"[...] farmi male, per non pensare più a tutte quelle ore passate a tenerci per mano, con quelle mani –mordile Morte queste mani, mordimele via, non voglio più tenere per mano nessuno." "E urlo Tangerine mentre l'estate muore e con lei muoiono anche i pomeriggi passati a studiare sul tuo divano blu, a ridere sotto i portici di Bologna, a sentirci tutto il corpo, tutto, mentre riecheggiava Tangerine." Ho riportato i due passi che mi sono piaciuti di più - pur essendomi piaciuto in sé tutto il testo - perché trovo che siano di una profondità e di una realtà veramente toccanti. Hanno suscitato in me delle emozioni (malinconia, dolore, impotenza) quasi tangibili, e non ti nascondo che ho avuto un vero e proprio male allo stomaco. Non conosco le dinamiche della storia che c'è dietro a quanto descritto, non so nulla della protagonista - neanche il suo nome, eppure mi sembra di vederla e di vedermi passare sotto gli occhi ogni vaga immagine da te evocata. Complice anche la suggestione provocata dalle note del pezzo degli Zeppelin, che anche io lego ad alcuni ricordi per me particolarmente cari (ed io solitamente non sono una che apprezza le song-fic). Apprezzo la volontaria aridità del testo, la presenza di dettagli fondamentali ma l'assenza di veri e propri "punti di riferimento", per cui tutto rimane pervaso da una nebbia di indefinitezza. Alcuni accostamenti di parole sono suggestivi e estremamente preziosi. I was her love, she was my queen and now a thousand years between.