Potrei facilmente dilungarmi nel descrivere le sensazioni, più o meno forti, che provo leggendo questo testo, ma ho idea che non te ne freghi molto, in realtà... Forse ti interessa più un parere sul testo stesso. Non so se sono in grado di darne uno, perché è troppo inusuale per essere classificato. Mi verrebbe da dire, dal momento che non rispecchia i classici canoni dei testi scritti, che non è un vero e proprio testo; ma appartengo a quella categoria di aspiranti autori che preferisce non porre dei limiti e delle etichette, non basarsi sui preconcetti secondo cui un testo dovrebbe essere. Se vogliamo considerare lo scrivere un'arte, allora non ci sono schemi, non ci sono regole che tengano: tutto può esserlo, e tutto non può. "Arte" è tutto e niente. Quindi questo tuo pezzo, che non saprei definire né prosa, né poesia, né altro... Be', potrei anche definirlo "schizzo", che è il termine con cui chiamo le "fantasie del momento" che mi escono fuori ogni tanto. Ma anche lì, la definizione farebbe riferimento a qualcosa di mio, e questo è tuo, quindi non va bene. |
Un.Altro.Colpo.Secco. Un quadro d'altri tempi, con colori opachi, sfumati, dai contorni poco nitidi, in cui non ci sono colori naturali, ma quelli del sangue, della paura, dell'orrore, del disastro, della stupidità. Tu? La seconda persona che elevo a "scrittrice preferita" in questo sito. |
Non so come commentare una storia così veritiera e altrettanto spiazzante. Non so cosa dire oltre: Brava, complimenti. Ma è troppo banale, troppo scontato. Vorrei dire di più, davvero. Vorrei, ma non ci riesco, sono senza parole. |
Davvero bella, mi ha commossa. La 2° e l'ultima strofa sono le mie preferite, le trovo un ritratto psicologico molto attento. |