E' davvero una storia molto bella. Cioè, più storie.
Avevo pensato di fermarmi a recensire leggendo quella di Banchina e Usop perché mi aveva colpita molto, sia per la fragilità di Banchina che per tutta l'ultima parte dedicata a Usop per culminare in quella frase 'La vita di suo figlio è la migliore stria che lui si sia mai inventato'. Mi ha davvero colpita, tanto. Un po' perché ho un particolare pezzetto di cuore dedicato a Usop, lo ammetto, ma anche perché mi è davvero piaciuto molto come tu abbia assunto un punto di vista... completo, credo sia la parola. Mi è piaciuto molto come Banchina dimostri di accettare tutto del figlio, anche i suoi errori e le sue fragilità. Perché non si può essere semplicemente orgogliosi di Usop. Significherebbe non averlo capito. Bisogna essere orgogliosi dopo averlo visto sbagliare e capito e sentito vicino nei suoi sbagli. O almeno, è questo che a me piace del personaggio. Ed è molto bello vederlo attraverso gli occhi di Banchina.
Comunque, ho poi continuato a leggere. E mi sono sorpresa nell'emozionarmi ancora. Prima per la storia di Olvia e poi in quella di Rouge. In entrambe più o meno per lo stesso motivo di quella di Banchina, a voler ben scavare. Sempre per questo senso di accettazione degli errori e dei momenti peggiori. Che però con Rouge va oltre.
Davvero molto emozionante come passaggio quello sulla morte di Ace. E non tanto per il discorso che loro si riuniranno che, ok, è bello e pieno di speranza che magari uno non si aspetta. Però a me è piaciuto molto di più il fatto di approvare la pienezza della vita del figlio, il concetto che va bene morire presto se si è avuta una vita piena. Comunque anche altri dettagli della parte di Ruge mi sono piaciuti tanto, come ad esempio l'immagine dello sguardo 'spaurito', come dici te. E' stata un'immagine tanto vivida che me la sono ritrovata improvvisamente negli occhi. Davvero molto bello, tutto quanto.
Anche le altre storie sono belle e ben scritte e interessanti, ma ho preferito concentrarmi su quelle che mi hanno presa di più.
I miei migliori complimenti.
Alla prossima,
Ram. |