Eccomi, così in ritardo che per poco scopro il viaggio per andare indietro nel tempo, ma ci sono.
Dunque, ho letto questa tua storia ai tempi dell'altro contest, e già da allora ne fui molto colpita.
Trovo che tu abbia davvero una fantasia molto ricca. Sono solita, quando leggo, informarmi sull'età di chi scrive sia nella buona che nella cattiva sorte. Nel senso, se trovo una storia particolarmente pessima, ma è scritta da una dodicenne, non ci vado giù, poi così dura. Ma, tranquillizzati, questo di certo non è il tuo caso. Come ho spiegato a Lara, quando le ho chiesto la tua età (e, lo ammetto, anche per non passare da "maniaco" XD), sono molto molto sorpresa che una ragazza tanto giovane sia riuscita a scrivere una storia come questa. Se ci si guarda attorno, soprattutto nei lidi di EFP, la qualità non è quasi mai una garanzia. Se poi si guarda alle generazioni più giovani, bhe, c'è da mettersi le mani fra i capelli e piangere.
Non sono troppo più vecchia di te, eh, (ho 25 anni, anche se parlo come una novantenne XD), tuttavia posso affermare con certezza che a diciotto decisamente non scrivevo al tuo livello, e questo mi fa sorridere e ben sperare per te.
E' una storia matura, la tua, e di questo ti devo fare sinceramente i complimenti. Ho adorato il modo in cui hai tratteggiato ogni dettaglio, a cominciare dal fatto che Kairos, e forse l'intero archivio (o crocevia), non hanno un aspetto definito, ma variabile a seconda dell'osservatore. Quasi quantistico, in un certo qual modo, per quanto sia convinta che tu abbia usato questo ramo della fisica in modo piuttosto inconsapevole, ed è un altro merito, quanto meno a mio avviso.
Affascinante anche il concetto che questo luogo sia fatto di tempo, ma sia, proprio per questo, fuori dal tempo stesso.
Trovo inoltre molto realistico il percorso del tuo protagonista e la progressiva cessazione della sua umanità, o forse mortalità, in favore di qualcosa di più trascendente e intangibile. Molto bello il passaggio in cui descrivi come il bibliotecario, da principio, si concentri solo sul passato, anche il più remoto. Questo, come detto: perché è umano, e neanche particolarmente impavido, quindi il futuro gli fa, giustamente, paura. Sia perché teme di non saperlo comprendere, sia perché potrebbe vedere qualcosa che non vorrebbe. Ma lentamente (per quanto sia improprio dirlo, in un luogo senza tempo) muta, diventa egli stesso un'appendice fondamentale dell'archivio, se non addirittura l'archivio stesso. Fondamentale, in questo percorso (e formativo per chi legge) è l'incontro con l'essenza della Paura, perché solo accettando di avere paura, in senso più o meno lato, si può arrivare a progredire, e forse persino a comprendere che il singolo, in questa particolare accezione, non è poi tanto diverso dalla radice unificata delle masse. Solo a quel punto, infatti, il tuo bibliotecario si affaccia verso il futuro, generale e proprio, e riesce davvero a sfondare ogni barriera percettiva.
E' una storia pregna di filantropia la tua, dove vive e vige la speranza che l'umanità, un giorno, riesca a raggiungere un livello totale di conoscenza e di autoconsapevolezza. Benché io abbia pensieri ben più foschi e, di certo, meno speranzosi, non posso fare a meno di ammirare questa tua piccola storia. Prima ancora di emozionare, comunque, dovresti essere felice di aver mostrato ed insegnato qualcosa con questo lavoro.
C'è chi sostiene, infatti, che una storia debba contenere un messaggio importante per esser scritta. Sono d'accordo e non d'accordo con tale tesi (e non mi dilungherò in merito), ma, al di là di tutto, la tua ce l'ha ed è un gioiello.
Puoi fare altre cose. Ti invito a non fermarti qui e a proseguire con la scrittura, perché, davvero, ne hai le capacità.
So che forse ti aspettavi un commento diverso, più tecnico, da me, ma non è nella mia natura essere troppo prevedibile. Spero, comunque, che queste mie parole ti abbiano fatto piacere.
Se vuoi proprio un appunto sulla forma: la tua prosa può e deve essere migliorata, ma il mio vero problema è stato l'odio assoluto per il font, perché mi si accavallavano le righe, ma questo è un problema mio. Come Lara, benché in modo diverso, anche tu hai il problema di costruire periodi troppo lunghi, ricchi di subordinate. Quindi, come ho detto a lei: NON ti pagano a virgola, usa i punti! XD
C'è, inoltre, qualche svistina qua e là, non sono stata a segnarle, quel che ricordo: "liberavano" al posto di libravano, "sé stesso" al posto di "se stesso" (regola il sé non necessita di accento se seguito da stesso/medesimo); qualche apostrofo mancato, e qualche concordanza.
Alla fin fine, non è poi molto, e, con questi contenuti, direi che qualche scivolone prettamente formale non compromette assolutamente il risultato finale.
Magari rileggila, tra qualche tempo, e, se ti andrà, aggiustala, vale la pena di un altro piccolo sforzo.
Ancora complimenti,
un bacione,
Ros.
P.S.: il nome non mi piaceva, ma quando ho letto la spiegazione, ho cambiato idea. E' un po' retorico, forse, ma sicuramente apprezzabile ;)! |