Io avrei un sacco di storie da recuperare, ma quando ho visto che questa storia era su Daniel Mellak, non sono riuscita a trattenermi dal passare a leggere… E nel farlo cosa ho scoperto? Che nella storia c’era anche Gale *_____* Mi sono sciolta dalla felicità e ho cominciato a leggere!
Mi è piaciuto molto il contesto che hai dato a questa storia: immagino come possa essere stato difficile per Daniel e la sua famiglia dover lavorare con lo schermo del televisore affisso alla parete sempre di fronte agli occhi. Con i clienti che entravano, guardavano, giudicavano suo figlio, le sue scelte e le sue reazioni ai giochi. Mi è piaciuto molto il pensiero di Daniel nei confronti della ragazza ferita, quel riferimento ai capelli biondi della ragazzina che sono come quelli del figlio. È un pensiero da padre, da uomo buono e altruista quale sembra essere Mr. Mellark. è stato davvero interessantissimo leggere delle sue riflessioni, della sua paura di dover essere costretto a vedere suo figlio mentre perdeva se stesso, riducendosi a dover uccidere, pur di proteggere la persona che amava. Si avverte proprio il dolore di questo padre di fronte al rischio che suo figlio perda non la vita, in quel momento, ma il cuore, e il buon cuore di Peeta è una delle sue caratteristiche principali. Se perde il cuore, perde se stesso. Ma non l’ha perso, come ben sappiamo, e lo prova la dolcezza con cui cerca di lenire la sofferenza della sua coetanea. E a riconoscerlo, ad aiutare Mr. Mellark a comprendere quel gesto è proprio Gale, Gale del giacimento. Aw, non puoi capire quanto abbia apprezzato il suo arrivo, il confronto con Daniel. Sei riuscita a descriverlo davvero bene, attraverso gli occhi di Mr. Mellark. Credo che il suo intervento sia perfetto, perché penso che le persone del Giacimento, che sono purtroppo più a contatto con gli stenti e la sofferenza, siano più portate a riconoscere con pochi sguardi emozioni come la compassione e il rischio di perdere se stessi. Gli stenti, la rabbia, la frustrazione nel sentirsi maltrattati possono portare a perdere il controllo, ma a Peeta questo non accade ed è bello che ad aiutare i Mellark a comprendere questo sia proprio quel ragazzo che Daniel vede spuntare ogni tanto in negozio con quei pochi spiccioli racimolati con la caccia. E anche la sua reazione, il suo voler fare qualcosa, non sa cosa, ma cosa, per lui, mi sembra plausibilissima e più che perfetta a delinerare il carattere di Mr. Mellark. Però Gale esce di scena prima che lui possa fare qualcosa, e anche questo mi sembra dannatamente da lui. Aw, gli voglio troppo bene a quel ragazzo <3 Belissime anche le parole finali, che si legano in parallelo a quelle di Peeta.
Bravissima, Gabry. Con papà Mellark dai sempre il meglio di te e anche questa piccola introduzione del personaggio di Gale ti è riuscita benissimo, nonostante lui non rientri fra i tuoi personaggi preferiti. L’ho apprezzata tanto <3
Un abbraccione!
Laura |