Recensioni per
Andrà tutto bene
di ManuFury

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/09/16, ore 15:11
Cap. 1:

Proprio due paroline... "tesoro" le lacrime agli occhi le ha fatte venire a me.
Non so come tu abbia fatto a scrivere una cosa così bella, che - parlo per me che sono un po' 'damigella'- poteva essere fastidiosa, e invece renderla una pagina di pura delicatezza.
Non è solo accennato cosa faccia la madre del piccolo dagli occhi azzurri, la chiamano così, l'hai mostrata, eppure non c'è niente di torbido, è solo sofferenza filtrata da una innocente speranza che la vita sia normale, possa andare bene.
"Contro" questa storia mi sta benissimo andare male, nel contest!
un bacio,
Setsy

Recensore Master
10/09/16, ore 16:17
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Propongo questa storia tra le scelte del sito in quanto tratta ,con estrema delicatezza da un punto di vista difficile ,delle tematiche che fanno paura: violenza, abuso di minori, prostituzione, alcool.
Lo stile è perfettamente adeguato a questi ostici temi, facendo risaltare l'assurdità e la disumanità di certi adulti.
Piccoli particolari rendono questa mini-long una perla: il bambino che non sa il proprio nome, la paura che prova verso gli uomini che visitano la mamma e il cambiamento devastante che si nota con il passare dei capitoli.

Recensore Master
10/09/16, ore 16:17
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Propongo questa storia tra le scelte del sito in quanto tratta ,con estrema delicatezza da un punto di vista difficile ,delle tematiche che fanno paura: violenza, abuso di minori, prostituzione, alcool.
Lo stile è perfettamente adeguato a questi ostici temi, facendo risaltare l'assurdità e la disumanità di certi adulti.
Piccoli particolari rendono questa mini-long una perla: il bambino che non sa il proprio nome, la paura che prova verso gli uomini che visitano la mamma e il cambiamento devastante che si nota con il passare dei capitoli.

Recensore Master
10/09/16, ore 16:09
Cap. 4:

Ciao, Manu! Ti ho conosciuta sul fandom di Tekken e, per sfizio, sono passata a controllare le tue storie. Avevo visto che questa sfoggiava parecchie vittorie ai contest e ora capisco il perché.
Il tuo stile non è assolutamente ripetitivo, anzi! È incredibilmente adatto alla tematica da te scelta, trattata con delicatezza brusca ( rendo il concetto? XD) . I personaggi sono tutti caratterizzati perfettamente: ho trovato eccezionale il fatto che il bimbo non sapesse esattamente il proprio nome per poi, al finale, adottare quello dell'unico uomo che spruzza una macchia di colore nel suo mondo fatto di prostituzione, alcool, droga e violenza.
Ho trovato le canzoni scelte magistralmente e non potrei essere più d'accordo on il passaggio di Emis Killa.
Hai descritto una storia reale: nel mondo esistono mamme e 'papà' che fanno questo e, spesso, esistono persone che lo sanno e tacciono.
Grazie per questa stupenda mini-long!

Recensore Veterano
13/07/15, ore 23:09
Cap. 4:

Recensione per il contest "Cento giorni di introspezione, fantasia e romanticismo"
 
Grammatica e forma: - 1
La storia è generalmente corretta e ben curata, però ho notato alcuni errori (ne ho notate soprattutto verso la fine, quindi forse è stata la fretta di concludere la storia). Ti ho segnalato anche alcuni passaggi in cui la punteggiatura non mi ha convinta: comprendo benissimo la spiegazione che hai inserito nelle note, perché trattandosi di un bambino non è normale che parli in modo forbito o articolato, ma alcune pause che hai inserito mi sono sembrate proprio scorrette ‒ quelle che ho segnalato qui ‒ e altre non mi hanno convinta e mi hanno fatto pensare che potessero esserci soluzioni più convincenti ‒  sono quelle di cui parleremo nello stile. In ogni caso, nonostante qualche svista sporadica, si vede che hai riletto attentamente la storia e che hai fatto di tutto per pubblicare un lavoro curato: in pratica ti sto facendo i complimenti per una cosa che dovrebbero fare tutti, ma purtroppo non è così scontato.
Lo supero con una vena di tristezza, ma ricordo che l’ultima volta che ho portato a casa qualcosa di rumoroso per giocare nel cortile, era una nacchera mezza rotta trovata nella spazzatura; avevo iniziato a giocare da nemmeno dieci minuti che la signora Larissa, che abita di fronte a noi, è uscita come una furia di casa, sbattendo la porta e mi ha sgridato per il troppo chiasso → questo periodo proprio non mi convince. Una soluzione a cui ho pensato è questa, ma potrebbe esserci di meglio:  "Lo supero con una vena di tristezza: ricordo che l’ultima volta che ho portato a casa qualcosa di rumoroso per giocare nel cortile ‒ era una nacchera mezza rotta trovata nella spazzatura ‒ avevo iniziato a giocarci da nemmeno dieci minuti che la signora Larissa, che abita di fronte a noi, è uscita come una furia di casa, sbattendo la porta e mi ha sgridato per il troppo chiasso";
Me la pulisco con la manica della maglietta, in un gesto rabbioso mentre svolto l’angolo. → sinceramente, avrei proprio tolto la virgola oppure avrei messo "in un gesto rabbioso" alla fine della frase. Altrimenti potevi spostare la virgola dopo "rabbioso";
Scende le scale borbottando e quando mi vede, il suo sguardo scuro s’incendia → non hai isolato completamente l'inciso: o metti una virgola anche prima di "quando" oppure togli la virgola che hai messo;
Lo guardo allontanarsi con sollievo ed entro in casa massaggiandomi una spalla, ma sorridendo, se quell’uomo sta uscendo di casa sicuramente mamma ha finito di lavorare. → anche se capisco l'esigenza narrativa di non usare periodi troppo complessi, i due punti dopo "sorridendo" mi sembrano necessari. In alternativa, avresti potuto usare un punto fermo;
Ora, esci, che mamma deve finire di lavorare. → le pause di questo periodo sono proprio strane, dovresti togliere la prima virgola;
Balbetta, mi ricorda la mamma quando beve la sua medicina, “vodka” mi pare che si chiami così. → al posto della prima virgola andrebbero i due punti. Inoltre, avrei messo un trattino dopo "vodka";
C’è qualcosa di brutto anche nel suo sguardo, il modo in cui mi guarda che mi fa paura → "il modo in cui mi guarda mi fa paura" oppure "è il modo in cui mi guarda che mi fa paura" o qualcosa di simile;
Mi alzo lentamente, per farlo passare e lui procede senza una parola, ma guardandomi ancora attentamente. → "Mi alzo lentamente per farlo passare e lui procede senza una parola, ma guardandomi ancora attentamente" oppure "Mi alzo lentamente, per farlo passare, e lui procede senza una parola, ma guardandomi ancora attentamente.";


è stato stroncando da un infarto nel suo osservatorio alla periferia di Mosca. → stroncato
anche perché quando sono uscito nel pomeriggio, le tende erano aperte. → toglierei la virgola o ne aggiungerei un'altra prima di "nel pomeriggio". Per il ritmo mi sembra migliore la prima soluzione, in effetti, ma questo è molto soggettivo;
Si china verso di me e mi posa le mani sulle spalle, da questa distanza, sento l’odore del suo alito: talmente dolciastro e forte da farmi arricciare il naso → da questa distanza sento l’odore del suo alito, anche se potrebbero esserci soluzioni migliori;
Gli agenti si scambino queste parole con disgusto → scambiano;
Alzo ancora lo sguardo, ai tre scalini di pietra che portano a casa sua: la porta è aperta e lei è lì, immobile sulla soglia come una statua, a guardarmi con quei suoi occhi verdi e tristi mentre parla lentamente con un’agente → qui sono in dubbio, perché l'agente potrebbe essere benissimo una donna. Te lo segnalo comunque in caso ti fosse sfuggito e avessi immaginato l'agente come un uomo, ma ovviamente non posso contartelo come errore, vista la situazione ambigua;
come se con un colpo di spugna si potresse lavare via una macchia sul pavimento. → potesse;
E allora capisco un’altra cosa: questo poliziotto dai modi gentili non mi sta trattando come un bambino come faceva Emil, mi sta trattando da adulto; mettendomi a conoscenza del fatto che il mondo non è un bel posto, che non vivo in una favola, ma nella cruda realtà → il punto e virgola è una pausa abbastanza forte e si usa in situazioni in cui potrebbe star bene il punto fermo per non spezzare troppo il ritmo. In questo caso, visto che è seguito da una proposizione subordinata e spezza il periodo, avrei usato una virgola;
Soprattutto il buio, reso tale dalle stelle che hanno smesso di splendere per me, che hanno smesso di proteggermi come guardine → guardiane.
 
 
Stile e lessico: 13/15
Mi dispiace moltissimo darti questo punteggio, che dipende soprattutto da alcune pause che non mi hanno convinta, visto che lo stile di questa storia è fluidissimo, meraviglioso e perfettamente adatto all'età del protagonista e alla tematica. Mi hai colpita dalle primissime righe e la storia, nonostante l'argomento molto forte, è scorrevolissima per l'armonia che hai saputo dare al tutto. Hai partecipato anche al mio ultimo contest e ‒ se posso permettermi ‒ devo dire che sei migliorata tantissimo sotto questo punto di vista. Non che prima il tuo stile fosse brutto, capiamoci, ma si capisce che sei salita a un livello completamente diverso e avrei voluto darti il massimo, per questo.
Hai tenuto conto del fatto che il narratore fosse un bambino e hai modellato la storia su uno stile semplice, adatto alla sua età, ma sei riuscita a non farlo risultare comunque noioso, singhiozzante o troppo infantile. Rappresenta invece un equilibrio perfetto tra l'esigenza di essere semplice e quella di non essere sciatto e ha anche il grandissimo pregio di essere molto vivido e "trasparente", in grado di non frapporsi tra il lettore e la vicenda narrata. Credo che la tua storia sia una delle migliori, sotto questo punto di vista.
Come ti ho già spiegato nella grammatica, condivido la tua scelta di usare uno stile adeguato al narratore e di non usare troppi segni di interpunzione spesso snobbati dagli adulti, figuriamoci dai bambini. Sebbene in alcuni punti abbia trovato l'effetto molto piacevole e realistico, però, in altri non sono proprio riuscita a condividere le tue scelte.
Quelle che mi sono sembrate errate anche da un punto di vista grammaticale sono state già segnalate; ce ne sono altre che, sebbene non siano proprio sbagliate, danno un ritmo troppo artificiale, irrealistico. In alcuni casi, se proprio non volevi usare il punto e virgola e i due punti, sarebbe stato efficace un punto fermo.
Imploro con gli occhi lucidi, non sempre funziona, ma non è questo il caso: l’uomo mi sorride dolce e rassicurante come non mi è mai capitato, mi scompiglia dolcemente i capelli con una mano, liberandosi dalla mia debole presa. → al posto della prima virgola avrei usato un trattino;
Non so leggere benissimo, ma ho le conoscenze di base per sapere comprendere il cirillico, mamma mi ha insegnato qualcosa, ma nemmeno lei ha mai frequentato la scuola per imparare davvero a leggere e scrivere. → al posto della seconda virgola avrei usato o i due punti o il punto fermo;


Ci sono molti anziani su questa pagina e anche un bambino della mia età: “incidente d’auto” recita una parte della sua lettera di presentazione, mi spiace molto che sia volato in cielo, ma magari lassù sarà lo stesso felice, forse è circondato dalle stelle che mi piacciono tanto. → qui al posto della prima virgola avrei usato il punto fermo;


È un poliziotto, lo riconosco dalla divisa, dal distintivo in bella mostra e dalla pistola, che osservo attentamente, sembra quella che mamma teneva nel comodino, quella con cui ho giocato tante volte da piccolo → al posto della quarta virgola avrei usato un trattino o il punto fermo. Anche il punto e virgola potrebbe starci bene, in effetti;
Le mie mani emergono dalla coperta, mostrando i lividi ora violacei che contornano i polsi come braccialetti, ora che guardo meglio, il colore dei lividi è molto simile a quello della viola nell’orto della signora Larissa → al posto della seconda virgola avrei usato i due punti, un trattino o il punto fermo;
ma al confronto con la mamma, mi pare brutta; benché mamma si sia rovinata molto con la sua medicina che, in realtà, non le faceva altro che male → " ma, al confronto con la mamma, mi pare brutta, benché mamma si sia rovinata molto con la sua medicina che, in realtà, non le faceva altro che male" oppure " ma al confronto con la mamma mi pare brutta, benché mamma si sia rovinata molto con la sua medicina che, in realtà, non le faceva altro che male ". Preferisco la seconda soluzione, ma penso vadano bene entrambe.
Inoltre, ci sono delle espressioni che non mi hanno convinta, o perché superflue, o perché in qualche modo ridondanti. Credo che appesantiscano un po', quindi credo che faresti meglio a toglierle:
Ci vuole qualche minuto buono prima che i suoi occhi scuri e sorpresi si scontrino con i miei azzurri che trasmettono il freddo e il ghiaccio che provo dentro, per quello che ha permesso che mi facessero solo per denaro. → qui, onestamente, non avrei riportato il colore degli occhi del bambino. La scena è dal suo punto di vista ed è naturale che riporti il colore degli occhi della madre, ma non dei suoi, visto che, osservando la scena, lui non li vede;
 
M’infilo le mani in tasca e con le dita trovo subito un piccolo buco all’interno di una di esse. → essendosi messo le mani in tasca, è abbastanza scontato che il buco si trovi proprio lì. Avrei detto "all'interno" e basta;
una lacrima scendere da un occhio senza che possa fare niente per trattenerla → non avrei specificato "da un occhio";
Il barattolo schizza in avanti, colpendo con forza il duro marciapiede, che lo deforma rendendolo più simile a un pezzo di mollica masticato e sputato piuttosto che a una latta. → anche qui, non avrei specificato che il marciapiede è duro, essendo una caratteristica propria dei marciapiedi. Per rendere la sensazione della durezza avresti potuto ad esempio descrivere il rumore dell'impatto con la lattina;


A sinistra, buttati l’uno sopra l’altro, alcuni vecchi secchi di metallo, sopra i quali, pigro come un grosso serpente giallo, si arrotola una gomma d’acqua che l’anziana usa per bagnare il suo orticello. → mi sembra irrealistico che un bambino definisca la sua vicina di casa "anziana". Non so, avrei preferito un termine diverso, tipo "nonnina" (pessimo, in effetti) o "vecchietta". "Anziana" mi sembra artificiale in questo contesto, non saprei spiegarti;
Ricordo ancora ogni caduta da questi scalini alti e storti, quando avevo cinque anni, mi sono quasi rotto il naso; ma adesso che ne ho quasi dieci ormai li faccio a occhi chiusi → qui cambierei la punteggiatura (sostituirei i segni che hai messo rispettivamente con i due punti, nessuna pausa ‒ per la seconda virgola ‒ e una virgola), inoltre si percepisce il tentativo di inserire l'età del bambino senza farla sembrare una forzatura, ma non mi ha molto convinta.
 
attorno ai polsi vedo dei segni rossi, come dei tatuaggi a colori, che stanno rapidamente scurendosi per andare poi a formare dei lividi → avrei omesso "per andare poi a formare dei lividi", penso che appesantisca la frase e la renda meno d'effetto.
Ho trovato il lessico semplice molto adatto alla storia e all'età del protagonista e le ripetizioni non mi sono sembrate affatto pesanti, visto che le hai inserite in modo sapiente e non saltano per niente all'occhio.
C'è una sola piccola cosa che non mi ha convinta, ma credo che sia stata inserita per rendere meglio la scarsa proprietà di linguaggio del bambino:
con tutti i privilegi e i difetti che questo comporta
Insomma, i termini usati non sono proprio perfetti, ma probabilmente sono coerenti con la tua scelta di adattare lo stile a un bambino di dieci anni poco istruito.
 
Trama e originalità: 15/15
Temo che non ci siamo capite, per quanto riguarda i consigli sulla storia da iscrivere. Non apprezzo i personaggi a cui succede una cosa dietro l'altra quando la cosa viene presentata in modo poco realistico, grottesco, quando la maggior parte delle sofferenze subite dai protagonisti sono gratuite, inserite tanto per scrivere una storia angst. Nel tuo caso, purtroppo, le disgrazie che accadono al bambino sono perfettamente realistiche. Forse la morte dell'astrologo è una coincidenza un po' azzardata, ma purtroppo esistono situazioni problematiche come quella che descrivi, con donne che per vivere si prostituiscono e non di rado hanno figli dai loro clienti (anche se non mi sembra questo il caso, visto che da come viene presentato il padre del protagonista sembra che la relazione con lui sia stata di natura diversa, anche se non lo specifichi) e famiglie che permettono ai pedofili di stuprare i loro figli per denaro. Insomma, non sono situazioni frequentissime, ma purtroppo si verificano, soprattutto in certi contesti (ma non solo).
Il modo in cui hai strutturato la trama mi sembra molto semplice e lineare: riporti gli eventi in ordine cronologico, soffermandoti sull'ambientazione quanto basta per renderla vivida e realistica, e la storia risulta molto scorrevole ed è piacevole e leggera (parlo ovviamente del ritmo e non della tematica!) nonostante l'argomento pesantissimo che hai voluto trattare.
Le scene si susseguono in modo naturale e sai esattamente su quali particolari soffermarti, ma non è solo questo a rendere bellissima questa storia.
Hai scelto un argomento insidiosissimo e pesante e nonostante tutto sei riuscita ad affrontarlo dal punto di vista di un bambino senza sembrare mai irrealistica o esagerata, senza contare che non si tratta di qualcosa che si vede spesso e a volte quando si vede è trattato malissimo o comunque in modo semplicistico. Non ho molto altro da dirti per quanto riguarda questa voce perché credo che tu abbia fatto un lavoro perfetto, quindi è inutile dilungarsi.
Nonostante questa tua delicatezza, però, la storia è comunque un pugno nello stomaco. È dolorosissimo leggerla e rendersi conto che queste cose accadono davvero, più spesso di quanto vorremmo credere. Nel raccontare questa storia hai dimostrato una grandissima sensibilità, ma anche molta consapevolezza, perché se anche non ti lasci andare a descrizioni morbose riesci a far venire i brividi e a lanciare addosso un malessere che non va via facilmente, che forse viene accentuato dall'iniziale innocenza di Tesoro. Ammetto di aver pianto per la tua storia e non mi capita spesso.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 14,5/15
Mi è piaciuto moltissimo come hai rappresentato i tuoi personaggi, visto che anche le figure di contorno, che hai trattato in modo superficiale, sono sbozzate in modo realistico.
Ovviamente il personaggio migliore è il protagonista: all'inizio è un bambino innocente, intelligente e anche idealista, in grado di fidarsi subito persino di un cliente della madre; dopo lo stupro qualcosa in lui si rompe (mi sembra normale) ed emerge un ritratto più oscuro e disilluso, nonostante si tratti soltanto di un bambino. Davvero mi è piaciuto come hai rappresentato la sua dolcezza all'inizio e anche la sua ingenuità, attraverso le parole che ha usato per descrivere oggetti e situazioni che un bambino non conosce (ad esempio la "medicina" o la cocaina), penso che siano state molto realistiche e simili a quello che un bambino penserebbe davvero. Ho apprezzato anche il suo non saper distinguere gli insulti rivolti alla madre dai complimenti e il suo non conoscere appieno il significato delle parole, anche di parole che sente tutti i giorni. Mi è piaciuta molto, ad esempio, la sua interpretazione della parola "necrologio": l'ho trovata davvero commovente e adattissima a un bambino con la sua sensibilità.
Non sono riuscita a inquadrare benissimo la madre, però: sembra una persona molto ingenua e distante e sicuramente ha problemi a stare al mondo, ma visto che vuole bene a suo figlio (credo, come ti ho detto non sono riuscita a inquadrarla e più che una madre che odia suo figlio mi fa pensare a una persona che ha perso il controllo della sua vita) nonostante sia molto negligente nei suoi confronti  non capisco come mai l'abbia costretto a una cosa del genere dall'oggi al domani. Insomma, c'è un po' di differenza tra il non dare a tuo figlio le attenzioni di cui ha bisogno e il farlo stuprare a pagamento. Ha senso che la voce narrante non conosca le ragioni della madre e veda soltanto quello che traspare, ma comunque questo particolare della storia mi ha lasciato delle domande.
Altri personaggi che ho apprezzato molto, nonostante non compaiano moltissimo, sono Emil R. Timofeev e il poliziotto che parla con "Tesoro" alla fine: mi sono sembrati davvero ben descritti e realistici, soprattutto per il loro rapporto antitetico. Emil infatti mostra a Tesoro un mondo meraviglioso, in cui i bambini sono protetti: lo tratta con gentilezza e incoraggia la sua passione per le stelle, il suo credere che al mondo ci sia qualcosa di buono, mentre il poliziotto, anche se ugualmente gentile con lui, lo tiene ancorato alla realtà ed è costretto a incoraggiarlo a raccontare l'evento che gli ha distrutto la vita, non potendo fare nulla per farlo stare meglio. Mi è sembrato davvero un bel parallelismo.
 
Giudizio personale: 19/20
Devo dire che la tua storia mi ha colpita moltissimo e mi è piaciuta, nonostante avessi detto detto di non volere il non-con. Il non-con, su questo sito (a differenza di altri) non indica una storia con scene di stupro (in questo caso pedofilia) descritte nei dettagli, ma con scene descritte senza entrare nei particolari. Ora, tu non l'hai descritto proprio per niente quindi non me la sento di squalificarti e credo che non dovresti neanche mettere l'avvertimento, però comunque metterei una nota che spieghi in modo esplicito la presenza di questo argomento nella storia, visto che non tutti potrebbero gradire e c'è il rischio che la scena che hai inserito, molto forte, inneschi dei brutti ricordi in qualcuno. Insomma, ci vorrebbe almeno un trigger warning per le persone più sensibili a questa tematica. Ammetto di essere andata a rileggere il regolamento per quanto riguarda l'argomento che hai trattato: credevo che quella tematica non fosse proprio ammessa, ma ho notato che invece la limitazione riguarda la descrizione delle scene e tu hai omesso il momento dello stupro, quindi mi sembra che la storia vada bene.  Comunque credo che dovresti mettere in ogni caso il rating rosso: non ci sono descrizioni, è vero, ma la tematica è davvero davvero forte.
Per quanto riguarda il resto, non so che altro dirti. Avrai notato che la storia mi è piaciuta moltissimo e che ho apprezzato il tuo modo di trattare questi argomenti senza mai essere troppo volgare o pesante, nonostante si tratti di tematiche davvero forti. L'angst indubbiamente c'è, ma trovo che sia realistico e bilanciato benissimo, a differenza di altre storie.
Davvero, ho apprezzato talmente tanto l'insieme da non capire quale elemento mi abbia colpita di più e credo sia davvero un grosso pregio, perché significa che tutte le parti sono equilibrate tra loro e non ci sono alti e bassi. Ti faccio quindi tantissimi complimenti per questa storia: sono felicissima che tu l'abbia fatta partecipare nonostante non ti convincesse per via delle indicazioni che avevo dato.
 
Totale: 60,5/65

Recensore Veterano
30/06/15, ore 16:36
Cap. 1:

 Quarta classificata


Andrà tutto bene, ManuFury


Titolo: 5/5


Il titolo è completamente centrato con il contenuto della storia che, in effetti, narra proprio delle persone che continuano a dire a Tesoro che “andrà tutto bene”.


 


Trama e originalità: 10/10


Come hai detto tu, sono poche le storie che trattano di tematiche poco conosciute o di cui poche persone parlano come questa, quindi non posso che darti un punteggio pieno in questa voce! Descritta dal punto di vista di un bambino, poi, questa storia è davvero… geniale!


 


Grammatica: 9,85/10


Al contrario di come hai pensato - e scritto - non ci sono errori grammaticali o di punteggiatura. Sono un tipo che apprezza la semplicità delle cose, e lo stile rientra tra queste “cose”, quindi il modo in cui hai descritto le scene e i pensieri del protagonista mi hanno piacevolmente colpita.


C’è solo questa piccola cosa che volevo farti notare: so che è un bambino a parlare, ed è proprio per questo che ti consiglio di modificare quel “la mamma si è impegnata tanto per sfornare questi biscotti e voglio dimostrarle che li ho apprezzati” con un “la mamma si è impegnata tanto per sfornare questi biscotti e voglio dimostrarle che mi sono piaciuti”. - 0,15


 


Gradimento personale: 18/20


Stranamente, per quanto riguarda il mio gradimento nei confronti di questa storia, non ho molto da dire. Io adoro l’Angst - dove sta lui, sto io u.u -, quindi non ho potuto che apprezzare questa breve storia.


È triste la storia di Tesoro, che è costretto a vivere in un mondo in cui la prostituzione, l’alcol e le parolacce solo alla base della vita. L’introduzione del personaggio di Emil è stata una sorta di “sprazzo di vita” nelle monotone giornate di Tesoro che, come ho già detto, vive obbligatoriamente in un mondo che dovrebbe essere proibito ai bambini dalla sua tenera età.


Devo dire che non mi sarei per niente aspettata una storia così malinconica - proprio per questo nel bando ho scritto “storie capaci di lasciare un sorriso”, perché io non riesco ad immaginare un bambino vivere una vita come quella da te descritta, ed è questo il motivo per cui il punteggio di questa voce non è pieno -, ma non mi sarei neanche aspettata di apprezzarla così tanto.


 


Totale: 42, 85/45

Recensore Junior
25/04/15, ore 21:29
Cap. 4:

Settima classificata e premio Shock al Shock me now! Contest di RedLolly

-Stile e lessico: 15/15
-Grammatica e sintassi: 9,5/10
-Originalità: 17,5/20
-Personaggi: 18/20
-Gradimento personale: 13/15
- Shock: 20/20
Per un totale di: 93/100

-Stile e lessico:
Lo stile in cui hai scritto mi è piaciuto molto, molte parole sono semplici, spesso ripetute, ma si tratta pur sempre di un bambino che sta parlando (Hai chiarito tutto in proposito nelle note, e l’ho trovata una scelta azzeccata). Mi hai fatto calare nella mente di un bimbo che vede il mondo attraverso occhi innocenti in modo commovente, cosa che ha sicuramente influito sulla brutalità del tema, e che ha decisamente contribuito a farmi sentire “sporca” quando ho finito di leggere, senza però scadere in alcun modo nel cattivo gusto. Davvero ottima questa tua mossa, che ti ha fatto guadagnare un punteggio pieno in questa sezione.

-Grammatica e sintassi:
Ho notato due errori di battitura, un “potressi” e un “guardine”, ma null’altro, hai fatto molta attenzione alla grammatica!
Complimenti per il lavoro!

-Originalità:
I temi di questa storia, ovvero la pedofilia e il degrado generale delle periferie, non sono cose che si leggono spesso, poiché i racconti che li trattano devono essere scritti con una certa arte. Ci deve essere una sorta di eleganza, come nel tuo caso, che mi ha sì urtato, ma che non è in alcun modo risultata volgare o di dubbio gusto. Sicuramente a tuo favore ha giocato tantissimo l’uso della voce narrante in prima persona, che ha descritto il tutto con lessico naïf (lo ripeterò dieci volte in questa recensione, porta pazienza).
Il punteggio risulta quindi elevato per il fatto che ti sei lanciata, ma non solo: ho voluto assegnarti il premio Shock per la tematica proposta. Hai voluto osare rischiando di oltrepassare il limite, cosa che invece non è successa! Bravissima!

-Personaggi:
Il personaggio di Tesoro mi ha fatto tenerezza in quanto bambino innocente, ma forse ecco, l’hai descritto fin troppo ingenuo, a mio avviso in alcuni punti. Ad esempio, il fatto che parli della vodka come ad una medicina l’ho trovato un po’ troppo forzato, anche se stiamo parlando di un bimbo di dieci anni con un’evidente carenza d’istruzione. Alla fine penso che avrebbe potuto capire che si trattava di altro e non di un farmaco, ma questo è solo un parere personale, la qualità del tuo racconto è indubbio.
Sempre parlando di personaggi, ho notato (dimmi se ci ho visto bene)il tema dell’incomunicabilità tra madre e figlio. Quando la donna vende Tesoro a Papà, non pare nemmeno accorgersi del terrore del figlioletto, di non rendersi nemmeno conto di ciò che sta succedendo, tanto la sua mente è annebbiata dai fumi dell’alcool… Davvero terribile!

-Gradimento personale:
Mamma mia, assolutamente una storia che mi ha fatto stare male, in senso positivo ovviamente! Le tematiche di cui hai trattato, prostituzione, droga, alcolismo e pedofilia si adattano perfettamente a ciò che cercavo come storia quando ho indetto il contest. Hai ricreato un’ambientazione perfetta in cui regna sovrano il degrado non solo del piccolo scorcio di quartiere, ma anche fisico e morale dei vari personaggi. Tesoro si trova così a vivere in una società brutale, confinato nella periferia di Mosca in cui la polizia ha un controllo collaterale dei reati, in cui deve imparare a vivere senza più illusioni fanciullesche… Purtroppo lo farà nel modo più brutale e crudo possibile. La storia fa emergere quindi uno spunto di riflessione sull’asprezza della vita che per molti non è solo un gioco.

-Shock:
Questa storia mi ha messo davvero i brividi, nonostante la parte più terribile non sia ovviamente descritta, ma del resto a volte il non detto può disturbare ancora di più che il raccontato o mostrato (vedi film come Arancia Meccanica, in cui nonostante non si veda una sola goccia di sangue, la violenza psicologica perturba profondamente lo spettatore).
Per quanto riguarda lo shock ti sei quindi meritata il punteggio pieno e il premio speciale in merito: ero molto scossa dopo aver terminato la lettura, e non è stata una di quelle storie che leggi e poi non ti rimane nulla, al contrario! Fa pensare moltissimo rispetto a temi così delicati. Ho sentito una sensazione di sporco dentro di me decisamente vivida!

Recensore Junior
26/03/15, ore 13:49
Cap. 4:


La storia ha partecipato al concorso "Oscars EFPiani" indetto sa Frandra sul forum di EFP ricevendo il premio Miglior attore non protagonista

Frandra:
Emil, pur comparendo soltanto nel primo capitolo e venendo solo citato nei seguenti, ha molto peso sul protagonista, e la cosa diventa particolarmente chiara nel finale. Si tratta indubbiamente i un personaggio affascinante, tuttavia non gli avrei dato un Oscar, perché trovo che il suo essere suggestivo sia strettamente legato a quella frase finale che lo vede citato. Nella parte ci lo riguarda più strettamente nel primo capitolo non l'ho trovato in grado di "bucare lo schermo", è un personaggio positivo e apprezzabile, ma a parer mio non così straordinario da meritare un premio.
 
_juliet:
Un personaggio che appare per poco tempo nell'economia della storia, ma che mi ha colpita molto positivamente fin dalla prima lettura. È come se fosse l'unica nota di colore in un mondo perennemente grigio, il mondo che è la quotidianità del protagonista. Non a caso, Emil avrà una grande influenza su di lui, e questo è evidente fin dal primo capitolo della storia. La magia del loro incontro e del rapporto che si viene a creare fra loro mi ha stregato.
 
SigynFreyadottir:
Quando ho letto la tua storia ho pensato che quell'uomo fosse la cosa migliore capitata al bambino, non l'ho candidato semplicemente perché è apparso ed è morto praticamente subito, quindi non ero sicurissima di volergli dare una nomination. Fortunatamente le altre giudici non han perso tempo in elucubrazioni inutili e l'hanno nominato, e anche se non ho votato per lui, non posso dire che sono contraria a questa vittoria.
 
Sheylen:
Ho conosciuto Emil attraverso gli occhi del tuo protagonista. L’ho sentito parlare delle stelle, l’ho visto donare qualche attimo di serenità ad un bambino che non ne conosce. Quando ho ripensato alla tua storia, ho sorriso al ricordo positivo di questo uomo che avrebbe potuto, forse, brillare ancora di più nella tua storia. È stata come una stelle cadente, luminosa ma troppo rapida, che scompare senza aver il tempo di imprimersi nella retina. Questo è il mio unico appunto: avresti potuto concedergli più spazio, anche per rendere ancora più tragica la sua scomparsa. Questo è il motivo perché il mio voto è andato ad altre storie, ma nonostante questo sono contenta che tu abbia ricevuto questo premio.
 
Sheridan17:
Non ho molto da dire: apprezzo lo stile di ManuFury, ho molto ammirato la storia e ritengo il personaggio meritevole del premio assegnato. Evito di spendermi in ulteriori lodi e rinnovo i miei complimenti. Il professore compare pochissimo nel racconto, ma ha un grande peso sulla formazione e sulla mentalità del protagonista. Emil è quasi “un uomo delle stelle”: buffo, gentile, diverso dal mondo grigio, sporco, corrotto descritto nei restanti capitoli.
 
Sif Styrjordottir:
L’immagine che hai dato del professore è molto buona e vivida. E’ facile immaginarsi quell’uomo che indica le stelle al bambino e ne parla così eccitato da rendere difficile capire chi sia l’adulto tra i due personaggi. In quelle poche righe in cui ha fatto la sua comparsa e scomparsa è stato ben definito. E’ un personaggio che mi è piaciuto (seppur io non avessi preferenze per l’attore non protagonista).

Recensore Master
16/03/15, ore 14:52
Cap. 4:

Ah, ecco chi era! L'avevo immaginato di averlo già visto.
Sinceramente non lo perdonerò per il suo passato tragico, ma hai fatto molto bene. E' vero, spesso chi ha subito questi traumi da grande dimostra simili deviazioni.
Prompt rispettato.
E non ho visto errori.

Recensore Master
15/03/15, ore 21:00
Cap. 3:

Povero piccolo. E' terribile pensare che i vicini se ne siano fregati. Il finale dell'urlo poi è fatto veramente bene.
Prompt rispettato.
Ed errori non ce ne sono. Qui direi che lo stile è adatto al bambino, visto che è legato al forte trauma.

Recensore Master
15/03/15, ore 20:57

Poi fammi sapere il bambino come si fa chiamare da grande. Per sapere quale dei tuoi soldati diventa, se è uno di loro.
Prompt rispettato.
Non ho trovato errori.
Tematica delicata, ma l'hai trattata bene a mio parere.

Recensore Master
15/03/15, ore 20:43
Cap. 1:

Complimenti per la storia.
Ho trovato il bambino molto tenero, ma alcuni ragionamenti sono troppo forzati per uno di soli dieci anni. Forse ci stava meglio uno stile più semplice. Anche se ho notato che c'erano dei bei tentativi in quel senso.
Prompt molto rispettato.
Correzioni:
 ma non ho mai alzando [alzato] il naso per guardarle

Recensore Junior
29/12/14, ore 21:59
Cap. 1:

Recensione per l'autogestione del contest "My beloved one"

Premetto che questa recensione sarà “profana quanto basta”, in quanto – non essendo mai stata giudice in alcun contest e ammettendo anche di non essere capace di stilare giudizi sotto forma di griglie e punteggi – preferisco commentare da lettrice e riportare, quindi, ciò che sono state le mie sensazioni dopo aver letto questa storia.

Ci troviamo davanti ad una long-fiction che, però, si rivela per niente ostica da affrontare, in quanto la storia è sì divisa in capitoli, ma è piuttosto scorrevole fin dal primo impatto, complice un'eccellente “veste grafica”.
Lo stile utilizzato da ManuFury è senz'altro coinvolgente e ti trascina via via, parola per parola, riga dopo riga, fino alla fine della storia e ti spinge, anche con un po' di ansia, a chiederti: “Ma come, già finita? Ne voglio ancora!”.
Sono rimasta piacevolmente colpita e soddisfatta di questa lettura perché, devo ammetterlo, non sapevo esattamente cosa aspettarmi quando ho dato un'occhiata l'introduzione e una scorsa alle note e agli avvertimenti; tuttavia non sono il tipo che si scoraggia davanti alle apparenza, ma che ama indagare anche nei temi più difficili, nella speranza che siano ben trattati. E questa storia, posso assicurarlo, lo fa.

All'inizio, sembra quasi idilliaco: il racconto è in prima persona e, a parlare, è un bambino sui dieci anni. Ci ritroviamo a passeggiare con lui, scopriamo il mondo che lo circonda attraverso i suoi occhi, i suoi piedi, le sue sensazioni, i suoi pensieri e considerazioni.
Non mi aspettavo che, man mano, le cose divenissero così complicate e che la primigenia sensazione di “idillio”, potesse essere lentamente – ma inesorabilmente – spazzata via dalla più cruda realtà.
Perché gli occhi di un bambino, nella sua più pura innocenza, tratteggiano un modo adulto fatto di nefandezze, di smarrimento, un circolo vizioso dove l'alcool, le droghe e la prostituzione si impongono a minacciare la serenità dell'infanzia. I bambini anche nella realtà si ritrovano in contesti disagiati come quelli che vengono descritti nella storia e, devo dire, ho sentito lo stesso groppo in gola, la stessa amarezza e la stessa voglia di trascinare via da lì Tesoro, che provo quando ascolto certe notizie in televisione.
Sono i piccoli particolari che ManuFury dissemina qua e là attraverso le parole di Tesoro che ci spalancano le porte di una realtà che ha poco a che fare con la normalità a cui, forse, siamo abituati. Tesoro è un bambino costretto a vedere sua madre che si distrugge con gli stupefacenti e che, per vivere, si vende.
L'unico raggio di sole – per Tesoro e per il lettore che, magari, per un attimo tira un brevissimo sospiro di sollievo e prova a scrollarsi la cupezza del contesto di dosso – è l'incontro con Emil. Ammetto che questo personaggio mi ha colpita molto, in quanto risalta subito, un po' come una pennellata di colore, nel grigiore dei tristi figuri che si susseguono alla vista di Tesoro. Mi è davvero piaciuto il momento in cui viene raccontato il loro incontro, la profondità della felicità di Tesoro, che è quella genuina e speranzosa dei bambini.
Tuttavia, questa parentesi apparentemente felice, si conclude in modo tragico, una vera stilettata al cuore! Non solo per ciò che accade ad Emil, ma sopratutto per ciò che “Mamma” ha in serbo per Tesoro. Se già il secondo capitolo era stata una mazzata, il terzo mi ha quasi distrutta.
Credo che, nel leggere questi due capitoli, mi si sia gelato il sangue nelle vene. Preciso che non è per via di una qualche scena troppo colorita o esplicita, si tratta proprio di una... sensazione a pelle. Mi immaginavo vividamente la scena e ho provato un'angoscia tremenda, una sensazione di disagio che non posso spiegare e un senso profondo di ingiustizia e frustrazione: i bambini finiscono ad essere vittime delle follie egoistiche degli adulti che dovrebbero proteggerli, sopratutto se sono i loro genitori. Quanto ho odiato “mamma”! Quanto avrei dato per poterla prendere a sberle!
Appena entra in scena “Papà”, ho provato un istintivo moto di disgusto e di allarme, esattamente come Tesoro. E qui spendo un appunto: ManuFury è stata magistrale nel riuscire a rendere la dicotomia tra questo personaggio ed Emil, nonché a far venire a galla il sesto senso dei bambini; cito una frase che mi è parsa emblematica in tal senso: “Mi sorride, con un sorriso che mi fa gelare il sangue senza motivo e mi fa stringere le mani attorno ai fogli di giornale appoggiati alle mie ginocchia. C’è qualcosa di brutto anche nel suo sguardo, il modo in cui mi guarda che mi fa paura: ha gli occhi piccoli e lucenti, sembrano quelli di uno scarafaggio [...]”.
L'ultimo capitolo è una svolta, ma parimenti drammatica, poiché senza il passaggio brusco, anticipato e odioso all'età adulta di Tesoro. Un adulto nel corpo di un bambino. Un bambino che è stato violato e ha assaporato già la crudeltà di una vita che, con lui, è stata ingenerosa fin troppo e che l'ha costretto a vivere una delle peggiori atrocità che si possano commettere. Mi ha ferito profondamente questa consapevolezza, anche se – alla reazione di “mamma” - mi sono ritrovata a pensare che quella donna, indegna di chiamarsi madre, non doveva certo stupirsi dell'epilogo, che era troppo tardi per agitarsi in quel modo. Avrei voluto davvero strozzarla con le mie mani!
Possiamo solo immaginare le conseguenze su Tesoro, ferite che non si rimargineranno mai, che rimarranno indelebili nella sua anima e che hanno cambiato per sempre i suoi occhi e reso taglienti le sue parole.
Tutto cambia, tutto precipita...

Questa storia è un pugno nello stomaco, ma affronta tematiche difficili e odiose in punta di piedi e con una sensibilità evidente e spiccata da parte dell'autrice, nonché con una maturità lodevole che ho apprezzato molto.
L'introspezione di Tesoro è curata, curatissima anzi, e ho amato poterne spiare i pensieri e le emozioni, anche se ha significato vivere con lui ciò che gli è toccato in sorte. Quando un'introspezione riesce a catapultati nella testa del personaggio, allora è riuscita, niente da dire.
Lo stile usato l'ho trovato molto calzante: scorrevole, limpido, semplice (ma non semplicistico!) e aderente al point of wiev di un ragazzetto (insieme al lessico che, comunque, mi è sembrato adeguato e vario), intenso, con un ottimo ritmo che ha coniugato descrittività ed emotività splendidamente.
Leggere (ma anche scrivere) storie in prima persona, per me, è sempre una scommessa. Non ci sono molto abituata e, credo, sia molto difficile crearle; ma qui il risultato è splendido e lo dico proprio in quanto non ne sono particolarmente attratta o portata (da scribacchina u.u): pollice su.
Dal punto di vista grammaticale e sintattico, poi, non ho nulla da segnalare, quindi complimenti anche per l'accuratezza sotto questo profilo.

Voglio concludere affermando che sono davvero grata di aver letto questa storia e che, come spero si sia capito, mi ha coinvolta tantissimo.
Ancora complimenti a ManuFury: li merita tutti!

Recensore Junior
08/11/14, ore 11:43
Cap. 1:

Prima classificata al contest "Why Are you telling me lies?" indetto originariamente da Xxthe recklessxX

Grammatica: 10/10

Grazie al tuo appunto, il punteggio è pieno; mi sono basata sul fatto che so come scrivi, altrimenti non sapevo davvero che punteggio darti, dato che non potevo basarmi sulla grammatica di questa fan fiction.

Stile: 10/10

Come al solito, il tuo stile è molto pulito, fluido e scorrevole, tenendo a mente che è scritto come se fosse un bambino a scrivere tutto quello che troviamo scritto.

Caratterizzazione personaggi(originali)/IC personaggi(fandom): 10/10

Hai caratterizzato benissimo ogni singolo personaggio che appare e mi hai davvero colpita, nel buon senso della parola. Sarò sempre felice di leggere qualcosa scritto da te, perché è davvero un piacere e sai spaziare tra personaggi molto diversi tra di loro, in modo eccellente.

Originalità: 10/10

Secondo me questa storia è una delle tue migliori che ho potuto leggere finora. Riesci sempre a creare delle trame a dir poco avvincenti e che incatenano il lettore allo schermo, senza fargli staccare gli occhi da esso, smanioso sempre più di andare fino in fondo.

Gradimento personale: 10/10

L'ho apprezzata davvero moltissimo: non c'è stata una singola cosa che non mi sia piaciuta, non sto scherzando. Sei riuscita nuovamente a farmi calare alla perfezione nei personaggi da te creati, facendomi provare riga dopo riga, ciò che loro provavano.
Non riuscivo a staccarmi dalla tua storia e l'ho riletta più volte, perché merita moltissimo e mi provoca sempre le stesse emozioni della prima lettura che le ho dato.
Ogni singola scena era descritta con la giusta dose di Angst e spesso sono rimasta sulle spine, sentendomi un po' in ansia per cosa sarebbe potuto succedere dopo.

Per un totale di 50/50

Recensore Veterano
11/10/14, ore 13:05
Cap. 4:

Andrà tutto bene, di ManuFury
8° posto al contest "Lacrime" (a pari merito con Stareem)

Grammatica: 9/10
Il testo è molto corretto, infatti ho poche osservazioni da fare. Ho notato che, spesso, usi la virgola quando sarebbe preferibile un altro segno di punteggiatura (es: "Al contrario della parola “puttana”, sentopronunciare spesso anche quella" - "Ricordo ancora ogni caduta da questi scalini alti e storti, quando avevo cinque anni, mi sono quasi rotto il naso..." - "tiene un sigaro consumato tra le labbra in parte nascoste dalla folta barba, se fosse bianca, potrei quasi scambiarlo per Babbo Natale" - "... con quale giocattolo divertirsi, io non ho di questi problemi, ne ho solo cinque e li adoro tutti" - "Quando ero piccolo, avevo paura del buio e dell’Uomo Nero, avevo il terrore che potesse emergere dalle tenebre...").
Inoltre ci sono un po' di errori sparsi:
- “Professo Emil Radislav Timofeev" = Professor;
- "pigro come un grosso serpente giallo, si arrotola una gomma d’acqua" = aggettivo maschile per sostantivo femminile;
- "... perché non sono mai stato in mezza a tanta gente" = mezzo;
- "... come se con un colpo di spugna si potrebbe lavare via una macchia sul pavimento" = brutto errore di concordanza verbale: se si potesse.

Stile: 6/7
La storia è raccontata dal punto di vista di un bambino di dieci anni e mi sembra che lo stile si adatti a questo. In effetti, ho pensato che le molte virgole potessero essere una scelta stilistica, però le trovo davvero pesanti. Per questo non ho assegnato il punteggio pieno.

Lessico: 4/5
Ci sono molte ripetizioni, lungo tutto l'arco della storia. Ti sono sicuramente scappate, ti consiglio di ricontrollare ;)

Coinvolgimento: 17/20
La storia mi ha strappato molti sorrisi, sia divertiti che amari. Mi sono arrabbiata con la madre di Emil e ho odiato il pezzo di merda a cui ha permesso di fargli del male. Ho letto ciò che il professor Emil ha detto sulle stelle e mi sono ritrovata a fantasticare.

Gradimento personale: 10/10
La storia mi è piaciuta moltissimo. Il tono del protagonista è infantile come la sua visione del mondo, e cerca di giustificare come può ciò che non capisce. Purtroppo, per forza di cose, è obbligato a crescere in fretta; anche se forse nel finale è un po' troppo maturo per la sua età, mi piace il suo cambio di mentalità. Hai scelto un tema molto delicato e hai deciso di raccontarlo in prima persona: per questo motivo ti stimo molto. Mi è piaciuto tanto il personaggio del professore e mi è dispiaciuto molto, quando ho letto che era morto. Inoltre, ho scoperto che questo tuo protagonista in altre tue storie crescerà per diventare un super cattivo tormentato: adoro.

Per un totale di: 46/52

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