Quanti ricordi Esse.
Mio nonno non faceva nemmeno lui l’agricoltore, ma il meccanico, ogni mattina, anche da pensionato, si alzava molto presto, andava a fare le sue orette di lavoro e tornava per pranzo, con l’immancabile tuta blu sporca di grasso, lavava ben bene le mani, si cambiava e si sedeva a tavola.
Finito il pranzo si sedeva sulla sua poltrona ormai consumata dal tempo e si concedeva quella maledetta sigaretta, che alla fine è stata la sua rovina.
Rimpiango molto i tempi in cui mi portava a passeggio per il paese o in macchina, mi ricordo che andava sempre troppo lentamente.
Mio nonno era una di quelle persone pacate e tutte d’un pezzo. Unica presenza maschile della mia vita, ed unica persona a cui ho donato un amore così reverenziale.
Nonno era una di quelle persone difficili da trovare ma facili da ricordare.
Sono otto anni che non c’è più. Una morte mai accettata nemmeno questa.
Questo breve racconto Esse mi ha riportato così tanti ricordi in mente da sovrastarmi, ora come ora. Ma ricordare fa bene, perché significa non aver dimentico.
Scusa il mio blaterare lungo e senza senso, forse. Mi sono immedesimata così tanto nella nipote di quel che credo nel suo piccolo sia stato un grande uomo.
Tanti complimenti come sempre.
Un abbraccio Esse.
Marty.
(Recensione modificata il 23/02/2014 - 05:45 pm) |