Sono imperdonabile, lo so.
Mi odierai a morte, lo so.
Farò una recensione lunga e sclerosa per farmi perdonare - questo è meglio che tu lo sappia.
Allora, da dove incominciare? Dal mio cuore spezzato a metà? Dai miei condotti lacrimali ormai completamente essiccati? Dalla mia anima nera, triste ed arida che si è sentita ancora più nera, triste ed arida nel leggere la tua storia, ma che alle ultime righe si è riempita dell'hype più puro? Non saprei, io finisco così ogni volta che leggo qualcosa di tuo, davvero mi chiedo perché io continui imperterrita a leggere. (risposta: perché voglio bene a te e male a me stessa, semplice)
Però davvero, ogni volta, ogni singola, dannata volta termina con me attaccata ad un tubicino in stato comatoso che neanche avessi limonato con Rogue. Dovremo iniziare a chiamarti Rogue, ecco. Perché ogni volta che scrivi succhi via l'energia vitale di ogni persona.
Oppure 'Dissennatrice', visto che ad ogni nuova storia mi sento come se la felicità fosse scomparsa per sempre da questo mondo.
Ma incominciamo con la recensione seria, che qui sennò non affittiamo più! (e ho sempre il terrore che EFP cancelli pure questa recensione)
Bene, direi di incominciare con la caratterizzazione dei personaggi, no? Bene, questa prenderà davvero poco spazio e tempo, perché è semplicemente P E R F E T T A. Sono seria, più leggevo, più ero convinta che fosse semplicemente riportato paro paro dal film.
Lo struggle di Charles, Erik ... oh mon Dieu, my baby cutiepies. Li abbraccerei e sbaciucchierei tutti, giuro.
Certo, Charles un po' meno, visto che non mi è piaciuto molto *occhiataccia da very disappointed mama* voglio dire, era perfettamente in linea con lo sviluppo della storia, caratterizzato alla perfezione e tutto- ma a me proprio non va giù quello che ha fatto ad Erik.
Lo so, lo so. Voleva dargli una vita migliore. Voleva salvarlo dai suoi demoni e tutto il resto, ma scegliere al posto suo non è stata esattamente la cosa più nobile ed intelligente che abbia mai fatto. Perciò, mi dispiace Charlie, ma tu hai perso proprio punti. Nah nah. Bimbo cattivo.
Erik invece è un piccolo bimboncello ;_______; come se non fossi già abbastanza innamorata di lui, no? Quanto mi è piaciuto, quanto. Il momento nella sua testa, i tamburi .... Cielo, i brividi. Ma quelli veri, eh. Brava che sei tu, brava!
Visto che la prima parte mi ha fatta solo piangere, basically (eufemismo dell'anno, signore e signori. In pratica singhiozzavo sul letto battendo i pugni al cielo e maledicendo la tua meravigliosa vena angst per farmi sempre soffrire così tanto :) il tutto mentalmente, ovvio. Esteriormente ero tutta tranquilla a studiare filosofia. Sono una brava attrice, eh?) passiamo a parlare della seconda, in cui lui è Max Eisenhardt e non il mio piccolo bimbo tradito dal suo migliore amico (*frekkiatina*).
Quando incontra Raven e Charles, santo Cielo. Chissà che colpo dev'essere stato per i due, e quando accennano alla "vita precedente" .... uuuuh, brividibrividibrividi. Senza contare di quando, senza che nessuno gli abbia detto nulla, chiama Charles con il suo nome.
AH, MY OTP. Perché sì, ho decretato (io, no?) che sebbene Raven abbia un viso familiare, lui si ricorda subito di Charles a causa del grande e eterno amore che li legava. Non me ne frega nulla se non è così, lasciami galleggiare nella mia bolla di felicità -dopotutto, penso di essermela meritata.
Ma quando Max, ormai Erik, si ricorda. Santo cielo l'hype. L'hype. Quello vero proprio, sarei saltata sul letto ad urlare "my baby is back, bitches, and he will fuck you all!". Poi mi sono ricordata che avrebbe odiato a vita Charles per quello che mi ha fatto. E l'avrebbe segnato come cattivo. E avrebbe ricominciato a combattere gli umani.
Ma chissenefrega, il mio bambino magnetico e bellissimo è tornato, e ne sono felice.
Bene, questa recensione non è piena di lacrime e dolore solo perché voglio mantenere una parvenza di serietà, sappilo.
E con questo, direi che è il momento per me di andare a finire la mia Cherik, visto che ho aperto il pc diciottomila ore fa e ho scritto solo una riga.
With love,
Elis. |