Recensioni per
Twinkle, twinkle, little bat
di Dotta Ignoranza
povera Victoria Alice,ammazzata dal suo stesso sangue... è questo perchè non si capisce che è semplicemente traumatizzata dalla perdita delle figlie che portava in grembo e del loro padre nonché suo sposo!!! |
Ciao DottaIgnoranza, |
Il secondo capitolo completa egregiamente questo suggestivo ed onirico viaggio nel mondo della follia, ambientato in piena età vittoriana, quando l'irrazionale veniva additato a male assoluto. La storia non è raccontata in maniera lineare, l'autrice segue infatti la raffinata tecnica joyceana del flusso di coscienza, re-interpretata con ampio margine di originalità. |
Questo I Capitolo è veramente esaltante; l'apparente cripticità del dettato andrebbe ridefinita come scrittura del caos, ma un caos dialettico i cui elementi dispersi parlano di un differente ordine, un "kosmos" che riproduce in piccolo l'armonia degli opposti, quindi l'essenza e il senso dell'intero UNIVERSO. L'ispirazione metafisica emerge chiaramente e coerentemente soprattutto nella parte finale: |
La storia mi è piaciuta molto e quando avrò tempo penso proprio che leggerò il prossimo capitolo. Ho avuto modo anche di leggere alcune recensioni riportate e quindi mi aggrego un po' a loro nel pensiero. |
Ciao! |
Eccomi anche qui. Inutile dire quanto abbia adorato il riferimento ad Alice in Wonderland. Davvero stupendo, perché tinto di sfumature nuove, più macabre e tragiche, in perfetta assonanza con l'epoca vittoriana, macchiata di efferatezze a volte anche più gravi di questa. L'ambientazione, il salto tra favola e realtà orrorifica, i toni tragici e inesorabili di questo Bianconiglio dal manto così sporco e dall'anima così fedele... davvero, davvero originale. Non saprei che altro aggiungere per complimentarmi a dovere :) Il tuo stile, i risvolti delle tue trame, sono davvero conturbanti. Non ricordo di aver mai letto nulla di simile, sono contenta di averti scoperto. Un bacio, cara, alla prossima. |
Eccomi finalmente qui a leggerti. Devo dire che hai uno stile davvero particolare, Dotta, non mi aspettavo niente di simile. La tua propensione al noir è evidente, come la voglia di sperimentare dal punto di vista linguistico. Il risultato è qualcosa di davvero insolito, efficace, che ti trascina nella stessa atmosfera di confusione delirante della protagonista; sono ancora attonita, davvero. La trama mi piace un sacco, l'ambientazione grottesca dell'asylum è quanto mai azzeccata, a mio parere! Adoro *^* Corro al prossimo capitolo, i miei complimenti <3 |
Ciao :) Ho adocchiato questa storia e mi sono lanciata a leggerla non appena ho avuto un attimo libero. Adoro l'epoca vittoriana, e mi incuriosiva molto leggere della stessa in nella particolare ottica che hai adottato. |
Ehilà, ciao! Sono piuttosto sicura che questa sia la prima cosa che leggo di questo genere. E no, non mi riferisco alle storie sui fantasmi, ma al tuo modo di scrivere e al miscuglio dei tuoi generi. Il tuo stile è davvero molto particolare, devo ammettere che inizialmente, nella prima parte, sono rimasta molto colpita da un tale linguaggio: tutta la prima parte della storia è servita ad abituarmi un po' al tuo modo, al tuo linguaggio alle tue ripetizioni e ai tuoi salti fra le varie persone; ma devo ammettere che nella seconda, dopo aver un po' capito come scrivi, è stato bello finire di leggere la tua storia. |
Ciao! |
Ciao |
Salve Dotta Ignoranza. Devo ammettere che è stata un lettura un po' ostica, a tratti è stato davvero difficile comprendere il senso di alcune parti, sembra un'unione sconclusionata di tempi e narratori in prima e terza persona... questo sino a quando non giungi alla fine e il velo di fumo da te generato si dipana. |
Cuore in gola e brividi sottopelle. Mi hai incatenato con i tuoi viaggi tra il reale e l'irreale, con la tua scia di ricordi e pensieri. |
Ansia ecco cosa ho provato. Un senso di ansia che mi si posava addosso a ogni frase letta, ansia che cresceva sempre di più man mano che proseguivo. A tratti anche sgomento perdendomi nel tormento folle che percepivo strisciare nell'aria, tra i corridoi. In quelle dita che scavavano alla ricerca di una vita che non c'era più. |