Per recensire mi tocca avvalermi dell aiuto del Doc Brown e di Marty Mcfly, entrambi di Ritorno al Futuro.
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Doc: Grande Giove! Che racconto è mai questo? Non ha un capo né una coda!
Marty: E' ficcyna, una nonsense, o sconclusionata?
Doc: Niente di tutto questo, ragazzo mio! Non presenta nessuna delle caratteristiche delle tipologie di storie che hai elencato!
Marty: Ma hai appena detto che...
Doc: Le descrizioni sono troppo accurate, le sensazioni nitide, il flusso delle emozioni non smette mai di scorrere!...
Marty: Doc, non ci capisco un'acca...
Doc: Questa è una testimonianza diretta! La ragazza viaggia attraverso due realtà differenti, e lo scorrere degli eventi è ingarbugliato! Non c'è una presentazione della protagonista, ma la vediamo già dentro la storia, che cambia avvenimenti in continuazione, senza una logica apparente!
Marty: Eppure, quest'alternanza sembra così naturale, come fosse...
Doc: Un sogno.
Marty; Eh?
Doc: Un sogno, Marty! L'ambiente è onirico, dove il nonsense acquista un senso, e via via la razionalità della prima parte fa posto alla surrealità della seconda.
Marty: Cos'è quell'acqua, perché la ragazza piange, poi ha freddo, poi ha paura di una figura nera e fugge in acqua, dove l'immergersi vuol dire morte, eppure così invitante.
E il risvegliarsi da una realtà all'altra?
Doc: Risvegliarsi dall'io cosciente al Subconscio. Nell'io cosciente la ragazza piange per delusioni reali, la freddezza è la sofferenza. Nel subconscio la figura nera sono le sue paure, fantasmi che mai ti appaiono distinti, ma che ti tormentano e dai quali cerchi sempre di fuggire...
Marty: Fuggire in acqua?
Doc: Certo, l'acqua, il liquido amniotico, la nostra prima casa, il luogo dove ci sentiamo al riparo da tutto.
Marty: Ma lei poi si abbandona in acqua, fino a lasciarsi morire.
Doc: Non "morire", Marty, ma dimenticare! L'acqua è l'oblio. Stare immobili, disperdere la propria coscienza nell'immensità delle onde, non pensare più a nulla...al caldo, al sicuro, lontano da sofferenza e paure. Come aveva fatto nella vasca.
Marty: Ma poi ha urlato di terrore.
Doc: Quando si è resa conto di aver lasciato ogni appiglio con la realtà. Il suo attaccamento ai sensi ha reagito, e l'oblio da culla è diventato una prospettiva terribile.
Marty: Che cavolo di metafora è mai questa?
Doc: Non si può applicare la logica (proprio io che lo dico? Grande Giove!) ad un sogno.
Un sogno lo puoi solo interpretare. Per l'autrice ci sarà stata una spiegazione, per noi un'altra, per ogni lettore un'altra ancora. Ed è questo il genio di questo racconto!...
Marty: Se lo dici tu...
Doc: Marty, prepara una caraffa di caffé. E due cheeseburger!
Marty: Perché, doc?
Doc: Dovrò passare la notte per studiare meglio questa particolare fiction! |
