Recensioni per
Effetto Forer
di S_a_r_a

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
05/11/14, ore 16:42

Insomma, Sara! Continui a troncarmi la relazione di possibile future coppie ç_ç In Sonia e Michele ci spero, dai.
Questo più che un racconto sembrerebbe il capitolo I di una storia più lunga (o è la mia testa che lo spera), ma è comunque un racconto riuscito perché vi si può scorgere un senso completo.
La presentazione di Sonia è perfetta e non esagero. Cominciare con un sogno è molto classico ma funzionale perché vengono espressi già in primis i desideri della protagonista. Un'atmosfera magica e poi... "Porca miseriaccia", che è un'espressione che mi fa sempre ridere, un po' perché cade volutamente nel volgare/colloquiale, un po' perché mi ricorda Ron Weasley. Il fatto che Sonia fantastichi su Magneto la dice già lunga su che tipetto sia. Non che la popolazione mondiale si divida in chi tifa per il buono e chi tifa per il cattivo, assolutamente, ma... ci andiamo vicino. Si nota un po' di apatia in Sonia: trascina i piedi senza sollevarli, masticare i biscotti le procura noia, l'aria freddina di novembre (va beh, per me sarebbe già aria polare) la lascia indifferente. Non solo, Sonia ce l'ha con le persone, si crede giustamente superiore (come Magneto) alla tanta gente stupida che vede, oppure ha semplicemente un leggero rigetto, e in questo intravedo anche un po' di Sara (del resto il titolo è "All by myself", no? XD). Cosa comprensibile, quando si va a scuola si ha un po' di tutto sotto gli occhi, e vedere gli adolescenti è come vedere il peggio degli adulti (boh, mi è venuta così xD del resto gli adolescenti sono degli adulti immaturi, e sanno essere più stupidi o più cattivi).
E molto dolce (e sempre esaustivo della sua personalità) è il momento di conversazione tra Sonia e Michele. Si capisce che Sonia non si crede affatto superiore a nessuno, è solo un po' insicura e pare non volersi adeguare a quel mondo schematico e catalogante che divide i tamarri dalle fighette, dai dark eccetera. Non ha sempre in mente la giusta cosa da dire (come la capisco bene), stessa cosa vale per Michele che, anche se è apparentemente più spigliato, con lei non sa bene che pesci pigliare. Ma sono sicura che non si stuferà e proverà ad entrare un po' nel suo mondo, come lascia presagire l'ultima frase! Parlando appunto dell'ultima frase, l'immagine che racchiude è molto carina: i miseri cinque minuti di un'umanità che vuole venire e verrà fuori.
Okay, mi sono un bel po' dilungata, ciò vuol dire che il racconto mi ha colpito. A livello di contenuto, è meno forte degli altri due (non c'è né la storia drammatica né la storia comica, bensì una storia di esistenza comune) ma lo trovo leggermente scritto meglio, le parole scorrono più coinvolgenti, forse perché ti sei ben immedesimata ;)
Complimenti, al prossimo!

Recensore Junior
05/11/14, ore 15:53

Riecchime! Oh mamma, quanto sono indietro.
Beh, comincino col dire: che tristezza T.T E' la prima cosa che ho pensato quando ho finito di leggere il capitolo. Odio quando succedono queste cose e i due protagonisti dei film o dei libri (futuri sposi nella mia testa) non si capiscono. Che poi succede fin troppo spesso anche nella realtà, quante coppie non nascono per colpa di malintesi simili... effettivamente la cosa è molto realistica.
No comunque, è un'idea molto carina. La pazzerella Rebecca è tutta presa dai suoi oroscopi e dalle eventuali e non così probabili disgrazie (Saturno contro, una cosa che succede ogni 27 anni, un piede nella fossa, la protezione della CIA... mi ha fatto morire XD) e non si accorge delle cose positive! Gli occhi sono così ingannevoli, quando uno non vuole vedere non vede proprio.
Il tono del racconto è mantenuto tutto su un'ironia semplice e calzante. Rebecca è veramente buffa, e pure la sua amica. Di primo acchito è una persona un po' superficiale, perché dà ascolto agli oroscopi e crede che le cose importanti da risolvere siano recensire un hotel e insultare la Vodafone ma in realtà, e il lettore lo capisce, sono quelle caratteristiche stravaganti e comiche che fanno di lei una personcina tutto pepe. Eh, a Fabio piaceva tanto!
Rebecca, inconsapevolmente, ci lascia un'importante lezione: mai credere di essere sfortunati, o lo si diventa sul serio...
In cuor mio confido che dopo la settimana in Germania i due si ritrovino :')
Brava la mia astronoma e astrologa, ho trovato questo racconto in pieno stile Sara, sia per la comicità sia per il contenuto! Vado a leggere gli altri :*

Recensore Junior
21/06/14, ore 20:50

Yeeee eccola! La famosa raccolta! :)
Avevo già letto questo capitolo tempo fa ma non mi ero mai riuscita a prendere il giusto tempo per recensire.
Dunque, intanto mi piace molto il titolo "Effetto Forer" (non sapevo cosa fosse e mi sono affidata a Wikipedia), lo trovo molto azzeccato! Anche la descrizione della storia mi piace, attizza, soprattutto l'ultima frase.
Passando a questo primo racconto... E' molto carino, le sequenze sono ben disposte con le cesure messe al posto giusto e la lettura è scorrevole. Jack (adoro il nome Jack) è un classico ragazzo che si tormenta, Fulvia (mi piace anche il nome Fulvia, seppur non piaccia quasi a nessuno T.T) è una ragazza che brilla di luce propria, se così si può dire. L'ho apprezzata molto, la sua forza nonostante tutto: la cecità, poi il cancro... Sto cancro poi è perturbante da matti: prende davvero troppe persone, ho sentito che uno su due è a rischio. Poi non riesco mai a capire dove le persone già condannate trovano la forza per vivere ciò che gli rimane, proprio come Fulvia :')
Mi è piaciuta molto la scena del colore. Mi ha ricordato un po' il film "Dietro la maschera", non so se l'hai visto. La ragazzina cieca dice al suo amico che non sa cosa sono i colori, lui prova a spiegarglielo a parole ma non ci riesce, e allora trova un espediente usando il tatto (il ghiaccio per il blu, una pentola bollente per il rosso...) Scene di questo tipo, come anche l'associazione a una canzone o a una sensazione (il pugno nello stomaco), sono sempre molto tenere e velate di una triste commozione. Poi mi sono piaciute le sequenze col dottore, hanno un loro perché, poverino, anche lui coi suoi problemi... La prendo io una tazza di caffè con lui XD
Concludo esprimendo i miei dubbi (è il rischio, ma anche il bello, dei racconti brevi: far venire dei dubbi XD). La scena della ragazza con la maglietta fucsia e dell'uomo in giacca e cravatta aveva un suo ruolo specifico? Perché non ho trovato il nesso col resto della storia.
Poi, ciò che mi preme di più, vorrei chiarire la scena finale. Jack si sta per ficcare un coltellino in un occhio... La mia interpretazione è: la scena appartiene a un tempo passato -> subito dopo la morte di Fulvia, Jack ha perso la testa e si è "cosato" un occhio. Suo obiettivo era forse diventare cieco per capire cosa lei avesse provato in vita? Sentirla vicino (in un modo un po' malato) nonostante la morte? Sta di fatto però che non è riuscito ad andare fino in fondo (eh, sfido io, il dolore l'avrà fatto un po' rinsavire), infatti l'altro occhio dovrebbe essere sano (se no non si spiega come riesce a vedere la brutta cera del dottore XD). La madre giustamente si è spaventata e ha deciso di mandarlo da un dottore. Ha paura che si faccia di nuovo del male. E' giusto? Ci ho messo un po' ad elaborare il tutto perché inizialmente pensavo: "Ma non può essersi accecato, il dottore lo vede, parla della sua brutta cera!" ...poi ho riletto bene ed effettivamente alla fine si parla solo di un occhio, quello destro. Che pirla oh.
Va beh, aspetto una risposta per verificare se ci ho preso. Mi piacciono tantissimo i racconti brevi con tutte le riflessioni che ne conseguono, ne aspetto tanti altri buahaha
Complimenti, il primo pezzetto di questo esperimento è venuto molto bene!