Recensioni per
Per arrivare a te
di Francine

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
01/04/17, ore 18:38
Cap. 1:

Il problema di quando inizio a vagare e m'affido alle correnti, è che difficilmente poi riesco a ritrovare la rotta, o almeno non lo faccio subito... Chiedo venia, ma intanto mi sollazzo col tuo Kanon. E per Kanon, come ormai ben sai, ho un debole speciale – quindi è un sollazzarmi particolarmente sentito! Soprattutto perché l'arrivo (e l'ascesa) di Kanon al Santuario è uno di quei momenti che avrei sempre – ed enfatizzo il SEMPRE!!! – smaniosamente voluto vedere: un po' perché, il non proprio buon Kanon, l'avevamo lasciato in fondo al maaaar in fondo al maaaar con un tridente piantato in petto; un po' perché 'sto benedetto ragazzo è arrivato al cospetto della Dea senza che nessuno degli altri se ne rendesse minimamente conto. Quindi la mia gratitudine verso di te per aver scritto questa storia si moltiplica in modo esponenziale; e poi va aggiunto l'apprezzamento per il contenuto... Insomma, ci sono delle domande di circostanza che sono difficili da ignorare e mi piace la tua risposta: Kanon arriva arrampicandosi, con fatica, come un naufrago che nuota disperatamente verso la riva – e chi potrebbe mai vestire i panni del sommerso e salvato meglio di Kanon?
Ma poi ci sono anche delle questioni in sospeso più sottili: sulla coscienza di Kanon, sulla sua posizione in relazione ad Athena e quella rispetto al mondo degli uomini e dei suoi pari. E, al solito, questo tuo scorcio sulla coscienza di Kanon, mentre s'arrampica, mentre risale, è tanto tanto bello.

(Segue sproloquio quasi a caso, perché con Kanon di mezzo la mia logorrea mi sfugge di mano)
Ho sempre avuto l'impressione che la redenzione di Kanon fosse una redenzione per tappe, per gradi, come tutte le storie credibili di redenzione, del resto, ché l'illuminazione sulla via di Damasco lascia il tempo che trova: poco, un istante appena. Ma una redenzione credibile forse è la navigazione di una vita intera.
Athena, Kanon, l'aveva già perdonato anche prima che peccasse sul serio, che peccasse concretamente, per davvero: già nella sua cella a Capo Sounion, Athena l'aveva protetto, l'aveva salvato, l'aveva amato. E forse il primo grande peccato di Kanon è stato proprio ignorare quell'amore, non portare la gratitudine dovuta – molto luciferino, a pensarci bene –, voltare le spalle al mondo degli uomini e a lei, per andare a prendere per i fondelli un altro dio, cercando di annegarlo, quel mondo. Però quel primo debito con Athena è stato saldato, col suddetto tridente in mezzo al petto.
La vicenda di Kanon avrebbe anche potuto concludersi lì, ma ci sarebbe stato sempre il dubbio che il suo sacrificio fosse stato dettato dall'entusiasmo o meglio dal rimorso del momento. E invece no, Athena lo salva di nuovo e Kanon ritorna da lei, proprio perché lei lo ha lasciato libero di andare e non si aspetta di riscuotere nessun debito – e non sono forse quelli i conti in sospeso che ci sentiamo più in dovere di saldare?
Se la redenzione è probabilmente un fatto eminentemente della coscienza, e Kanon l'otterrà forse soltanto andando a sterminare mezzo Inferno tutto solo soletto e facendosi saltare in aria, l'essere rinnegati concerne le istituzioni umane, il mondo degli uomini – e lì ci penserà Milo a somministrargli un battesimo di mazzate, e Kanon si lascerà battezzare. Ma, per Athena, Kanon è già stato perdonato; il bello di tutta la faccenda e la grandezza di Athena stessa, forse stanno proprio nel fatto che Kanon, per lei, è perdonato da sempre. No, non è ancora redento; ci sta però lavorando.

Nice cup of tea, per rifocillarci anche noi dalle fatiche della scalata?

Recensore Veterano
10/08/16, ore 20:44
Cap. 1:

Ok, questa è una di quelle storie in cui mi mancano decisamente troppi tasselli perchè io possa fare una recensione decente. -__-
Il rinnegato è Kanon, lo so dalle note della storia. Ma quale strada stia percorrendo, e quando, non l'ho capito. Non so nemmeno se lui sia buono o meno, quando accade questo fatto.
Quindi mi limiterò ad apprezzare i dettagli e la scrittura, e chissà, magari a volte è anche meglio così. E' come girare una città in veste di turisti: non si conosce nulla, ma si osservano dettagli che agli abitanti del posto sfuggono ogni giorno.
Mi piace il ritmo del racconto che dà proprio la sensazione della salita, dell'inerpicarsi tra le rocce e contemporaneamente tra i propri pensieri contorti e dubbiosi.
Mi piace l'immagine del mare che l'ha rigettato due volte, e quasi gli dà la sensazione che potrebbe continuare a fuggirgli all'infinito.
E mi piace la metafora finale del naufrago, che - visto quello di cui sopra - gli calza a pennello ed esprime tutta la sua (disperata?) determinazione...

Recensore Master
02/03/14, ore 15:32
Cap. 1:

Bene, non faccio in tempo a recensire una tua storia che tu ne tiri fuori una più bella.
Questa con Kanon è bellissima. è tutto bello, la sua paura di essere scoperto, la fatica che fa nello scalare la roccia a mani nude, ed il dubbio di non meritare il perdono.
"Potrebbe andarsene per la sua strada. Lei l’ha lasciato libero. Ma lei l’ha anche salvato" qui c'è tutto il motivo per cui Kanon è tanto devoto ad Athena: lei lo ha salvato anche se lui non meritava di essere salvato. Athena non gli ha chiesto conto dei suoi peccati, l'ha amato ed aiutato come fa con tutti gli uomini. Della serie "per quanto i tuoi peccati siano scarlatti, io li renderò bianchi come la neve" Dopo questa quasi mi sento in colpa per tutte le volte che ho dato a Saori dell'incapace o della dea dell'inutilità. Ma solo "quasi", eh! La prossima volta che la vedrò svenire per niente mentre i suoi saint prendono chili di mazzate tornerò alla carica.
E a proposito di religioni ho trovato che ci stava benissimo la citazione del Talmud "Chi salva una vita, salva il mondo intero" tanto per ricordarci che in Saint Seiya coesistono tutte le religioni senza stonare una con l'altra.
Brava, questa storia va nelle preferite a pieno titolo!
Comunque, per Kanon: stai sereno, non ti impiccano: ci sarà solo un artropode sadico che ti torturerà fino alla pazzia o alla morte, sei contento?

Recensore Junior
01/03/14, ore 19:07
Cap. 1:

Meraviglioso questo Kanon che guarda in faccia la sua nuova vita, o per lo meno quello che dovrebbe essere una nuova vita ma con tanti dubbi. Perche', come hai scritto, gli abissi non lo vogliono ma anche sulla terra ferma l'unica che crede in lui e' colei che l'ha salvato. E Kanon sa che non e' lei che deve affrontare ma sono gli uomini che la proteggono e che in lui non fanno il minimo affidamento.
Eppure Kanon continua e non si arrende perche si fida di Atena perche' alla fine la dea salva gli uomini e, come sempre, crede in loro.
Bella scrittura e bella la cadenza della storia.
Uno scritto che dice molto pur nella sua brevita' sulla vita e sulla speranza.
Complimenti.
(Recensione modificata il 01/03/2014 - 07:08 pm)

Recensore Master
01/03/14, ore 15:22
Cap. 1:

Mi ha commosso questa flashfic.
Mi ha commosso perché chi si abitua al dolore - che sia farlo oppure subirlo - si anestetizza, trovando poi nella speranza un veleno ancora più forte della sofferenza.
Se ti permetti di sperare - se ti permetti buttare lo sguardo oltre l'orizzonte - e poi fallisci, il risentimento che proverai sarà doppio, sia verso te stesso (che ti sei illuso, che sei stato stupido, che sei stato infantile) sia verso colui che ti ha dato questa possibilità.
L'uomo è una creatura adattabile, e questo punto di forza lo rende anche debole, la capacità di sopravvivere a priori, programmato e formato per avanzare, sempre e comunque.
Il tuo Gemini Kanon mi ha trasmesso tutto questo e probabilmente anche di più, per cui complimenti, davvero: bellissimo inciso. ♥♥♥♥

*si asciuga gli occhi e sparge cupcake ovunque*
(Recensione modificata il 01/03/2014 - 03:23 pm)