Bellissima!
Complimenti, davvero.
In poche righe sei riuscito a descrivere, in un contesto quasi apocalittico e più vicino a noi di quanto non sembri, la terribile ipotesi di un mondo grigio e sempre uguale in cui surrogati d'uomini diventano, infine, non molto dissimili ai prodotti della società di massa da loro stessi creata.
Come ogni buon branco che si rispetti, isolano immediatamente il vero e ultimo uomo, a causa della sua diversità: lo definiscono strano e sovrannaturale, quando l'errore è solo in loro e nella loro rinuncia a vivere una vita vera.
Mi hai fatto venire in mente Marcuse con "L'uomo ad una dimensione", in contrasto con la speranza di Nietsche dell'arrivo di un Superuomo, e miliardi di altri concetti filosofici che avevo ormai creduto di aver dimenticato.
Molto intensa, nella sua brevità, e ricca di significato e pathos.
Il finale, dapprima pessimistico, racchiude la speranza di una rivincita nella rinascita della fenice. Molto ben strutturata!
Grammatica buona, testo fluido, lessico ricercato.
Complimenti ancora!
Alla prossima!
Witch ^-^ |
