L'ombra non puó inghiottirti, è solo il tuo riflesso. 
Mille volte più debole di quanto non lo sia tu. 
Tuo, 
Moscerino.

Lì dove il sole batte forte, l'ombra è più lunga

Il tormento di se è il peggior nemico per la solitudine dell'uomo.
La solitudine che uno vive all'interno di se, oltre a se dove la gente passeggia è il vuoto. Non c'è peggior solitudine di quando si è immersi in una fiumana.

la trovo una complessa interiorizzazione di un evento ( o più ) che ti hanno segnata nel percorso della vita. Quella linea di demarcazione tra l'essere aiuto per se stessi, o l'essere l'assassino di se stessi è notevole, ben stesa e sembra quasi che tu ci voglia giocare divertendoti a volte ad oltrepassarla, a volte a restarci sopra. Non la trovo un componimento auto distruttivo, ma una consapevolezza pacata, sebbene urlata al mondo, di diverse sensazioni che ti hanno colpita, di pensieri che la tua parte più "oscura" ha ben presenti, mentre il tuo io magari ne vede solo delle sfaccettature.
vediamo di analizzare quello che mi ha trasmesso:
Il fatto che l'ombra si svegli di notte, poi, determina che tema la tua parte razionale ( non ti attaccherebbe mai di giorno ), lo fa per "nutrirsi", quindi per bisogno e necessità e conseguentemente resta indissolubilmente attaccata e dipendente da te. Tanto che, nel finale, c'è il tuo riconoscimento di essere la stessa cosa, e non il suo sei tu che dici "IO" sono la mia ombra non lei che dice "LEI" è il mio ospite. Questo apre uno scenario, opinabile ovviamente, dove c'è la voglia magari di prendere il sopravvento (quel "non posso più svegliarmi" mi suona più come una voglia dell'ombra ) ma la consapevolezza di non poterlo fare... se ti facesse dormire per sempre, senza riprendere il controllo "una tantum", essa perirebbe con te. Quindi in fondo si, tu sei la tua ombra, ma in questo riconoscimento c'è la chiara consapevolezza che la puoi limitare in ogni momento.
Con affetto.
Mauro