E così ci siamo, finalmente. Non sarà facile fare una recesione degna a questo grandioso capitolo di chiusura, ma ci provo.
E' da quando hai cominciato a dipingere l'agonia di Capitol City che le immagini mi si sovrappongono sempre di più a quelle che ho visto nei documentari sulla caduta di Berlino nel 1945, e immagino che non sia un caso. Macerie e desolazione, intreccio di atti di esausta rassegnazione e di folle fanatismo: in effetti non c'è molta differenza, quando la capitale di un mondo totalitario crolla sotto i colpi della storia. Non riesco ad immaginare cosa questo possa significare per i suoi abitanti, ma mi dà un senso quasi di vertigine, immaginare il vuoto spaventoso che deve lasciare nell'animo di qualcuno che in quel mondo malato è nato e cresciuto, ne ha fatto parte più o meno attiva e ha creduto serenamente che sarebbe stato per sempre, salvo poi vederlo sgretolarsi inesorabilmente. E allora scene come quella della famiglia suicidatasi per mano del proprio Avox, o i consessi allucinati nel bunker del comando (deve esserci stata un'atmosfera del genere anche in quello di Hitler) assumono una terribile credibilità.
Erano una vera e propria orda, decine e decine di giovani rigidi e ciondolanti che lo fissavano. Armati di spade, coltelli, asce, lance, giavellotti e archi, indossavano tutti una giubba viola. I loro volti erano grigiastri e tirati, le loro bocche e i loro nasi nascosti da maschere per l’ossigeno. Gli occhi, vuoti, brillavano di un luccichio spettarle. Ed erano tutti fissi su di lui.
Ecco, ci mancavano giusto gli zombie.
Due labbra livide si piegarono in un sorriso. «È bello rivederti, fratellone.»
Peggio. Gli zombie terminator e congiunti. Ci sarà mai fine alle follie dei tecnici militari capitolini? A ogni modo, è un capolavoro di raccapricciante inventiva (non so bene se sembra un complimento, ma giuro che lo è), che fa sembrare gli ibridi canini con gli occhi dei Tributi morti dei simpatici animaletti da compagnia. Che vita di melma però, quella dei Tributi, neppure da morti un attimo di pace.
«Maledetto imbecille» disse lei.
Poi lo afferrò per la camicia e lo baciò sulle labbra.
"«Vi pare il momento?» gemette Harry debolmente."
In cima, stagliato contro il grigiore dei palazzi e del cielo, c’era uno squadrone di cavalieri neri.
Lontano come il riflesso del sole su una moneta, lampeggiò l’acciaio di una spada.
«Morte!» gridò una voce stridula ma possente.
«Morte!» risposero tutte le altre.
Un urlo di gloria e pazzia scese giù rotolando dalla china, seguito dalla schiera buia come la notte lanciata a tutta velocità.
Devo dire però che questi invasati a cavallo fanno la loro porca figura. In effetti rispecchiano fedelmente lo studente medio dell'Unifi mentre prepara un esame da 12 crediti. Ci sono pure le citazioni latine.
Due minuti dopo la fine della guerra, il cuore di Danyl Martin smise di battere.
E così cala il sipario, con mestizia. Di più: con l'amarissima ironia dell'essere l'ultimo dell'immenso mucchio, quando ormai nulla per cui si sparava ha più motivo, tutto lo scatafascio che doveva succedere non è successo, e quindi è davvero tutto senza senso. Ed è inutile anche inveire contro il Bianco ed esplicitare dove se lo poteva mettere, quel fucile, perché tanto non si scappa, in qualche modo ci si sentiva che doveva finire così. Ma, se il finale non mi ha sorpreso, mi ha sicuramente lasciato tristezza a palate. In tutto questo tempo mi ero sinceramente affezionata al nostro protagonista, e non ha alcuna importanza l'impressione che mi possono aver fatto le sue ultime evoluzioni (ho provato a rileggere il tutto sulla base di quanto mi hai illustrato nella risposta alla mia ultima recensione, e, anche se continuo a non trovarmici del tutto, non posso che trovarlo un personaggio a tutto tondo e assolutamente interessante), lo stupido mandriano del Dieci ormai era uno di famiglia. E vogliamo parlare dell'altra?
Ora erano cenere, corpi morti, memoria.
Lei, invece, no.
Due righe che racchiudono tutta la condanna di quella che ormai era l'ultima persona al mondo a voler vincere l'ultima "edizione" dei Giochi. Ma ormai lo sappiamo, quello che uno vuole, in questo mondo, conta ben poco, e non c'è che prendere quello che la sorte maligna ti assegna, a suo capriccio. E fortunati quelli che sono riusciti a trovare pace per sempre, perché agli altri non rimane che raccattare i cocci e andarsene chissà dove.
Bene, mentre scorrono i titoli di coda e gli addetti alle pulizie entrano a spazzare via i resti di pop corn, c'è spazio per qualche ultima considerazione. Sopra a qualunque altra cosa, i doverosissimi complimenti, perché portare a conclusione una storia così ricca e complessa, oltretutto dopo uno standby di qualche anno, non è cosa affatto semplice e dunque li meriti tutti. E poi, naturalmente, non posso che confermare, ancora una volta e con sempre più convinzione, il mio apprezzamento per il risultato finale. E' già stato detto e probabilmente ridetto, ma concordo ancora una volta: è una validissima alternativa all'ultimo libro della saga, e per tanti versi, è pure meglio di questo: questa è la Katniss che più o meno tutti avremmo voluto vedere, una che reagisce alla scomoda etichetta piumata che le hanno appiccicato addosso e fa consapevolmente le sue scelte, e non l'ameba che resta perennemente in balia di quelle altrui, salvo poi passare il resto della vita a macerarsi nei sensi di colpa per le tragiche conseguenze. Collins, leggi e prendi nota.
Perfettamente centrati gli altri personaggi, sia quelli canonici che quelli creati ex novo, e ancor di più è stata rispettata l'atmosfera opprimente propria di questa saga. Forse la durata è stata leggermente lunga, ma il materiale in campo era tanto e spettacolare dal punto di vista dell'inventiva, e sarebbe stato davvero un peccato non sfruttarlo appieno.
Non mi resta dunque che accomiatarmi, ringraziandoti per quanto ci hai trasmesso in questi capitoli e assicurandoti che continuerò a bazzicare da queste parti, perché anche se questo fandom è ormai un po' in disarmo, c'è sempre la speranza di poter leggere qualcosa che valga la pena... Sicuramente ce n'è nel profilo dell'autore... Tre dita al cielo, e buon proseguimento! |