Scrivo queste parole ascoltando Le Valse d'Amelie di Yann Tiersen, il cuore ridotto a un ammasso di stringhe e muscoli senza uno scopo. La mente è incapace di partecipare a questa recensione. Parla il cuore, ora.
Devono ancora inventare un termine che indichi tanta delicatezza e bellezza tutta insieme, tanto dolore e tanto sollievo. Tutto ciò è una sinfonia di visioni, sensazioni e accadimenti che non mi hanno solo accompagnata in una delle letture più belle di cui abbia mai potuto godere; mi hanno fatta crescere. Già dall'inizio percepivo QUALCOSA, anche se non avrei mai indovinato...TANTO.
Io sto male. Sto seriamente, seriamente male.
Li hai fatti muovere come sussurri nel vento, come folate che si spostano tra una vita e l'altra, tra un corpo e l'altro, incapaci di andarsene veramente, come ognuno di noi dovrebbe fare con la persona che si ama realmente. Io...io non riesco a scrivere oltre, è difficile. Tutto ciò è così ben archestrato che parlarne sembra futile. Voglio solo inchinarmi e applaudirti per il resto della mia vita.
E mentre inizia Gymnopedies no.1 di Satie e io rivivo, vivide, le immagini dell'incidente di Historia e Marco, mentre rivivo lo sconforto che ha assalito il mio corpo nel momento in cui ho compreso e mentre risento la speranza scivolare via dalle mie mani capisco che hai vinto la competizione che non c'è mai stata. Non scriverò mai nulla di così perfetto. Le mie storie continueranno a sembrare volgari gemme - alla faccia della modestia, mentre le tue sono diamanti. Immortali.
Me la sento sulla pelle. Sento Ymir, la sua solitudine infinita prima e dopo Historia. Sento Historia. Sento le rose, i baci rubati, i sorrisi che sono 'semplici come fare l'amore', e non saranno mai più null'altro, per me. Sento le speranze di due coppie che si frantumano in un attimo, e sento l'anima di Marco abbandonare il suo corpo esattamente come l'ha potuta sentire Ymir, l'oni che ha avuto l'ardire di amare, e ancora lo avrà.
Mi aspettavo un finale così? No. Non avrei mai immaginato che avresti ricostruito i miei sogni dopo solo qualche riga. Quando la comprensione dei tre punti salienti del finale - Marceline, Christa e la bimba senza nome - arriva, arriva come un treno che non lascia il tempo di pensare. Sei di nuovo felice. Stai di nuovo abbracciando Jean, singhiozzando sul suo petto e avvertendolo che non è finita, stai di nuovo sentendo le rose della speranza crescere dentro di te. Ed è qualcosa di superbo, meraviglioso, perfetto.
Perfettamente costruito, perfettamente calibrato e scritto. Perfetto e basta.
Grazie, Monica. Grazie per tutto questo, e scusa se non sarò riuscita a esprimere TUTTO ciò che provo. Vorrei poter bagnare questo foglio delle mie lacrime.
Forse, se ne avessi avuto la possibilità, non ci sarebbe stato bisogno d'altro.
Un foglio bianco e tre macchie d'inchiostro sbavato dalle lacrime che ho versato a causa tua, e per merito tuo.
GRAZIE.
- Joice |