Magnussen,
Mi presento.
La tua storia mi ha incuriosito, quindi sono venuto a vedere di che si trattasse: Rosso è un personaggio enigmatico e che attrae fan come una calamita, viene sempre da chiedersi perché sia lì, solo sul Monte Argento, e perché si sia isolato da tutto e da tutti. Ognuno da risposte diverse anche tramite fan fiction, come nel tuo caso, io le mie ff invece le ho in cantiere e prima o poi forse anche io darò una risposta.
Beh, lasciamo stare. Vediamo un po’, piuttosto, cosa ti sei inventata per spiegare la sua particolare situazione.
Anzitutto, guardiamo la grammatica. Gli errori ci sono e sono principalmente di distrazione, ma hai anche qualcos’altro da rivedere, di più “serio” diciamo. Niente che non si possa sistemare con una rilettura (o più d’una, se con una sola non riesci a individuarli tutti) e molta attenzione e meticolosità, la stessa che metto io sia nel leggere, che nel recensire e nello scrivere.
“Pokémon” si scrive così, con la maiuscola e l’accento acuto sulla e, ma tu come la maggior parte, purtroppo, dei fan, l’hai scritto male. Non so se è per pigrizia o per altro, ma devi scriverlo correttamente.
“Dopo molti lavori nel 1996 siete comparsi in un videogioco dalla grafica pessima, ma avete attirato l’attenzione di tutto il mondo, in seguito anche l’anime comparse facendo molto successo” dovresti dire è comparso.
Poi due precisazioni: la grafica non era pessima, anzi, era molto avanti per l’epoca, soprattutto su una console piccola e tascabile come il Game Boy. Lascia stare i vari Nintendo64 (a mio parere meravigliosi) ma la grafica non era pessima solo perché fatta di pixel e sprite piuttosto inquietanti, e ciliegina sulla torta in bianco e nero.
Da bravo anti-anime-Pokémon quale sono, poi, ci tengo a precisare che l’anime ha fatto successo su certe categorie di persone: i bambini piccoli e, nel caso di adulti e ragazzi, quelli più immaturi, bimbiminchia e che, in poche parole, non sono mai cresciuti con il cervello.
Ma vabbè, dopo questo sproloquio è meglio passare agli altri errori (eh no cara, non sono finiti).
“Però...quanti si ricordano questa cosa ?
Purtroppo sono pochi quelli che ricordano questo” prima cosa: la ripetizione a dir poco fastidiosa di ricordano. Seconda cosa: i puntini non vanno attaccati tra due parole, bisogna lasciare lo spazio… così. Terza e per fortuna ultima cosa, dato che stiamo correggendo solo due frasi, non ci va lo spazio prima del punto interrogativo.
“fuori c’era scendeva la neve” e che c’entra adesso quel c’era assolutamente inutile?
“Lui mi guardo.” guardò, conn l’accento.
“questo è solo un Ciao” perché la maiuscola? Cos’è, è diventato un nome proprio?
Ora, l’impaginazione non è male, il font è bello, ma quest’accozzaglia di colori è un chiodo nelle pupille. Stona talmente tanto che mi viene da chiedermi perché tu non ti sia accorta di quanto hai esagerato a mettere tutti questi colori. Impara a limitarti, il primo pezzo (quello in cui spieghi perché l’avvertimento “Spoiler”) ha il carattere enorme e per giunta diverso da quello usato per la storia, e un rosso bordeaux così sparato non è il massimo.
Lo stesso discorso vale per alcuni dialoghi in grassetto, corsivo e colorato, alternati o meno, insieme ad altre cose ancora. Cerca, la prossima volta, di fare qualcosa di più armonioso alla vista, che così è fastidioso e basta.
Anzi, cerca di rimediare con questa stessa ff: togli la roba in colorato presente nel testo e riduci le dimensioni dell’angolo autrice e delle note pre-storia: non si è mai visto nessuno utilizzare dimensioni maggiori rispetto a quelle del testo, casomai minori (come l’ultima frase dopo l’angolo autrice).
Ed eccoci giunti alla trama. Mi è sembrata davvero scontata e poco originale: tutti abbiamo immaginato di risollevare il primo vero giocatore di Rosso, Verde, Blu e Giallo dalla simil-depressione che lo aveva colpito in Oro, Argento e Cristallo (parlo anche dei remake di tutti e sette i giochi), ma così è scritto tutto in maniera approssimativa, non approfondisci proprio nulla, l’atmosfera è fredda, e non perché mi sono immedesimato nel giocatore e mi sembra di stare in mezzo ad una tormenta di neve sulla cima del Monte Argento, e distaccata per l’appunto.
Non comunichi alcuna emozione al lettore, il quale l’unica cosa che desidera leggendo questa ff (questo tipo, anzi) è immedesimarsi nella tristezza e malinconia di Rosso, in quella del giocatore costretto a vederlo così depresso in piedi davanti ad un dirupo come se stesse meditando il suicidio. Il lettore vorrebbe anche sentire i fiocchi di neve che cadono sulla cima del Monte Argento sulla pelle, a trasmettergli brividi freddi insieme ad una voglia matta di andare lì, nel gioco, al posto di Oro e Kristy, a dire al ragazzo di smetterla di fare l’eremita asociale e di tornare a fare quello che sa fare meglio, ovvero: lottare con i Pokémon e dare l’esempio alle nuove generazioni di allenatori.
Non so se sono stato abbastanza chiaro con le parole, ma già la trama è inverosimile di suo - come se Rosso si aprisse al primo giocatore che gli capita a tiro e che l’ha raggiunto chissà come, rompendogli le balle proprio mentre pensava di aver trovato un po’ di pace. O come se il personaggio giocabile potesse parlare, seeeh ti piacerebbe! -, non hai fatto niente per renderla più vera e sincera. È tutto lasciato all’immaginazione e in questo caso ti assicuro che non è per niente una cosa positiva, poiché nulla viene minimamente approfondito, nemmeno con un pizzico di descrizione del paesaggio o di chi sta giocando. Il discorso all’inizio sull’avvento dei Pokémon è scritto in maniera infantile e penso sia anche inutile.
Ecco, un commento sullo stile: infantile e immaturo. Ancora ne hai di strada da fare, e se non ti metti a lavorare sodo proprio su questa ff, magari riscrivendola - lasciandola su Word, sia chiaro, deve essere solo un esercizio - con più descrizioni e dettagli, spiegazioni sul perché Rosso sia così frustrato da aprirsi alla prima tizia che incontra da tre anni isolato su quello stramaledettissimo Monte, sul perché sta tizia possa parlare pur essendo in un videogame (immagino sia la personificazione di quello che tu vorresti dire a Rosso se lo incontrassi, vero? Bene, rendilo meglio), arricchisci di dettagli e descrizioni, amplia il tutto con le emozioni provate e vedrai che, nell’insieme, verrà fuori una one shot quantomeno gradevole.
O almeno è quello che spero io, dopo aver scritto questo bel papirone come mio solito. Magari tu ti sei già montata la testa con tre recensioni positive e te ne fregherai di me, ma pace, io do consigli e dispenso critiche fini al miglioramento. Poi se mi trovo faccia a faccia con gli immaturi non è colpa mia.
Ultimo appunto: Red è il personaggio del manga, con un carattere mooolto differente e una squadra diversa rispetto a Rosso, il protagonista dei giochi di prima generazione.
Arrivederci
Magnussen Reviewer
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