[Recensione premio per il contest "The Witcher"]
Mi è piaciuta davvero molto questa breve storia, più della precedente. Ho trovato la narrazione più lucida e pulita, ma, al di là del modo in cui ti sei espressa, sono stati i tanti particolari con cui hai decorato il racconto ad impreziosirlo.
Anche se, di nuovo, ci ritroviamo catapultati nel frammento di un mondo più vasto, questa volta il contesto è stato riccamente elaborato, ad esempio hai descritto molto bene il Tempio e le sue dinamiche, e inoltre quel breve tratteggio della città cavernicola, con i silenziatori, i pipistrelli, le luci magiche, il corno che suona, è a dir poco affascinante. Ho amato lasciarmi distrarre da questi bellissimi particolari e immergermi in questo mondo fantastico, che hai saputo rendere in modo così nitido. Sommario, eppure sapiente: hai effettuato un'intelligente scrematura di cosa dire e cosa invece tralasciare, con il risultato di stampare nella mente del lettore un chiaro quadro ambientale.
Ci sono altri particolari molto interessanti nella storia che hanno attirato la mia attenzione, in primis le serpi sacre. Il serpente è l'ultimo animale da cui comunemente ci si aspetterebbe protezione, invece le serpi in questo caso proteggono Elmara Kestal, avvolgendo la bambina nelle loro spire: un gesto che parrebbe minaccioso piuttosto che protettivo.
Le serpi sacre sono una componente interessante della storia: è come se fossero un'estensione percettiva di Nurlana. Sono inoltre un elemento atipico: ci hai presentato un animale che si porta con sé una miriade di accezioni negative sotto una luce positiva (anche se a tratti leggermente ambigua), a ribadire ancora una volta (assieme all'anomalo rapporto madre/figlia, e assieme all'ambientazione sotterranea) il carattere alieno e fantastico del mondo nel quale siamo immersi fino al collo.
A proposito di questo, vorrei dire che il livello di immedesimazione è stato molto più alto rispetto alla storia precedente (anche se questa è un'osservazione puramente personale e soggettiva, che ti faccio da lettrice amante del contesto e delle descrizioni).
Un altro dettaglio (e chiamarlo dettaglio è riduttivo perché è l'anima della storia!) che mi ha follemente affascinata è stata la spada, la spada con ego. È una delle cose più affascinanti che abbia mai letto, e non sai quanta voglia mi hai lasciato dentro di saperne di più, di vedere la questione approfondita. Mi è piaciuto il fatto che tu abbia posto un distinguo tra un'arma incantata e un'arma con una personalità, e addirittura il fatto che tale personalità sia caratterizzata da un genere, in questo caso femminile. E che non sia quindi neutra, come invece saremmo portati a pensare in relazione a un oggetto.
È una cosa che mi ha sempre affascinato, un'anima intrappolata o connaturata a un oggetto. Mi vengono in realtà in mente dei precedenti, nella mia scarsa “cultura fantasy”: ad esempio, le armi incantate con le gemme dell'anima nella saga di The Elder Scrolls, le quali contengono quindi residui di un'anima che in passato fu una persona o un animale.
Ma, nel tuo caso, mi è piaciuto davvero moltissimo come tu abbia – lo dico nuovamente – posto un distinguo tra le armi semplicemente incantate, e le armi che posseggono un'anima. E forse, chissà, anche una sorta di preveggenza, poiché la spada comunica alla bambina un arrivederci, forse sapendo che, un domani, sarebbe tornata nelle sue mani.
Ma, mettendo da parte la questione della spada, c'è un altro dettaglio che ha rapito la mia attenzione: l'anello del padrone e dello schiavo. È un altro oggetto magico che mi ha davvero incuriosita, e mi sarebbe piaciuto saperne di più su questo legame, e sull'identità dell'uomo (o della donna?) che Nurlana ha legato a sé.
Tu sai bene come instillare curiosità nel lettore, lasci nella trama, qua e là, tanti nodi interessanti che non vengono sbrogliati, e il dettaglio dell'anello di Nurlana è uno di questi.
Insomma, questo racconto nel suo complesso mi è piaciuto moltissimo. I tuoi personaggi femminili sono davvero accattivanti (ma questo già lo sapevo, giusto?), e soprattutto sono rimasta sorpresa nel ritrovare, in queste ultime storie che ti ho recensito, toni, tenori e ambientazioni piuttosto differenti (a mio avviso) dalle due storie che ho avuto il piacere di leggere nei miei concorsi. È stata davvero una sorpresa: quasi non ti avevo riconosciuto, in queste righe, in questo fantasy più combattivo, forse un tantino più assimilabile ai canoni del gdr fantasy. Però questi tuoi racconti più vecchi hanno la particolarità del “mondo raccontato per frammenti”, un modo frammentario (appunto) ma sicuramente accattivante di costruire universi fantastici, come se offrissi al lettore un puzzle da comporre. E l'enigmatico personaggio di Nurlana, l'altra faccia di Ta'Mit, è sicuramente un pezzo molto importante del puzzle.
Forse per la prossima recensione (e mi scuso ancora una volta per l'enorme ritardo!) cambierò di tono con “La notte più lunga eterna non è” (sempre se non hai un'altra storia in particolare da segnalarmi per la lettura, in tal caso, non esitare!), ma intanto sono davvero felice di aver collezionato le storie di Ta'Mit ed Elmara Kestal, e di aver visto un'altra faccia della tua produzione fantasy.
A presto,
Silvar |