Recensioni per
Brandelli di requiem
di marig28_libra

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
09/08/18, ore 22:21

Questo Fersen non anela a morire, non anela a vivere, anela al nulla, allo stordimento dei sensi e della memoria. L' inverno nordico è un Eden alle Maldive in confronto a quello che è successo al suo cuore, i sensi di colpa, il rimorso, il rimpianto sono struggenti. Tanta dolcezza per Antoinette. Brava, belle immagini, splendide metafore. Molto cupo, dark, gotico. Hopeless. A presto 💓

Recensore Master
12/12/14, ore 08:30

Questa storia è davvero molto bella, come l'altra del resto, anche se più che storia direi poesia
Scrivi davvero molto bene, sembra che tu abbia un talento innato per la scrittura, talento che hai coltivato e sei davvero diventata bravissima
Sei riuscita a far percepire il dolore provato da Fersen alla morte della donna amata
Mi è piaciuto molto quando hai iniziato i versi con "In nome della fratellanza, dell' uguaglianza e della libertà"
Direi che non deludi mai ahah
Complimenti, davvero

Recensore Master
24/11/14, ore 23:47

Il mio giudizio non è certo critico perché tu non sia brava, non solo sei brava sei anche colta e raffinata nei termini e vibrante nell' eposizione.Quello che non mi piace è che poesie studiate come la tua (che oggi purtroppo vanno di gran moda) rischiano di perdere quella spontaneità e quelI'attinenza a Fersen e Antonietta propri dell' anime.Come dire non so se il vero Fersen avrebbe avuto parole d'amore e frasi così ricercate e colte nell' esprimere il suo dolore.Mi è srmbrata poco somigliante ai due infelici innamorati ecco tutto, ma è solo il mio punto di vista

Recensore Veterano
06/10/14, ore 00:09

Ciao. Ti ho "scoperta" da pochissimo. Ho incominciato a leggerti proprio da qui. Sei molto brava, anche se a tratti troppo onirica per i miei gusti. Ho letto la biografia della Regina e di Fersen ho un'ottima opinione. Il suo amore per lei fu veramente grande e sincero. Mi fa molto piacere che tu gli abbia dato voce con questi meraviglosi versi. Credo che l'amore tragico assoluto e sublime che ha vissuto debba essere giustamente celebrato.
Al di là di questa storia, penso proprio che continuerò a seguirti...ma solo nella sezione Lady Oscar. Perdonami, ma lei è la grande passione di cui non mi stanco mai di leggere.

Recensore Junior
01/08/14, ore 13:38

Ho dovuto leggere questa poesia due volte, ma ancora non riesco a capacitarmi di quanto sia meravigliosa!
Premetto che, nelle storie, sono una strenua amante delle tragedie e dei sentimenti dolorosi che le accompagnano, quindi non potevo che essere attratta dall'argomento, ma non è solo questo ... E' sublime il modo in cui hai dato voce alla disperazione di Fersen, le sue parole sono un concentrato di distruzione di se stesso, e penso che sia in questo annullamento che vorrebbe perdersi...
Il riferimento all'inverno, a questo gelo infinito, è chiaro e palpabile in ogni riga...Era Maria Antonietta la sua primavera, ma ora che di lei non resta nulla, per questa allegra stagione non c'è più spazio ...
Ho adorato il paragone con il lupo in disfacimento, dà l'idea dell'arrendevolezza di un essere che ha perduto la sua forza immensa, perché non ha più ragione d'esistere ... E questo disfacimento è inesorabile, ma lento. Non c'è speranza nemmeno nella morte, quel che rimane è soltanto il freddo ... il gelo di un inverno interminabile..
Ti ringrazio per questa perla di poesia, è veramente stupenda!

A presto!

Recensore Master
15/07/14, ore 15:23

Fersen! Personaggio molte volte bistrattato ma, al quale hai regalato un'anima, fragile, sconsolata, distrutta dal dolore della morte di M.A. Io l'ho sempre visto come un personaggio innamorato perdutamente della donna che mai avrebbe potuto avere e consapevole di questo, si è macerato nell'amore convincendosi che l'amore fosse solo  una triste e lenta agonia, così come disse ad Oscar. Tu hai descritto tutto quel dolore che lo ha attanagliato per anni, fino alla fine, in modo eccelso. Sei proprio brava. E ora, cara Marig, non ci fare aspettare tanto per un'altra storia, abbiamo voglia di emozionarci con le tue parole. Ti aspetto. A presto...complimenti di cuore.

Recensore Master
25/06/14, ore 18:12

povero fersen!
disperato, distrutto, compleatmente e irrimediabilmente annientato dalla morte di maria antonietta, l'amore della sua vita...
la poesia è molto bella, molto triste e molto... poco estiva! xD
non mi stupisco dell'eleganza del lessico scelto nè delle ripetizioni che adoperi per dare musicalità ai versi nè del ritmo piacevolmente narrativo che fa comprendere tramite immagini ben studiate ed efficaci la disperazione del protagonista... ma non mi stupisco nemmeno della tragicità del componimento. e dico solo "Che mondo sarebbe senza psicodrammi?" xD
a presto, cara!
lady dreamer

Recensore Master
25/06/14, ore 15:58

Apprezzo questa tua ottima prova, poiché anche io penso che Fersen fosse un uomo sinceramente innamorato, e che la morte della sua amata Regina deve averlo distrutto: purtroppo è spesso incompreso come personaggio.

Recensore Master
24/06/14, ore 21:52

E'la prima volta che leggo una delle tue prodezze, soprattutto poesia. Di solito, ne sto lontana...ma questo è terribilmente romantico, nell'accezione vera del termine, basato sul dualismo Amore/Morte. Il Fersen Ikediano è di questo tipo, soprattutto con il proseguire della storia. Meraviglioso davvero.

Recensore Master
24/06/14, ore 18:55

Ciao, bentornata in questa sezione! Quando ho letto il nome dell'autrice, sono corsa a leggere. E che storia cavolo!! Tu riesci sempre a impressionarmi. Non facile a un primo impatto, né immediato, e alcuni passaggi iniziali possono forse apparire un poco forzati, (ad esempio "Sono immobile…dirottato verso estuari innevati d’anemia…"oppure "I bagliori fruttiferi della tristezza d’eterea crudeltà…") ma la tematica non è certo conciliante. Bisogna soffermarsi attentamente sulle frasi e sulle immagini cupe e tragiche che suggerisci, da atmosfera decisamente noir, direi anche un po' gotica.
La morte aleggia su tutto, la luna, il teschio, il sangue, la rivoluzione e i suoi ideali diventano metafore tragiche di un destino che travolge i due amanti sfortunati. Non facile sviscerare l'anima di Fersen dopo la morte di Maria Antonietta, ma anch'io tenderei a vederlo così, cupo, oscuro, finanche gelido nel cuore ormai morto ai sentimenti, alla speranza... uno spettro d' uomo di ciò che fu (non ho usato queste parole, né questa lirica, ma in una storia noir/fantasy genere per me abbastanza inconsueto, anch'io l' ho visto così). E di gelo e freddezza ne traspare tanto in questa storia, perfino in quella preghiera finale non c'è uno spiraglio di luce, ma solo angoscia e desiderio di morte, fallimento in quel "divento zero".
"Nella mia penombra" resta nel mio cuore, ma questa storia non passa certo inosservata e lascia il segno.
Bravissima, come sempre. Un' ammiratrice sincera.