[...] Il buio è la culla della intimità maliziosa.
E allora perché i bambini hanno così paura del buio?
Perché loro, menti infantili e schiette, capiscono chi si nasconde veramente nell’oscurità:
i mostri. [...]
Devo dire che questa frase mi ha fatta rabbrividire! La tua è una delle poche storie che ho inserito fra i miei preferiti perché ricordo che quando la lessi, anni fa, mi colpì veramente. Ciò che ho provato rileggendola è stato un misto di paura, fascino e... malinconia. Ognuno dei paragrafi di questa ff è straordinario e vorrei analizzarli singolarmente.
1) Sasuke. Siamo molto lontani dallo spietato vendicatore che emerge nella seconda parte de manga. C'è solo un bambino indifeso che il destino a costretto a crescere troppo presto. Un bambino che si ripete come una cantilena che non può avere paura del buio, che non è concesso perché è un Uchiha. Ed ecco che però gli Uchiha, quella famiglia del quale vorrebbe tenere alto il nome non sono che spettri grondanti sangue, sagome indistinte che chiedono vendetta. La figura di Itachi è quasi un "boogeyman" per come è stato descritto... mi ha messo i brividi, veramente. La famiglia non è rassicurante per lui, no, è solo un freddo e sanguinolento ricordo che lo tormenterà sempre.
2) Hinata, la piccola ed indifesa Hinata. L'ho trovata davvero tenera, nel suo comprendere con gli occhi di bambina il disprezzo del padre, il proprio non essere all'altezza del proprio nome. I suoi occhi sono ancora offuscati, non come quelli di Neji. Non le è concesso vedere al buio. E poi quel comodino... immagine molto strana e dalle molteplici interpretazioni: per me è stato come uno spazio buio nel quale Hinata ha rinchiuso le proprie speranze. Così il mostro dell'insicurezza è strisciato su di lei. Toccante, davvero.
3) Naruto. Semplicemente tenero. Il buio è per lui la cosa peggiore perché il suo mostro è il nulla. Non ci sono amici, non c'è il sorriso di Iruka né di Sakura. Il buio svela a Naruto la solitudine e quel senso di morte e distruzione che si porta dentro, quel demone che non conosce e che sfrutta quella debolezza per sussurrargli parole angosciose. E si aggrappa ale coperte Naruto, e non basta la luce della luna... continua ad essere solo. Ripeto, fa una tenerezza incredibile, soprattutto alla luce di tutto ciò che nel manga succede dopo, rileggere di un Naruto bambino e così fragile.
4) Anko. Che dire, la mia preferita. Orochimaru e le sue morbose, viscide attenzioni... un mostro veramente, che al buio non si vede ma che lei sente sulla pelle. Ma non è una donna Anko, non ancora, è solo una bambina e si confronta col proprio mostro, quell'uomo che dovrebbe proteggerla, farle da maestro e padre e che invece la usa come un oggetto. Quegli occhi sembrava come il sole, la propria speranza ed invece Anko prova solo uno strano disgusto. Confesso che hai colto qualcosa che anche io sospetto e cioé che Orochimaru avesse con lei un rapporto ben più che limitato ai semplici insegnamenti. Povera Anko, che ripensa all'orsetto, alle bambole e che invece viene stretta dalla gelida morsa di un serpente: i suoi baci non sono caldi ma disgustosi e umidi, il suo tocco da brivido...
«Perché vuoi andare a dormire, mia piccola Anko? Resta con me ancora un po’…» degna conclusione di un paragrafo dal ritmo ipnotico.
5) Gaara. Ben poco da dire se non che è toccante dalla prima all'ultima riga. Come per Anko, Gaara si trova tradito da chi lo dovrebbe amare. Il mostro è a madre che lo ha dato alla luce, condannandolo alla solitudine. E le stelle sono fredde ed indifferenti, servono solo a renderlo visibile e vulnerabile. Mi ha fatto commuovere quando pensava che forse sarebbe stato meglio morire... un bambino si, ma che in parte ha già vissuto ed è senza speranza. Il buio diventa l'unica consolazione possibile. Brava. (Recensione modificata il 08/02/2012 - 06:40 pm) |