Recensioni per
Il bisogno di sentirsi vivi
di Ghen

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/05/15, ore 15:20

Recensione alla storia partecipante al "Best Contest" indetto sul gruppo FB "Io scrivo su EFP"
Classificata al terzo posto.

Grammatica 8/10
Qualche errore di battitura ti ha penalizzato, così come delle ripetizioni che potevano essere evitate con una semplice rilettura e qualche verbo per cui ho storto il naso. Nel complesso la grammatica è davvero molto buona!
Ti segnalo gli errori qui di seguito:
-e che le persone scomparse, le aveva ammazzate lui
toglierei la virgola e userei “avesse ammazzate lui”
-Ma il ragazzo, ormai quasi trent'anni, non era un vampiro
Avrei usato o “ormai di quasi trent'anni” oppure “ormai trentenne”
-per non incorrere in pensieri orridi che gli vedevano protagonisti
li vedevano
-Più volte hanno provato a contattare i gendarmi per farlo portare via, ma non ci sono mai state prove e gli stessi avevano paura di lui.
Il tempo verbale mi stona un po'. Poteva anche essere giusto, se avessi usato alla fine “hanno paura”, invece sei tornata al passato – lo stesso tempo usato nella storia. E dato che si parla di fatti avvenuti precedentemente a ciò che stai narrando, tecnicamente sarebbe giusto tenere al passato. Quindi “Più volte provarono a contattare i gendarmi per farlo portare via, ma non ci furono mai prove e gli stessi avevano paura di lui.” oppure “Più volte avevano provato...”
-guardandosi intorno osservando come gli sguardi di prima
avrei aggiunto una “e” tra intorno e osservando.
-Solo la mia troupe ed io
d eufonica.
-che si voltava circoscritto
forse è ciricospetto.
-e nella camera da letto, che era la camera più grande
ripetizione di camera. Avrei usato “stanza” o un sinonimo.
-Anton non poteva credere che una persona potesse vivere in quelle condizioni. Era come se la persona
ripetizione di persona. Avrei usato un sinonimo.
-Anton era abituato ad osservare
d eufonica
-Anton si voltò ai due
o verso il due?
-lanciando uno sguardo ad Erik
d eufonica
-La solitudine lo aveva resto strano
reso strano
-e pensando inarcò le narici
...forse le sopracciglia?
-ad onor del vero
d eufonica
-ed Anton si morse le labbra
d eufonica
-pareva aver fatto male ad entrambi
d eufonica
-Si fermò, inchinandosi e tastando la terra. In quel punto qualcuno si era inginocchiato e aveva raschiato le mani sulla terra.
Ripetizione di terra.
-Le montagne di terra più piccole erano sparse per la camera, con sopra fiori, e il fetore era terribile. Vassil doveva portare i fiori alle sue vittime
ripetizione di fiori.
-Si affacciò ad una parete
d eufonica
-e restavano fuori delle ore intere, mangiando fuori
ripetizione di fuori.
-Si era avvicinando ad uno studio medico
d eufonica
-Era una maledizione quella che aveva macchiato la sua vita.
Avrei messo una virgola dopo maledizione.
-Si accostò ad un passo
d eufonica e avrei scritto o “a un passo da lui” o “di un passo”
Lessico, stile, espressività 8/10
Lo stile c'è, l'espressività pure: l'inizio intriga, ti prende, ti spinge ad andare avanti – inoltre, ho apprezzato molto quel pezzo, il titolo e poi la ripresa della storia, sembrava un film! - e anche come procedi è tutto ben chiaro al lettore ma con quel pizzico di mistero per cui non si capisce bene di che natura sia Vassil. Qualche punticino lo tolgo perché ci sono molti stacchi e salti temporali un po' sbrigativi – che ribadirò nel punto successivo – e ci sono un paio di frasi in cui non comprendo bene chi parla, come ad esempio questa:
“Tua madre...” non riuscì a dire nient'altro, prima di andarsene dalla cucina e lasciar perdere il pranzo.
Non mi è chiaro chi abbia parlato, se Vassil o Anton. Pensavo Anton, ma non so se avrebbe senso che lasci perdere tutto e vada – mentre Vassil non penso che chiederebbe di sua madre. Insomma, non mi è chiaro – forse sono tonta io ^^'
Sviluppo della trama 6/10
La trama c'è, non l'hai sviluppata in modo banale e hai lasciato ciò che Vassil è sempre in bella vista, anche se il lettore lo comprende realmente solo alla fine. Non è un vampiro, anche se è difficile crederlo, ma è vittima di una maledizione. Purtroppo della maledizione non ne sappiamo nulla – chi l'ha scagliata? Perché? Come agisce sul corpo, in base a cosa si attiva questa specie di meccanismo di difesa? Viene quindi tramandata? - ed è un peccato perché è parte portante della storia.
Inoltre certi salti temporali sono fin troppo veloci, quasi sbrigativi, per raggiungere un punto importante piuttosto che un altro, tralasciando la possibilità di introspezione dei personaggi, che spiegherò nel punto successivo.
Caratterizzazione dei personaggi 8/10
Di Vassil hai sviluppato bene le sue paure, ciò che teme ce lo ricordi costantemente, e anche il fatto che l'abbandono lo abbia segnato, rendendolo un ragazzo chiuso verso gli altri. Comprendiamo che abbia paura di ferire e di se stesso, sentiamo la sua ansia. Di Anton sappiamo che è alla ricerca della verità e che ascolta e osserva. Quello che guasta un po' e che poi diventa il perno della storia è l'amore che si sviluppa tra i due. Non ci sono particolari descrizioni a parte il fatto che ci scappa il bacio e qualche carezza – ma più che Vassil (di cui sappiamo che apprezza la compagnia dell'altro, che ha qualcosa di diverso e che lo fa sentire normale dopo tanto tempo) è di Anton che ci manca quel pizzico di introspezione in più per farmi capire fino in fondo il suo desiderio di stare con l'altro e di proteggerlo.
Hai invece descritto bene i paesani che si fanno riguardi, che sono curiosi ma troppo, passami il termine, “bigotti” e di mente ristretta per capire quel ragazzo e aiutarlo. Anche i due aiutanti li trovo umani: sospettosi, convinti che le voci abbiamo un fondo di verità più grande di quello che sembra.
Gradimento personale 10/10
Mi è piaciuta davvero moltissimo! L'ho letta volentieri e con crescente curiosità, fino alla fine col fiato sospeso. Mi sarebbe piaciuto molto leggere di più su Anton e Vassil, ma la loro relazione di baci e carezze mi ha comunque fatto tenerezza – anche perché il punto principale non era quello e hai fatto bene x° – ; insomma, mi piacciono storie di questo tipo con un pizzico di soprannaturale, di casi umani e di mistero e indagini. Il nascondiglio del bagno e il sogno sono state le parti descritte che mi sono piaciute di più!
Tot: 40/50

Nuovo recensore
24/02/14, ore 10:32

Mi ha incuriosita subito dalla presentazione ed una volta iniziato non mi sono più staccata dalla lettura. Volevo sapere come finiva! Dato che rientra nella categoria di storie che preferisco, ovvero quelle che finiscono in modo strano.
Ho apprezzato questa nuova figura di "non-vampiro" e mi ha fatto davvero pena la figura del protagonista. 
Ma più di lui ho preferito il personaggio di Anton. Degli altri non sto nemmeno a discutere perchè sono nati per risultare odiosi e quindi restano odiosi.
Se Vassil è buono e tormentato ok.
Ma Anton è altrettanto strano. Il che mi piace!
Appare come un cavaliere senza macchia pronto ad aiutare i deboli in difficolatà e a cercare la verità. Però poi scopriamo che non ha paura di sporcarsi le mani per ciò a cui tiene, e lo fa con un candore quasi impressionante. Sembra che non provi particolari rimosrsi alla prospettiva di dover procurare vittime a Vassil. In un certo senso è lui il vero mostro alla fine. A Vassil non piace uccidere e credo che la prospettiva di coinvolgere in questo turbine di vittime anche la persona che ama alla fine lo distruggerebbe ancora di più.
Ecco perchè vedo Anton anche come un sadico. Lui non può non sapere cosa Vassil prova uccidendo, e lo istiga nuovamente all'omicidio, presentando la cosa come un processo naturale. "Il nostro bel futuro insieme sarà costellato di vittime che io ti procaccerò amore!"... Non credo sia solo la forza dell'amore. Anton è malato, ed io lo amo per questo! *w* Forse sono malata anche io , ahahahaha no. A parte gli scherzi, ho apprezzato il finale non scontato. Pensavo che alla fine lui si sarebbe sacrificato o roba simile e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa.
Brava!