Recensioni per
A Study In Pink
di nightswimming

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/04/18, ore 17:12

Questa piccola storia, che per inciso trovo deliziosa, non l'avevo mai letta. Al contrario di molte altre, praticamente tutte, deve essermi sfuggita o devo aver semplicemente creduto di averla già letta in passato. Come dicevo anche nell'altra recensione, dovevo avere la nebbia nel cervello.

Mi è piaciuta da morire, anche se non è esplicitamente slash, parla di amore in una maniera speciale e tutta sua. Molto adatta a Sherlock e John, specie se si pensa loro dopo His last vow. C'è ancora Mary e ora c'è anche una bambina che alla fine vive tra di loro e che, nel nome, porta impressa quella che ha tutta l'aria di essere una dichiarazione d'amore. Non viene detto nulla in maniera esplicita, ma a un certo punto diventa talmente palese che il non-detto pare quasi pesare in maniera eccessiva tra di loro. A stemperare c'è la loro maniera di ridere anche nelle situazioni peggiori, il loro essere uniti sempre e nonostante tutto. No, non parla di amore romantico, non ci sono baci o dichiarazioni aperte e sincere. Ci sono invece poche parole e quel: “Non ti chiedo di amarla” che alla propria maniera dice tutto, pur non dicendo nulla. John forse lo sa, forse invece no però lo dice lo stesso. Perché sa che Sherlock non ha alcun obbligo verso di lui o verso la figlia, e tanto meno verso Mary dopo quello che gli ha fatto. Eppure John glielo chiede lo stesso, di star con loro e di proteggerli. Mary c'è, ma è come se non ci fosse. La sua presenza pare già destinata a svanire e a finire nel dimenticatoio. Non si sa se ha capito da dove provenga quel Mina. Quel William che ama Watson (e viceversa) e che è stupendo anche soltanto a pensarci. Perché non è immediato e chi legge lo capisce solo dopo che John sottolinea la lentezza di Sherlock e quanto risorgere abbia portato a delle controindicazioni. Non lo si afferra subito, ma dopo. Col tempo. Andando avanti nella lettura di questa piccola, stupenda storia che racconta del loro amore in modo semplice. La fuga finale di Sherlock non so bene come interpretarla, nel senso che sembrano ormai arresi all'inevitabile ovvero all'amarsi da lontano e in silenzio, senza mai confessare apertamente. O forse è più una fuga da quello che ha capito e dal peso che le conseguenze del lasciarsi andare potrebbe avere. Comunque stiano le cose, è solo una fase, almeno per come l'ho vista io. Solo un momento di arresto. Sappiamo cosa succederà dopo, anche se questa storia è stata scritta prima della quarta stagione, la fine che avrebbe fatto Mary con o senza quella pallottola, era più o meno scontata. Voglio pensare un po' alla stessa cosa, senza augurare la morte a nessuno. Ma me lo immagino un futuro, dopo questo finale amaro, in cui John avrà il coraggio di fermarlo.

Un'altra storia bellissima, come tutte le altre.
Koa

Recensore Master
03/02/14, ore 20:40

Che va bene, è colpa loro, perché con questi risvolti praticamente c'impongono l'angst e, come è giusto, tu che ne sei maestra ci regali queste storie che da una parte ci fanno awware senza respiro - perché una piccola Watson, andiamo, sarà adorabilerrima, lo sappiamo - e dall'altra ci fanno patire. C'è tutto questo amore, tutta questa rassegnazione e frustrazione e noi siamo lì a dire: cacchio, mapperchèèè?! E' tutto così sbagliato, eppure va bene. Soffrono un po' tutti, ma va bene. "It might be painful to smile / But it covers the scars" canta Bon Jovi, e sembra proprio quel che succede qui.
Sei la mia regina delle Johnlock, sallo! Un bacio, a presto!
Sara

Recensore Master
03/02/14, ore 16:51

ç___________ç
Io non ce la faccio, tutto quello che verrà mi mette tristezza e angoscia, specialmente con l'arrivo della bambina... purtroppo non riesco a gioirne, non ci riesco.. E come il tuo Sherlock, scappo correndo (a piangere in un angolo) ç___ç

Recensore Master
03/02/14, ore 13:53

Quando ho visto il titolo, ho capito subito che si trattava di questo.
Ho amato la parte con Mycroft, te lo devo proprio dire; è costruita perfettamente, dal personaggio in sé alla sua interazione con Sherlock.
Ho amato la scelta del nome per la bambina - forse, per ora, il nome che mi è piaciuto di più - e non solo perché è un bellissimo tributo, ma anche perché amo il nome Mina. (Sarà per la mia passione per Dracula? Bah...)
Questa storia comunque è dolcissima e sono felice che abbia deciso di scriverla/pubblicarla. :)

Recensore Master
03/02/14, ore 13:33

Magnifica. M’è piaciuta tantissimo, per tutto quello che dice e per come lo dice: tra le righe, attraverso i silenzi, in modo sotteso ma non per questo meno incisivo – anzi, l’esatto contrario. Gli scambi di battute tra John e Sherlock sono estremamente dolorosi e taglienti – sì, ‘taglienti’ è proprio l’aggettivo adatto a qualificarli. Poche parole che lasciano trapelare un mare d’amarezza e di sentimenti – sentimenti soffocati, ingabbiati, difficili da confessare. Il loro è un confronto bellissimo e denso, che in alcuni frangenti m’ha fatto male e in altri m’ha fatto sciogliere.
La scena di Sherlock e Mycroft al negozio di giocattoli è una chicca. Mi sono divertita tantissimo a immaginarla e anche lì ho trovato gli scambi straordinariamente plausibili, cuciti addosso ai caratteri e al loro spirito.
Complimenti e grazie!

Recensore Veterano
03/02/14, ore 13:01

Ne ho lette un po' di storie con la bambina di John e Mary, e quello che mi piace, per quanto i nomi siano diversissimi, è che nella maggior parte dei casi la bambina ha un nome “un po’ desueto […] un po’ da nonna, senza offesa.” Per me è l'unica soluzione logica. Un nome antico, tradizionale, sicuro? (se ha senso), per compensare il casino che è stata la vita di John e Mary (e Sherlock!) fino a quel momento. Poi i nomi che hai scelto tu hanno anche senso, quindi è pure meglio.

L'ultimo confronto tra John e Sherlock è enormemente doloroso, così come il discorso iniziale di Sherlock su cosa significa per lui “insieme”. Ho apprezzato moltissimo anche lo humour che hai sparso qua e là: Mycroft nel negozio di giocattoli è un'immagine che non mi dimenticherò tanto facilmente. Complimenti, mi è piaciuta tanto.