Recensioni per
La finestra di gesso
di Gaea

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Sono imperdonabile, lo so: avrei dovuto scrivere questa recensione eoni fa e non l'ho fatto. *si inginocchia sui ceci e continua a scrivere*

Ma torniamo alle cose importanti, ovvero la storia.
La cosa che più mi ha sorpreso, è stato come hai adattato il prompt al personaggio: di primo acchito, avevo pensato che avresti usato la passione di Guglielmo per il teatro - nella mia testa si era formato uno scenario cross-dresser, magari calato in un mondo medieval-fantasy dove l'omo à dà puzza': vedere che la cosa proibita, illegale o malvista fosse le sue capacità gestazionali - e una qualsivoglia forma di autorità, a partire da quella genitoriale - è stata una vera sorpresa! 

Ritrovarsi in un mondo in anarchico (nel senso positivo del termine, eh!) è stata un po' una boccata d'aria per lui come per il lettore ed è interessante vedere come l'illusione utopica della prima impressione lascia pian piano il posto a una presa di coscienza che questo non è il mondo migliore che il protagonista si aspettava e che, per assurdo, non è libero come aveva creduto all'inizio - libero di essere davvero se stesso, perché si può dire che Guglielmo sia un manager e un direttore fino all'osso. Il dettaglio dei ùdaram, inoltre, mi ha ricordato gli uteri artificiali di "Ergo Proxi", anche se la tua è una versione un po' più poetica, se mi permetti di usare il termine: sembrerà una cosa da poco, forse, ma mi sono fatta un bel po' di domande sulla società che li aveva creati e che doveva avere un livello tecnologico molto più avanzato rispetto a quello che ci si trova davanti. Questo salto indietro tecnologico è stato preventivato oppure è dovuto alla (non tanto) naturale evoluzione di questa società che è riuscita a eliminare la supposta "radice prima" di ogni male? Ci sono altre vestigia, oltre agli ùdaram? Vabbeh, io sono un'appassionata delle ambientazioni e fose queste sono questioni sulle queli tu hai deciso di non indagare più di tanto.
Ho anche apprezzato molto il fatto che la chiave che spinge il protagonista a cercare un altro mondo prima e a fare il possibile di tornare dalla sua famiglia poi sia la stessa: il sentimento di noia gioca un ruolo sottile e importante per lo sviluppo della trama e, per una volta, in senso positivo. Permette a Guglielmo di confrontarsi con qualcosa di diverso, lo costringe inizialmente ad assumere un ruolo non per lo spazio di una rappresentazione teatrale, ma per un numero imprecisato di giorni, un ruolo che a lungo andare inizia a stargli stretto, un po' come se fosse l'attore in una soap-opera pluridecennale.
È a questo punto che la noia scatta di nuovo, gli fa ricordare il passato e, come si suol dire, glielo fa apprezzare proprio quando lo crede perduto: forse a questo punto la storia avrebbe giovato di un po' di tensione, poiché l'intuizione di aprire una nuova finestra arriva un po' troppo in fretta - voglio credere che ciò sia dovuto al limite di parole che avevo imposto e che, quindi, tu abbia preferito tagliare piuttosto che trattare en passant un passaggio che abbisognava di un certo spazio.
Tutto questo era per dirti che hai fatto davvero un ottimo lavoro con il materiale che ti era stato proposto: mi hai davvero sopresa!

Alla prossima, anche se ormai sono uscita dal giro dei contest.


Kindest regards,

D. Rose