Quarta Recensione Premio per il contest "Award for best Drabble&Flashfic - II Edizione"
Ed eccomi di nuovo da te. Ho scelto questa fic perché non potevo resistere al personaggio di Rhaegar. Non avendo letto i libri, non so quanto di lui si sappia in verità, ma dalla serie, i pensieri di Dany e degli altri - e non ultima la rivelazione (prevedibile) su Jon - mi hanno fatto nascere parecchia curiosità.
Nella mia mente l'ho immaginato come un uomo valoroso ma incosciente, pronto a far scoppiare una guerra per amore. Ma tu qui ne mostri il lato disperato, fatalista e tragico, di chi non smette di amare persino la moglie. In altre parole, quei difetti che avevo immaginato spariscono, diventano caratterizzazione di un uomo molto più complesso e tormentato e allo stesso tempo degno di stima di quello che avevo immaginato.
Certo, io ho un'idea tutta mia del suo rapporto con Jaime, tanto che mi fa ben sperare per il suo futuro incontro privato con Jon (spero che ci arrivi al nord, Jaime) e non puoi capire quanto mi abbia sorpreso il piccolo paragrafo che hai proprio dedicato a questo personaggio.
GOT si è rivelato meno "commerciale" di quello che pensassi (tutta quella notorietà mi aveva fatto fare un passo indietro, avevo già le dita scottate dopo "La spada della verità", avevo pensato a qualche altro flop per ragazzi) tanto che comincio a sentire la necessità di leggerli, sti benedetti libri; se non altro perché ho delle idee sul finale e certi tipi di intrighi che mi piacerebbe sapere se i libri li confermano o smontano.
Grammaticalmente ho trovato solo un errore:
Eppure... eppure gli spettri non posso più parlare -> possono
A livello stilistico, ancora una volta, tanto di cappello. Ho trovato questo stile meno evocativo e più semplice, eppure non mancano le associazioni e le metafore (che caratterizzano il tuo stile); ma soprattutto mi ha coinvolto il tono "da memoriale", intrigato la struttura della storia, con un inizio che segue gli istanti della morte di Rhaegar e i vari spezzoni in cui vediamo come quegli eventi hanno cambiato e influenzato la vita di molti altri personaggi; le ultime scene erano più "nebulose", come se passato e futuro si intrecciassero in una zona senza tempo. Forse per me che conosco solo la serie sono state un po' più difficili da comprendere, ma ci proverò comunque a dare la mia interpretazione, poi mi dirai tu:)
L'unica cosa che mi sento di consigliarti - ma che non è errore - è quando fai l'inversione del soggetto, tipo:
Abbassa lo sguardo Elia e grida -> In questi casi, io metterei la virgola prima di Elia. In alcuni punti lo fai, in altri no; non so se è una diversità voluta o casuale.
E un'ultima cosa, poi passo alla storia: quando usi i verbi dicendi (disse, sibila, bercia) o comunque laddove la battuta è in minuscolo, non mettere il punto all'interno dei dialoghi.
Bellissimo il modo in cui hai affidato all'onomatopea il compito di scandire il tempo e le azioni degli uomini, ma soprattutto i passi ultimi di Rhaegar. Ho amato l'ironia con cui per primo lo associa alla figura del cinghiale (creatura che contribuirà alla sua morte). Hai caratterizzato molto bene il fuoco della disperazione del protagonista, così come sei stata molto brava a esaltare il linguaggio sboccato e furioso di Robert.
Questa visione dell'ultimo scontro sul fiume, di un uomo su cui pesa la forza del destino ma che combatte comunque, mi ha davvero coinvolto. E ho amato l'ambivalenza che c'è in lui, l'amore per la moglie di Dorne e quello per la "principessa" del nord, due amori che si intrecciano, diversi tra loro, che fanno male a tutti soprattutto. Perché se l'amore per Lyanna è forte e non può essere soppresso, quello provato per Elia lascia comunque traccia, soprattutto perché a provarlo è un uomo d'onore, un uomo che si assume le sue responsabilità.
E troviamo ancora Jaime con i suoi demoni, di un altro tipo stavolta. Non sapevo (non so se lo hai inventato o ti sei attenuta alla trama originale) che Rhaegar avesse affidato Elia a Jaime. Forse sapeva già che avrebbe perso, che il regno del padre sarebbe crollato, e avesse sperato che Jaime potesse evitare il dolore e soprattutto l'umiliazione e l'atrocità a quella donna che lui per primo aveva tradito.
In ogni caso, hai esaltato un tipo di rapporto basato su stima e fiducia tra Rhaegar e Jaime che mi ha fatto venire gli occhi a cuore, perché è proprio così che io li immagino. Ok, può sembrare stupido, ma Rhaegar viene ricordato come un uomo giusto e dedito all'onore e al dovere, un vero drago... un drago che vede il padre bruciare e uccidere innocenti, folle... può davvero lasciarlo fare? E può lui stesso mettere fine alla sua vita? No, sto dicendo una blasfemia, ma... Jaime era lì, Rhaegar lo aveva lasciato con suo padre, mentre aveva incaricato i migliori tra le cappe dorate (si chiamano così?) di proteggere Lyanna... mi azzittisco, ho bestemmiato a sufficienza. Dico solo che forse Jaime e Rhaegar hanno molte cose in comune, una è il senso dell'onore, che non è del tutto quello cavalleresco e nobile di personaggi come Ser Barristan.
Mi piace tantissimo la descrizione immediata che fai di Oberyn, con due parole lo hai descritto alla perfezione; così come hai saputo richiamare alla mente del lettore sia il suo spirito più secco e focoso, di quel caldo torrido che si consuma e avvelena l'anima, che è il suo dolore per la perdita dell'amata sorella, ma soprattutto quell'odio viscerale che ha nei confronti di Rhaegar(?), è un misto di dolore e vendetta quella che mastica questo personaggio, a cui non basta l'amore, non bastano i mille piaceri e vizi che si concede per smorzarne la foga.
Altrettanto mi è piaciuto il passaggio di Dany e ser Barristan, il rimpianto di lei e il sogno di lui; la solitudine della prima e la speranza del secondo. Chissà se la figura valorosa del fratello per lei è simile a quella del defunto marito... Dany non conosce la terra dov'è nata, è cresciuta con un'idea del mondo molto più selvaggia e particolare, la sua vita accanto al suo sposo e come Khaleesi (l'ho scritto giusto?>.<) hanno influenzato molto il suo essere, e i suoi desideri e propositi verso un fratello che non conosce si mischiano a ciò che lei ha conosciuto nella sua vita. Rhaegar è la misura di quello che non ha avuto e di quello che ha perso; è il simbolo del vuoto che c'è in lei, di una famiglia, dell'amore che non ha.
Da qui in poi, credo di capire che tutto si svolge in un altro universo, in un'altra dimensione, meno eterea e più fatta di ricordi e spiriti. C'è il tormento e le colpe di Rhaegar davanti a Elia; c'è il suo amore e la sua devozione per Lyanna.
Nella parte con Lyanna ho avuto qualche difficoltà, mi piacerebbe tanto che mi dessi la tua interpretazione, perché non penso di averla capita, non bene come avrei voluto. Non è un amore fatto di carne e desiderio come pensavo tutti quello che lo lega alla donna del nord, forse un'affinità di spiriti. Ed è a lei che pensa, ed è a lei che si congiunge mentre abbandona il suo corpo. Mi par di capire che la "bocca rossastra e slabbrata" sia la ferita mortale che lo sta uccidendo.
Quello che non capisco, dov'è che rimane, Rhaegar? Sul campo di combattimento, ostinandosi a dar battaglia e a eludere ancora per alcuni istanti la morte? Oppure sospeso come entità sul mondo, osservando le conseguenze del suo amore?
Anche la parte con Elia un attimo mi ha lasciato in alto mare: chi la chiama? Clagene o Rhaegar o Oberyn?
A piacermi, comunque, è il contrasto racchiuso in questa battute:
Elia è morta con il suo nome sulle labbra.
Elia sa che il suo drago ha chiamato il nome di un'altra prima di soccombere, ma non le importa - perché il deserto muta sempre e mai.
Tempo e spazio in questa storia si piegano, si mischiano e si confondono (per come la interpreto io). Alla fine, è il mondo stesso che interroga Rhaegar, e ho amato sia il suo riferimento verso la sorella che verso (mi è parso di capire) la scintilla di speranza nata quel giorno a Dorne (JON, giusto?).
Credo che avrei apprezzato di più questa storia conoscendo i libri, ma anche così ho potuto ammirare la tua bravura, l'originalità della struttura stilistica, e soprattutto l'introspezione di tutti i personaggi che amo (davvero, hai usato tutti quelli che più di tutti mi hanno colpito nella serie).
A presto! |