Recensioni per
Falena
di Laylath

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
16/05/22, ore 23:35
Cap. 1:

Davvero bellissima.
Straziante e bellissima.
Mi piace molto la similitudine con la falena e come hai rappresentato la natura e il carattere di Hanji, ma soprattutto il dolore di Levi. Un dolore così forte che lo spinge per la prima volta a mentire, a dire che andrà tutto bene e che entrambi staranno meglio, lasciando un sapore dolce amaro al lettore. Quando le emozioni passano attraverso le parole mi rendo conto di aver appeno letto qualcosa di veramente ben scritto.
I miei complimenti!

Recensore Junior
28/01/17, ore 14:53
Cap. 1:

cavolo....maledetto mi hai fatto piangere!!!!.
TROPPO BELLA!
E anche troppo triste...cavoli...non so che dire sew non bravo...per un attimo ho sentito che mi mancava anche a me il respiro quando è morta hanji...Bravo..DAvvero ahaha

Recensore Junior
12/01/17, ore 10:58
Cap. 1:

ola ! Meglio tardi che mai c'è da dire XD se non ti ricordassi di me sono la giudice di How Shakespeare said in un ritardo mostruoso che comincia a dispensare le recensioni premio, spero che vorrai perdonarmi per questo ritardo! 
Allora, che dire? Mi è piaciuto molto come hai descritto Hanji, il suo essere sempre troppo fanatica e desiderosa di avvicinarsi ai giganti l'hanno portata a una fine che non meritava, a iun destino che ha portato le sue ali di cera a sciogliersi al sole, troppo bramosa di vedere da vicino l'oggetto dei suoi desideri, e Levi che arriva e cerca di salvarla come ha fatto altre volte, ma qui non è stato in grado... lui che mente pe lei, cosa che non fa con semplicità, davvvero un lavoro meraviglioso con una grammatica impeccabilee uno stile che ti lascia immedesimarti nei personaggi 

Recensore Veterano
08/02/14, ore 13:16
Cap. 1:

Mi divertito ad esplorare questa sezione e ho trovato questa fic..... dopo averla letta ho realizzato che meritava assolutamente di essere recensita!
Nella sua drammaticità è davvero molto bella, scritta benissimo, scorrevole e senza errori.
Il finale è un pò triste ma alla fine parliamo di shingeki quindi è giusto così, davvero complimenti!

Nuovo recensore
13/01/14, ore 11:27
Cap. 1:

Sin dal momento in cui ho visto questa storia comparire in cima all'elenco della sezione, ho capito che avrei dovuto leggerla: la curiosità, come io stessa spesso (ripetendomi, tra l'altro) scrivo, è il motore che muove il mondo, e quando è protagonista di qualcosa, allora quel qualcosa merita sicuramente d'essere letto. Ma una fanfiction da aggiornare di qua e una da cominciare di là, e ho rimandato la "degustazione" di questa storia fino a questa notte e, dato che avevo scritto fino a ridurmi a una specie di ombra di me stessa, a questa mattina. E quindi, finalmente, sono riuscita a godermela.
E posso finalmente abbandonare la mia intro da fanwriter vanesia per passare a cose più gradevoli e serie, perdonami, mi divago troppo.
Innanzitutto, io amo Hanji. L'amo perchè è curiosa, è allegra, è quel personaggio senza il quale Shingeki no Kyojin sarebbe un manga angosciante, in cui ogni singolo elemento si riduce a una lotta senza quartiere tra bene e male, tra uomini e titani, tra ciò che si conosce e ciò che, invece, no: questo è per via della sua curiosità, che la rende il tramite ideale, perfetto, tra il conosciuto e lo sconosciuto. Zoe Hanji è un esempio, un invito ad abbandonare le convinzioni e le convenzioni per abbracciare la curiosità e la sete di sapere che hanno sempre spinto il genere umano a chiedere avidamente di più, di più, di più al mondo attorno a sè. Amo scrivere di lei, mi rasserena, mi rallegra. 
E poi c'è Rivaille, un altro personaggio che adoro visceralmente, e con lui il bellissimo legame che unisce questi due commilitoni, un legame tra compagni, tra fratelli, tra amici, tra persone che non disdegnerebbero aversi l'uno accanto all'altra nei momenti più estremi. Il loro rapporto è uno degli aspetti del manga che più amo e di cui più amo scrivere, e detesto che non lo si renda appieno in tutta la sua purezza e bellezza.
E tu, tu l'hai fatto impeccabilmente. Hai scritto di tutti quei bellissimi dettagli su cui io stessa amo indugiare, che amo immaginare, hai scritto della durezza che vi è tra di loro, tanto uniti da non aver bisogno di convenevoli e frasi di circostanza, hai scritto del tacito giuramento di Rivaille di proteggerla e di starle alle costole (e questo mi ha davvero spiazzata, perchè... perchè l'ho scritto anch'io, e ti assicuro che mi si sono riempiti gli occhi di lacrime e ho dovuto sbattere le ciglia prima di continuare, giuro!), hai scritto della cruda e rabbiosa disperazione dell'uomo, sempre placido e composto, di fronte al dolore di colei che è ormai, probabilmente, quanto di più caro gli è rimasto al mondo. Oh, quanto l'ho apprezzato! Non c'è una sola frase di questa storia su cui non mi sia fermata, che non abbia apprezzato, e sapere che la vita della mia adorabile, geniale, splendida quattrocchi stava scivolando via come sulle ali effimere d'una falena... ha reso ogni singola parola parte d'uno straziante stillicidio. 
E poi, infine, la morte. L'epilogo di una delle vite più entusiasmanti, piene e avventurose che siano mai state vissute sulla terra. Una donna che, sebbene non abbia mai temuto nulla, e anzi abbia amato avvicinarsi fin oltre i livelli consentiti dal buonsenso alla morte, ora teme la propria fine: teme il momento in cui il suo mondo diventerà buio, e lei non potrà più vedere nulla, non potrà toccare, osservare, provare, scoprire. Non è paura della morte o di non trovarvi nulla oltre, no, è il timore di... annoiarsi, di non avere più nulla da rincorrere. Non c'è pena e disgrazia peggiore dell'essere intrappolati per l'eternità in un mondo buio, per chi in sè ha tanta luce, per chi brilla per la sua fame di conoscenza. Sembra quasi di sentire il suo cuore battere come le ali d'una falena, precisamente, prima rapido, incalzante, incessante e attaccato alla vita, e poi sempre più irregolare, lento, come quando una farfalla cade a terra per morire, schiacciata al suolo, lontana dalle altezze in cui ha trascorso la vita a volteggiare, sempre in cerca di qualcosa di nuovo su cui posare le proprie zampe. 
Ho i brividi, e gli occhi cerchiati e increduli e doloranti come quelli che vedo in Rivaille. E sento le braccia deboli, come se avessi davvero sostenuto quel corpo a lungo, anche dopo la morte, senza riuscire a lasciarlo andare. Come quando un bambino cattura una falena e la vuole veder volare, e piange quando vede sopraggiungere la sua ora.
Questa storia è semplicemente bellissima. Sono senza fiato, e a bocca aperta. 
Grazie per averla condivisa.
A presto,

Timcampi
(Recensione modificata il 13/01/2014 - 11:29 am)