BOOM.
Tipo che non mi aspettavi qui, eh? E invece, tu guarda che ti combino. Sai, quando uno continua a procrastinare l’inizio della giornata di studio e si chiede cosa mai si può inventare per rimandare l’estremo momento, succede che ci si ricordi di aver letto una shot e che forse forse meriterebbe una bella recensione. Dunque sono qui, dopo aver pubblicato – giusto per procrastinare ancora un po’ – ho deciso che avrei fatto bene a provare a lasciarti una recensione, perché come sempre mi manca recensirti e avere fandom e fisse in comune, quindi qualche volta devo smorzare tale nostalgia.
Ora che ho fatto questa premessa totalmente inutile e sicuramente poco interessante, sarebbe bene che io cominciassi a occuparmi della storia in sé, no? Come ben sai, io adoro il genere fantascientifico – conditi con salti temporali, dimensionali e tutto l’arsenale, visto che sono una fans del caro e vecchio Dottore ♥. Quindi mi è piaciuta particolarmente molto questa realizzazione, un po’ perché appunto il genere è a me molto caro, ma soprattutto perché avendo letto molti romanzi di tale tipo, posso affermare che te la sei cavata egregiamente.
Una degli elementi che ho maggiormente apprezzato è come sei riuscita a mostrare un corso naturale alla scomparsa di Hic, un fluire via lento, inevitabile, portato via da una corrente regolare che cancella la sua presenza e la sua memoria. A leggere dei vari momenti in cui si perde, in cui nessuno lo vede e lui non scorge nessuno, si ha la strana sensazione di predestinazione: si ha una la sensazione che qualcosa non vada per il verso giusto fin da subito, e questa impressione aumenta inevitabilmente diventando sempre peggiore, sempre più pressante e angosciosa. Insomma, hai reso in maniera perfetta questo suo smaterializzarsi, mostrato in alcune salienti scene, che rendono all’inizio quasi comico il tutto – come quella che pare solo un’incomprensione innocua tra Hic e Astrid – fino a divenire incredibilmente preoccupante quando si comincia a comprendere di come la lontananza di Hic implichi anche il lento sbiadire nella memoria altrui di lui. Aleggia come presenza evanescente nel mezzo della narrazione, rimanendo in sottofondo, mostrato nel suo scomparire attraverso la chiacchierata degli amici all’accademia, fino a divenire davvero un fantasma il cui nome diventa anche arduo da pronunciare, da tenere a mente.
Incredibilmente straziante è la parte in cui si comprende che è definitivamente scomparso, ovvero quando c’è il discorso finale tra Astrid e il padre di Hic, in cui ormai lui non esiste più ed è completamente sbiadito via, polvere nel vento, a lasciare solo un vago senso di vuoto inspiegabile in entrambi gli interlocutori. Particolarmente significativa sono state queste righe che ti riporto, perché davvero mi sono piaciute incredibilmente e mi hanno lasciato un senso di triste amarezza addosso: «e nemmeno ce lo voleva in fondo, un cavaliere, perché non c'era vichingo su Berk in grado di completarla, di colmare quello strano senso di vuoto che aveva nel petto, quella sensazione di appartenenza a qualcuno fatto di niente. Quel suo sentirsi un chiodo arrugginito in un bicchiere d'acqua.»
E la fine, con Hic e Sdentato da soli su un’isola totalmente brulla è veramente l’apoteosi della devastazione emotiva, ebbene sì. Perché non basta che tutti non si ricordino di lui, ovviamente, no, anche lui non si deve ricordare una beata mazza! Però almeno ha Sdentato, io mi consolo così, con la costatazione che non è completamente solo e ha un mondo da esplorare – magari come Edward trova una Astrid in quel mondo e mette su comunque famiglia; e sì, so che non è possibile, ma shhhht, dai, lasciami con le mie flebili speranze, eh.
Comunque, da buona fan di Thor, devo dire che ho apprezzato moltissimo i riferimenti ad esso e sono contenta che la mia vicinanza ti abbia fatto apprezzare l’imprecazione per l’occhio di Odino – che ritroverai nei fumetti quando verrai a leggerteli, insieme a per tutta Hel. Niente, la prossima volta buttaci dentro anche Loki, raccomando, così io sono ancora più contenta e poi Loki va sempre bene ovunque, non stanca mai e non è mai abbastanza (?).
Ora, penso che mi ritirerò, perché ho delirato a sufficienza e non mi pare il caso di rendere ancora più evidente quanti problemi io abbia, magari vado a prendere in mano i libri, ecco, che è meglio [cit.].
Addio ♥
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