Contest "Ispirazione musicale"
4° posto: Dona eis requiem - SilenceIsMusic
Grammatica: 9,5/10
Il testo è più che corretto e devo farti un'unica osservazione che ha a che fare con la grammatica, ma anche con il registro linguistico. Prima dell'atto finale, Aiace si rivolge alla sua sposa dicendo "A te che ti ho amato, mia sposa, ricorda Aiace il Grande..."; ora, ho scoperto che esiste qualcuno che non considera a me mi e a te ti dei pleonasmi, ma delle sottolineature che mettono in evidenza l’elemento più importante. Non è il mio caso: è una forma che detesto e non uso e non mi piace sentirla/vederla usata.
Anche se ritengo che la forma sia usata soprattutto in canzoni dalla dubbia utilità (es: "Coca cola sì coca cola, a me mi fa morire/Coca cola sì coca cola, a me mi fa impazzire" cit. un cantante italiano che piace a molti), è pur vero che è attestata anche nella letteratura illustre; Manzoni, per esempio, la usa nei Promessi Sposi. Il fatto è che lui la usa per fare parlare i popolani.
Tu stai facendo parlare un eroe classico, in una storia che, dallo stile al lessico al registro, vuole imitare in tutto e per tutto i Poemi Omerici. Per questo motivo, secondo me, quella forma è stata una scelta infelice. L'avrei evitata in ogni modo, cercando di costruire la frase in modo diverso.
Stile: 6,5/7
Hai scritto sui Poemi Omerici e la tua storia rappresenta una buona imitatio di uno stile che non è affatto facile da padroneggiare, infatti ho pochissimi appunti da fare.
Ogni tanto, hai usato frasi lunghe e ricche di vocaboli che, nonostante perfettamente corrette, impastano un po' la lettura (es: "... tanto era imponente la sua stazza che gli consentiva di reggere perfino remi interi con una mano sola in completa autonomia"; es: "La mano di Atena si posò sugli occhi di Aiace, tremante di pietà per un dolore che non avrebbe mai potuto nemmeno lontanamente provare"; es: "E tu, ferro troiano che tante vite achee hai troncato, attui la tua vendetta così come Ettore Glorioso ti ha sussurrato, serpe infida e maledetta che covavo in seno da quella parità prolungata e perfetta!").
Segnalo una piccolezza nella frase "Aiace lasciò cadere a terra la spada ed il cuore maciullato, incredulo per tutto il sangue versato e l'onta subita. Si toccò il volto ancora madido di sudore e sangue, si guardò quellemani e di esse ebbe vergogna" = l'uso di quelle mi disturba un po'; in realtà non credo che sia scorretto, ma avrei preferito le mani, perché esse non vengono nominate né prima né dopo, nonostante sia ovvio che Aiace si tocca il volto con le mani.
Ultima piccolezza (poi la smetto) nella frase "Le urla arrivavano al cielo, così forti che pian piano i soldati si destarono, i signori degli Achei scostarono i lembi delle tende per assistere al massacro" = forse avrei preferito una congiunzione coordinante dopo "si destarono".
Lessico: 4/5
Hai usato vocaboli ricercati per avvicinarli allo stile dei Poemi Omerici e, anche in questo caso, hai fatto un buon lavoro. Ti segnalo solo qualche ripetizione (es: "campo... campo"; "sangue... sangue") e qualche termine che, forse, non è adattissimo (es: "... primo fra tutti Odisseo, perforato dalla colpa..." = mi piace l'immagine che viene suggerita, ma avrei preferito qualcos'altro, tipo schiacciato/distrutto/oppresso/amareggiato; es: "... mostrò l'organo e lo morse con tutta la sua ira,stracciandolo in strisce viscide e sanguigne" = avrei forse preferito strappandolo/dilandiandolo, ma il vero problema in questa frase è strisce: non è verosimile che qualcuno, strappando carne a morsi, produca delle strisce... non saprei, suggerirei poltiglia, forse).
Uso della canzone (Lacrimosa): 4,5/5
Obblighi: Il protagonista ha subito una perdita ed è guidato dal dolore.
La storia non ha un lieto fine.
Gli obblighi sono stati rispettati in modo eccellente e, come nel contest precedente, sei riuscita a stupirmi: quando ho scritto che il protagonista doveva aver subito una perdita, pensavo che tutti l'avrebbero interpretata come la morte di una persona cara. E nei Poemi Omerici, in effetti, ci sarebbe molto materiale. Invece tu hai scelto Aiace Telamonio e lui, secondo la legge dell'onore che regola i rapporti fra guerrieri nell'opera, subisce LA perdita per eccellenza, accidenti. Assolutamente perfetto, l'ho adorato.
Due piccole, piccolissime cose mi hanno lasciato un po' perplessa.
Primo: il testo della Lacrimosa è in latino, la vicenda è ambientata sotto le mura troiane. Non ci si può fare niente e, in effetti, ci si può tranquillamente passare sopra ma, dato che hai inserito versi della canzone come battute dei personaggi (forse), mi sembrava giusto fartelo notare.
Secondo: hai inserito versi della canzone come battute dei personaggi? Lo chiedo perché sono fra virgolette, ma non è ben chiaro chi sia a pronunciarli: se i personaggi o una voce fuori campo a caso. Per quanto riguarda "Huic ergo parce, Deus" mi pare di aver capito che, forse, si tratta di Tecmessa; per i versi alla fine mi sono immaginata una specie di canto funebre collettivo.
Gradimento personale: 4/5
Ormai mi conosci abbastanza da sapere che, se una storia riguarda i Poemi Omerici, non può non piacermi. Come nell'altro contest hai scelto un episodio famosissimo e pluri-raccontato, rielaborandolo in modo consapevole e intelligente. È sempre bello rituffarsi in Omero. Grazie!
Punti bonus: 0/1
Possibilità: La storia è ambientata in epoca vittoriana.
Per un totale di: 28,5/33 |