Cia cara CrudEle (... eppure così sensibile),
è la recensione più difficile che mi trovo a scrivere, lo ammetto. Lo è, soprattutto perchè questa lettera avrei potuto scriverla io. Mi sono chiesta: è fittizia?, ma poi ho pensato a quanta sofferenza si legge fra le righe e sono giunta alla conclusione che sia molto più "vera" di quanto sembri.
La paura del mondo, la paura di non essere "abbastanza" (o addirittura "sbagliati"), la paura di essere troppo piccoli per una realtà che ci circonda e, troppo spesso, ci soffoca, l'implicita "confessione" di farsi del male ogni giorno, di farci "schifo", di non trovare la forza di andare avanti e di trascinarsi in un'esistenza "grigia" ("il sole non mi scalda più", questa frase racchiude in sè tutto ciò che hai scritto prima): è questo che si evince dalla lettera, è questo che si vorrebbe urlare in faccia alla propria madre. Ma perchè non farlo? Per non caricare il genitore di un'ulteriore preoccupazione, dimostrando di amarlo molto nonostante la "colpa" che le si addossa. Tuttavia, non si può morire dentro, sarebbe controproducente per sè stessi e per le persone che si vogliono "proteggere": se si sta male, bisogna dirlo. Nel "Manuale del Guerriero della Luce" di Coelho c'è scritto: "Ciò che fa annegare non è l'immersione, ma il fatto di rimanere sott'acqua" e allora bisogna aggrapparsi al "salvagente"!
Questa madre deve essere fiera di avere una figlia così.
Dal punto di vista stilistico ti faccio i miei complimenti perchè questa one-shot è scritta veramente molto bene. Hai usato egregiamente le figure retoriche, facendo "vedere" con esempi pratici (es: "mondo freddo quanto dieci inverni", frase che mi ha colpita tantissimo) le impalpabili emozioni provate. Hai una bella propiretà di linguaggio che può migliorare ancora!

Un bacio,
Ele