Recensioni per
Lost And Found
di Impossible Prince
Scrivere finali è molto difficile. Serve avere lucidità, non farsi prendere dal sentimento del momento e dare la chiusura premeditata. Allo stesso tempo bisogna concedere spazio a tutti, perché tutti i personaggi (o almeno quelli rilevanti) devono avere la chance di brillare. Non un bel lavoro.
Ci siamo? Qualcuno è riuscito ad arrivare fino a qui? Sono sorpreso. Perché ora, come feci con la PTT Season 1, è il momento dei voti globali! Ovvero numeri dati in base a come mi sento al momento, per nulla oggettivi e in nessun modo paragonabili neppure per categorie a quelli di altre storie recensite con il medesimo metro! A che servono? Risponderemo un’altra volta. PERSONAGGI: 7,5. Ero indeciso tra questo e un 7, ma di fatto se una storia fondata sui personaggi mi è piaciuta non avrebbe senso dare un voto basso. Tralasciando l’ovvio caso di Dream, tutti i comprimari risultano perfino nei casi peggiori comunque ben caratterizzati. Talvolta tendi a propendere per le scelte “ovvie”, se vogliamo (cfr. Rosso tenebroso, o lo stesso Dream che molto deve al tropo dell’eroe imperscrutabile), ma le differenzi quanto basta per non annoiare il lettore (specie nella seconda parte della storia, quando hai iniziato ad avere maggiore controllo su ciò che accadeva). STORIA: 7. La trama non è il focus di Lost & Found, ma ehi, dovevo metterla da qualche parte. Dal Capitolo 13 in poi per quanto mi riguarda è un 7 pieno, con elevata progressione orizzontale e ottime strategie per accattivare il lettore; ma nei capitoli precedenti il ritmo risente di una struttura episodica che ricorda un po’ i primi episodi di 1992. Questo farebbe scendere il voto globale a un 6,75, ma ho assegnato un quarto di punto in più perché la risoluzione vale il prezzo del biglietto. STILE: 6,5. La prosa che utilizzi funziona e fa il suo lavoro egregiamente, ma a volte ho riscontrato che rendi alcuni periodi più lunghi di quello che sarebbe necessario, usando virgole dove un punto andrebbe più che bene. (Nota: ho avuto recentemente un’epifania circa ciò che è il “ben scrivere” che mi ha portato a ripudiare tutto LKNA e buona parte del resto della mia produzione. Come risultato, questa categoria è bassa per tutti.) DIALOGHI: 7. Ho lottato con me stesso per non assegnare un 6,5 per una singola ragione: Dream. Le grandi declamazioni e i suoi discorsi che si rifanno molto Leonardo Notte (azz, torno sempre lì) non mi sono mai molto andate a genio, perché, e vale sia per Lost & Found che per 1992, nessuno parla così. Ma non sarebbe stato corretto abbassare il giudizio per questo: quella di Dream è una scelta ben precisa. Inoltre, a differenza del caso di Notte, i monologhi di Dream non sono mai giustificati quanto tollerati dagli altri personaggi, e tutto sommato riesco a credere che esista qualcuno, nel mondo dei Pokémon come nel nostro, che possa avere un’autostima tanto elevata da parlare in quel modo. Cosa? Due nuove sfidanti nelle categorie? (Ovvero: quando Novecento ha provato a valutare LKNA con le stesse categorie del PTT e si è reso conto che prendeva un voto infimo.) WORLDBUILDING: 8. Qui non ho nulla da dire: il modo in cui nello spazio di venti capitoli hai caratterizzato la tua versione del mondo Pokémon è esemplare. Dai retroscena di saldatura per farlo collimare con il mondo reale all’introduzione di spiegazioni per alcune delle irrazionalità più lampanti dell’universo videoludico (i tre Pokémon iniziali, ad esempio), tutto è gestito con una naturalezza disarmante. EMOZIONE: 7. Per essere un racconto drammatico, Lost & Found è atipicamente avara di scene emozionali. Probabilmente ciò è anche dovuto al fatto che il suo personaggio principale è presentato come un elemento inerte alle influenze esterne. Ciò si ha, ovviamente, con l’eccezione di Umbreon. E quell’unico, isolato evento (e più precisamente il modo in cui è trattato nel Capitolo 16) è sufficiente a guadagnarsi un 7 tondo. E infine, il momento che tutti stavamo aspettando: il voto finale. OVERALL: 7,5. Come d’abitudine il voto non è una media dei precedenti, ma un mio giudizio personale sull’opera nel complesso. Come dovresti aver intuito ho apprezzato molto la storia, e in particolare credo che la seconda parte sia uno dei lavori più interessanti a tema Pokémon che abbia letto. È una commistione di generi, eppure riesce a sembrare naturale anche se, come qualcuno ha notato, Pokémon e politica non c’entrano nulla. Questo è un attestato della bravura dello scrittore, chiaramente. Ci sono poche cose che avrebbero potuto migliorare Lost & Found: un miglior ritmo nella prima parte, ad esempio, oppure un correttore di bozze affidabile per eliminare le distrazioni ortografiche disseminate nelle pagine. Ma sono lacune minori: in tutto ciò che conta, questo racconto è un successo. |
Un capitolo alla fine, ed è tempo finalmente di tirare le fila. L&F tende a farlo in un modo tutto suo: dedica sì diverse pagine allo sviluppo della storia, riprendendo questa volta per davvero il cliffhanger del 17, ma non resiste di fronte al richiamo del suo marchio di fabbrica: i flashback. Stavolta i flashback sono però integrati nella storia stessa mediante l’espediente della televisione: assistiamo quindi alla prima vera vittoria di Dream.
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E rieccoci con un nuovo capitolo, a due settimane e oltre dall’ultima recensione. (Naturalmente non per te, perché tu le vedrai quasi di fila, ma chissenefrega.)
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Meglio di No Half Measures. Meglio di Neverland. Meglio di The Name Of The Doctor. Meglio di The Vengeance Of Morbius. Meglio di Exodus–– no, non esageriamo. Ma il concetto è quello: big cliffhanger per ciò che per me è sostanzialmente un finale di stagione, visto che per due settimane non vedrò nulla. La fine si avvicina.
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Tutto muore. Per qualche ragione, leggendo l’ottimo titolo del capitolo, mi è venuto in mente Le parti e il tutto. Trattasi di uno degli albi di chiusura di PKNA (con la P). Ha una copertina stupenda e un titolo stupendo, eppure la storia parla di tutt’altro. Non mi era piaciuto troppo, ma probabilmente avevo aspettative troppo alte. La copertina era davvero bella, però.
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Dopo una trafila di capitoli densi, è quasi un sollievo trovarne uno che è perlopiù rilassante. Il che è paradossale, visto che sembra dare il la a un discreto movimento di trama (ci torneremo). Eppure questo è: in mezzo a tante riflessioni sulla natura della fama, sulla passione perduta e sulla malavita politica, un po’ di sano racconto del mistero è seriamente rinfrescante. E ciò che non vuol dire che lo stile riflessivo annoiasse, attenzione, semplicemente che variare è cosa buona e giusta. È un po’ quello che spero per la Series 9 di Doctor Who. Che tra l’altro è ancora lontana un mese e dodici giorni. Vaffan–– [Ma una settimana nel momento in cui pubblico! Evvai!]
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E così questo capitolo è l’equivalente della mia avventura nel Liceo di Novartopoli. Non per l’umorismo canzonatorio. Non per il colpo di scena finale. Non per l’introduzione di nuovi personaggi ricorrenti. No, perché l’ambientazione è scolastica. In effetti non si somigliano proprio per nulla.
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Ho un rapporto bizzarro con Johto. Alla matura età di sei anni decisi che ero abbastanza esperto in inglese da giocare Pokémon Oro nella suddetta lingua, senza attendere l’uscita in Italia. Questo grossolano errore di valutazione mi impedì di giocare la seconda generazione al tempo, e mi allontanò dal franchise fino all’arrivo di Rubino e Zaffiro. Procedendo di generazione in generazione ho sempre guardato a GSC con una sorta di senso di mistero, affascinato dal fatto che esistesse una regione che non avevo visitato (pur essendo migliorato in inglese non ho più potuto usare la cartuccia comprata per l’annoso problema delle batterie scariche); al contempo, però, il fatto che molti fan di GSC fossero anche genwunner della prima ora nei confronti delle generazioni successive mi faceva provare un senso di antipatia verso quei giochi. Quando ho poi giocato HGSS mi sono affezionato alla regione, e nei precorsi di matematica all’università ho fatto un rush di Pokémon Oro su emulatore completando la mia esperienza di PokéFan. Tutto questo sproloquio per dire che la scena iniziale di questo capitolo, con Heracross e Ledyba, due Pokémon che ho sempre fortemente associato ai miei “wilderness years”, mi ha ricordato tutta la girandola di emozioni che provo per Johto.
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Questa lettura vacanziera è stata travagliata. Pochi minuti prima di partire mi sono ricordato che non avevo messo sul Kindle L&F. Per fortuna avevo salvato nel mio Dropbox il tuo download anziché metterlo sul desktop, quindi via smartphone l’ho velocemente copiato in locale a minuti dalla partenza e una volta arrivato ho usato il portatile per trasferirlo sull’e-book reader. Dio benedica la tecnologia.
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Oh dear boy, mezzanotte. Questa recensione farà schifo. |
Wow. |
Dopo due capitoli così focalizzati sul Dream del passato, e uno di transizione a precederli che era prettamente incentrato sulla politica, spostarci di nuovo sullo stato attuale del protagonista è rinfrescante. Ancor più rinfrescante è il fatto che, per la prima volta da diverso tempo, ci troviamo di fronte un flusso unico, mai spezzato da flashback o altre interruzioni (l'ottavo poteva qualificarsi come tale, ma aveva la scena del sogno a dividerlo in due; e sì, c'è una breve analessi sulla cattura di Mew, ma l'ho vista più come una parentesi). Come ho detto nella scorsa recensione è bello vedere che provi sempre nuove vie del racconto, ed è strano pensare che non siamo nemmeno entrati nella seconda metà di L&F nonostante sembri passato tanto tempo. Lo è, sono passati tre mesi, ma questo solo per il sottoscritto. |
Una cosa che apprezzo molto di L&F è che ogni capitolo è una sfida nuova. Sarebbe molto facile adagiarsi sugli allori e rimanere sul medesimo stile, invece la storia continua a innovarsi come se stesse ricominciando ogni volta: il sesto con il focus politico, il settimo con i flashback contestualizzati e questo. |
E rieccoci con le recensioni vacanziere! Praticamente ne ho fatta solo una da casa. Il che, considerando che tra Natale e Pasqua son passati tre mesi, non mi pone in una gran situazione. Ah, serva pigrizia, di dolore ostello! |
Cavolo, sono passati mesi. Chissà se mi ricordo come ci recensisce. |