Ciao!
La domanda, a questo punto, mi sorge spontanea: sei forse un appassionato di filosofia?
Sei riuscito a ripercorrere velocemente (e affatto superficialmente), secoli di tradizione filosofica: nella prima parte, infatti, ti sei “socraticamente” chiesto cosa sia la realtà e hai risposto con il concetto che sta alla base del pensiero che va dai pre-socratici ai pensatori della rivoluzione scientifica (il caro, vecchio “metodo scientifico” di Galilei basato sull’osservazione, sull’ipotesi, sulla sperimentazione e, eventualmente, sulla legge), passando per il “semplice” principio di non-contraddizione caro soprattutto a Parmenide, che sta anche alla base del sillogismo aristotelico; la seconda parte mi ha fatto pensare sia al paradosso sia ai sofisti (anche se, forse, un po’ di più agli eristi) sia, soprattutto, al pensiero di Schopenhauer (il mondo è una “rappresentazione”, il fenomeno (quindi la realtà che appare) è effimero, mentre il noumeno – la realtà in sé – è celato dietro il Velo di Maya) e, quindi, trasversalmente anche a Kant; nella parte in cui sposti l’attenzione su Dio, non potevo non pensare a Feuerbach che non solo afferma che l’essere divino altro non è che un’invenzione dell’uomo, ma è addirittura un’assolutizzazione di qualità (positive) dell’essere umano (ad esempio: l’uomo ama -> Dio è amore puro e assoluto ecc.); nell’ultima parte, la mia mente non poteva non raggiungere il mio diletto: Nietzsche. Infatti, quando il professore esorta gli studenti a non accettare la realtà in cui vivono (bellissimo il paragone con il palazzo) e a ribellarsi, ho subito pensato all’Ubermensch nietzscheano: egli infatti afferma che “Dio è morto” (e con “Dio”, non s’intende solo la divinità, ma anche tutti i valori che essa incarna), bisogna quindi rifiutare tutti i valori che la società ci ha imposto finora, arrivando a giudicarli addirittura “falsi”; consci di ciò e superando il nichilismo passivo (il “no alla vita”), ogni Oltreuomo deve creare dei nuovi valori validi solo per sé (se diventassero assoluti, infatti, si cadrebbe nuovamente nell’errore del passato).
Mi rendo conto che spiegato così, il pensiero di Nietzsche (un filosofo non solo complesso, ma dalle mille interpretazioni), è sicuramente riduttivo, ma questa specifica lettura dell’Oltreuomo mi ha sempre fatto porre questa domanda: è possibile realizzarlo davvero quest’ideale o è solo un’Utopia? In fondo, anche se ognuno di noi si desse dei valori, prima o poi andrebbero a cozzare con quelli altrui e, a meno che non si degeneri nell’anarchia e svanisca il rispetto reciproco, non riusciremo mai a realizzare a pieno la nostra “libertà”.
Dopo questo sproloquio probabilmente anche senza senso (e qui ti chiedo scusa per averti rubato del tempo prezioso), ti faccio i miei complimenti: non solo questa tua OS mi ha letteralmente catturata e portata in un mondo che io amo alla follia, ma mi ha dato anche tanti spunti di riflessione, soprattutto sull’essere umano (e per iniziare, riprenderò la lettura di Essere e Tempo di Heidegger …). Hai affrontato brillantemente un tema complesso, con coscienza e consapevolezza sull’argomento di cui hai parlato. La lettura è scorrevole e hai reso il tutto molto chiaro, lineare, logico (e qui troviamo un bel paradosso, visto che nelle tue parole ho riscontrato un’invettiva contro la logica :P ). Sono rimasta piacevolmente sorpresa e ti faccio i miei più sinceri complimenti.
Bravissimo!
_Artemis_ |