continuerò a seguire la tua raccolta, sperando in un aggiornamento molto rapido (si spera).
Complimenti ancora per il superbo inizio, ben fatto!